19

Essere umani con Detroit: Become Human

Durante la Paris Games Week abbiamo incontrato nuovamente la creatura di David Cage

ANTEPRIMA di Antonio Fucito   —   01/11/2017

Durante il Media Showcase PlayStation di Parigi abbiamo avuto modo di passare un'ora in compagnia di Detroit: Become Human, l'ultimo titolo in ordine di tempo di Quantic Dream che proprio in questi giorni ha festeggiato il ventennale della sua nascita. La demo è la stessa mostrata durante la conferenza PlayStation del 30 ottobre, ma in versione estesa e con due finali differenti; in aggiunta abbiamo avuto modo di fare una chiacchierata con David Cage, l'iconico creatore che non ha lesinato nel condividere informazioni aggiuntive. Con la presentazione di Kara - proprio la stessa mostrata nel prototipo datato 2012 alla GDC di San Francisco - si completa il quadro dei tre protagonisti principali di Detroit, ognuno con tratti comportamentali differenti.

Connor è l'androide investigatore al servizio degli umani per indagare sui suoi simili reietti; Marcus è il leader che vuole la loro emancipazione; Kara si trova invece nel mezzo, perché si comporta differentemente a seconda delle situazioni nelle quali si trova coinvolta. Nella scena che ci è stata mostrata, non la prima che la riguarda, lavora in casa di Todd e di sua figlia Alice, maltrattata da un padre spesso sotto effetto di droghe. Kara si "controlla" in una maniera del tutto simile ai protagonisti di Heavy Rain, con gli analogici adibiti al movimento e la pressione dei tasti visualizzati su schermo per l'azione contestuale. La demo comincia con padre e figlia a tavola per la cena, che rapidamente degenera nel momento in cui Todd inveisce contro entrambe per aver perso il lavoro e per il fatto che la moglie l'abbia lasciato - a suo modo di dire - a causa della piccola.

O mia Kara

Da questo istante partono le scelte più importanti per determinare l'esito della scena, con Kara che rompe il proprio "palazzo della mente" per agire in maniera indipendente cercando dapprima di far ragionare Todd, poi di fermarlo nel momento in cui sale al piano di sopra per picchiare la figlia. Nella prima occasione l'esito è drammatico - e la scena a cui abbiamo assistito è stata molto forte a livello emozionale - nella seconda riesce a procurarsi una pistola nella stanza di Todd e dopo una colluttazione lo uccide, fuggendo con Alice all'interno di un autobus. Come impostazione Detroit: Become Human ricorda più Heavy Rain che Beyond, ma la storia narrata è su scala maggiore e meno intima del suo illustre predecessore, beneficiando di tutta l'esperienza maturata da Quantic Dream nel corso degli anni.

Essere umani con Detroit: Become Human

Ovviamente c'è un notevolte passo in avanti dal punto di vista tecnologico, con un comparto grafico importante e una recitazione più convincente da parte dei vari protagonisti, ma anche per quanto riguarda lo sviluppo delle diverse diramazioni della storia ci sono stati dei miglioramenti. Come da tradizione i tre personaggi potranno morire prima della "fine": ogni scelta andrà ad incidere sui passaggi successivi in maniera più o meno decisiva. Novità assoluta è la schermata di riepilogo mostrata al termine di ogni momento chiave dell'avventura, che illustra sotto forma di grafico le scelte operate, i punti narrativi sbloccati e la conclusione ottenuta, lasciando visibili le varie alternative che magari possono spingere a rigiocare determinate sezioni per cambiarne l'esito o semplicemente vedere cosa succede. Di sicuro i vari artifici narrativi e tecnici utilizzati sembrano essere meno didascalici di quanto avvenuto nei precedenti lavori di Quantic Dream, ma è ancora presto per confermarlo definitivamente visto che ad oggi abbiamo visto spezzoni separati e non l'opera nella sua interezza. D'altronde un progetto come Detroit funziona solo se tutte le sue componenti si muovono all'unisono per regalare un'avventura coinvolgente ed emozionante, supportata da una grande colonna sonora in grado di esaltare i momenti topici e da un comparto grafico capace di renderla credibile. Il gameplay è quello, ma un po' più dinamico, di sicuro bisogna tenere in considerazione che non rappresenta il punto focale del gioco di Quantic Dream.

Essere umani con Detroit: Become Human

Quello che possiamo dirvi ad oggi è che tutte le sezioni che abbiamo provato o visto di Detroit: Become Human hanno una regia eccezionale, un tono drammatico coinvolgente e fanno venire la curiosità di approfondire la storia che ruota attorno agli androidi e alla loro voglia di emanciparsi. La data d'uscita è fissata per la primavera del 2018: non ci vorrà quindi ancora molto per poter mettere le mani sull'ultima creazione di David Cage.

CERTEZZE

  • Ottima la recitazione dei protagonisti
  • Il comparto grafico è notevole
  • Sembra aver beneficiato dei precedenti lavori di Quantic Dream

DUBBI

  • Da verificare la credibilità e l'integrazione delle scelte multiple