Un paio di settimane fa abbiamo dato un'occhiata ravvicinata ad alcune CPU basate su Chipset X299, la nuova piattaforma dedicata ai processori a 14 nanometri Kaby Lake-X e Skylake-X che porta diverse novità in quanto a struttura della cache, tecnologia di interconnessione e Turbo Boost 3.0. La prima famiglia, composta da soli due modelli, rilegge in chiave extralusso le attuali opzioni desktop di punta Intel, aggiungendo al piatto 100MHz in più di clock base e un contorno da fascia estrema. Quello stesso contorno che è molto più importante per la seconda serie di CPU, una lineup da sette modelli con cui Intel si trova a fronteggiare le soluzioni Threadripper in quella che potrebbe essere una battaglia piuttosto feroce. L'architettura AMD Zen, d'altronde, ha già scosso il settore mainstream ottenendo, grazie ai processori Ryzen, un successo che fino a qualche tempo fa sembrava impensabile. Combinare un maggior numero di core con prezzi vantaggiosi, pur lasciando alla concorrenza il comando in termini di Istruzioni Per Clock, ha permesso a AMD di aumentare la propria quota di mercato di un eclatante 10.4%. Non ci siamo quindi stupiti ritrovando la medesima strategia applicata ai processori HEDT (high-end desktop). Ed è una strategia, guidata da un Threadripper da 16 core e 32 thread venduto a 999 dollari, indubbiamente capace di mettere in difficoltà le classiche opzioni HEDT Intel che tra l'altro, questa volta sono caratterizzate da consumi particolarmente elevati. Ma nel settore dei desktop di fascia estrema Intel non si è fatta trovare impreparata e oltre alle classiche soluzioni da 6, 8 e 10 core, ha distribuito un 12 core basato sullo stesso die e tre modelli basati su un die più grande, benché sempre legato al socket 2066, che contano 14, 16 e 18 core. L'ultimo, uscito assieme agli altri due il 25 settembre, ha proprio l'aria di essere Gandalf di fronte al Balor, deciso a fermare la fiammeggiante rimonta di AMD.
Tu non puoi passare
Tutti caratterizzati dallo stesso TDP di 165 watt, dalle stesse 44 linee PCIe e da un clock massimo in Turbo Boost 3.0 di 4.4GHz, i tre processori di punta della serie Skylake-X si differenziano per clock base, frequenza in Turbo Boost 2.0, quantità della cache e, ovviamente, numero di core. Nello specifico il Core i9-7940X ne ha 14 che grazie all'Hyperthreading corrispondono a 28 thread e, al prezzo consigliato di 1399 dollari, garantiscono parecchia potenza di calcolo. Inoltre la CPU vanta le frequenze più alte del lotto partendo da 3.1GHz e arrivando a 4.3GHz in modalità Turbo 2.0, ma in questo caso non stacca così tanto gli altri due modelli da farci presagire grosse differenze con la maggiorparte dei giochi. Certo, il gaming non è lo scopo primario di sistemi di questo tipo, ma quando la spesa si fa particolarmente elevata ogni fattore può essere rilevante. Dobbiamo quindi considerare che il clock base scende a 2.8GHz e che l'aumento della cache dai 19.25MB del Core i9-7940X ai 22 del Core i9-7960X dipende anche dall'aumento della cache privata per ogni core che fa parte delle novità della serie Skylake-X. Inoltre i 16 core e 32 thread targati Intel costano 1699 dollari, con un netto incremento di 300 dollari rispetto al prezzo del modello precedente. Lo stesso aumento che ci porta ai 18 core, 36 thread e 24.75MB di cache del Core i9-7980XE, un mostro da 1999 dollari di prezzo consigliato che scende in campo per vincere, almeno in quanto a potenza bruta. Quando contano le frequenze, infatti, la combinazione tra i 16 core del Core i9-7960X con un clock lievemente più alto sembra essere la più conveniente come dimostra la vittoria schiacciante di quest'ultimo nei test di compressione dati che, tra l'altro, vedono il Threadripper 1950X, forte di un clock base di 3.4GHz, battersela quasi alla pari con l'i9-7980XE. Le cose, però, cambiano con SYSMark che sfrutta a fondo tutte le risorse delle CPU Skylake-X mettendo ogni processore Intel dall'i7-7700K in su al di sopra delle soluzioni Threadripper. In questo caso il Core i9-7960X resta dietro al capitano, ma si conferma come la soluzione più equilibrata toccando performance quasi identiche. Lo stesso identico discorso si ripete passando a Geekbench, sia in single thread che in multithread. Nel primo caso il Core i9-7980XE le prende da tutte le soluzioni Skylake-X inferiori e il Core i9-7960X deve chinare il capo all'i9-7940X mentre le CPU Threadripper restano indietro, finendo poco al di sopra del Core i7-6950X. Invece nel secondo caso la corona spetta al Core i9-7960X che mette nel sacco, seppur di meno di 5 punti percentuali, anche il concorrente diretto: il Threadripper 1950X. E lo supera nettamente anche in quanto a capacità di calcolo bruta, con quasi 10 punti percentuali di vantaggio, ma in questo caso resta al di sotto del Core i9-7980XE di circa 6 punti percentuali.
Il prezzo dell'eccellenza
Il cambiamento di architettura sembra aver fatto un gran bene ai nuovi processori HEDT Intel che compiono balzi anche del 20% rispetto agli analoghi modelli della serie Broadwell-E. Il Core i9-7980XE e il Core i9-7960X di corrispettivi non ne hanno, ma i numeri parlano chiaro con il calcolo single thread che sale di oltre 15 punti percentuali grazie alle frequenze superiori e ai picchi permessi dalla tecnologia Turbo Boost 3.0. Una tecnologia che disattivando core e aumentando il clock ha evidenti vantaggi nel gaming, con i due processori Skylake-X che riescono a superare anche il Core i7-7700K quando la potenza di calcolo viene sfruttata. In Ashes of the Singularity: Escalation, per esempio, i due colossi Skylake-X devono piegare il capo solo di fronte al Core i9-7900X mentre in un paio di casi il Core i9-7960X fa le scarpe al suo boss, a conferma che il bilanciamento tra tutte le specifiche è un fattore importante. Imbarazzante invece la superiorità del Core i7-7700K in tutti gli altri casi ma d'altronde, lo ripetiamo, parliamo di sistemi che per prima cosa sono destinati ad applicazioni professionali. Applicazioni che premiano senza dubbio Skylake-X, inevitabilmente superiore al Threadripper 1950X anche solo grazie ai due core in più che valgono un vantaggio di 10 punti percentuali con un software capace di sfruttare a fondo l'architettura Zen come Cinebench R15. E le cose non vanno malaccio in quanto a consumi. Gli oltre 240 watt del Core i9-7900X ci avevano spaventato, ma il Core i9-7980XE sotto carico si ferma a poco più di 270 watt e il Core i9-7960X non arriva a 265. Parliamo, quindi, di valori poco più alti rispetto a quelli delle due CPU Threadripper, di fronte a performance più elevate. Performance che possono essere spinte portando il clock in zona 4.3GHz con un dissipatore AIO e guadagni prestazionali intorno al 25%, il tutto con una buona stabilità e temperature elevate ma al di sotto degli 85 gradi. Niente male visto l'uso di pasta termica tra die e IHS e visti i consumi che con l'aumento di frequenza di tutti i core oltrepassano i 500 watt. In ogni caso il cambio di architettura della cache di Skylake-X e l'adozione dell'interconnessione Mesh hanno migliorato notevolmente la sinergia tra i core, consentendo alle CPU Intel di battere AMD Zen laddove questa ci aveva stupito maggiormente. Restano invece meno appetibili i prezzi anche se Intel ha ridotto notevolmente i margini di guadagno passando dai 180 dollari per core del Core i7-6950X ai 56 dollari per core dell'i9-7980XE. Ma il prezzo di quest'ultimo è comunque doppio rispetto a quello del Threadripper 1950X, tra l'altro dotato di 64 linee PCIe, di fronte a incrementi prestazionali che in quanto a potenza bruta superano di poco il 10%. Meglio, per certi versi, il Core i9-7960X, che di dollari ne costa comunque parecchi e non può vantare il primato dei core, motivo fondante dell'esistenza del 7980XE, ma sembra mettere in campo un miglior rapporto tra prezzo e prestazioni effettive.