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Un Battle.net tutto nuovo

Secondo approfondimento dedicato alle conferenze tenutesi al Blizzcon 2009. Questa volta è il turno di Battle.net!

SPECIALE di Mattia Armani   —   01/09/2009

Rob Parker e Greg Penza sono davvero innamorati del proprio lavoro. E chi non lo sarebbe visti i risultati. Ma soprattutto sono orgogliosi dei traguardi raggiunti in seno a Blizzard. Battle.net ha 12 milioni di utenti e ha integrato gli obiettivi e il download automatico delle mappe sin dal 2003, con il terzo Warcraft. I dati, nel corso del panel dedicato durante il Blizzcon 09 appena conclusosi, vengono snocciolati dal team senza citare direttamente le piattaforme concorrenti, ma il riferimento alla carica innovativa del primo Battle.net è chiaro.

Social, hardcore gaming

Fatte le dovute puntualizzazioni vengono chiamati in causa proprio i nomi di vari social network e dell'Xbox Live, fonti di ispirazione per la seconda Battle.net. Innanzitutto le liste amici adottate dalle piattaforme online ludiche sono troppo limitate se paragonate con Facebook, il quale, dal punto di vista sociale, rappresenta la massima ispirazione per la nuova ammiragli di Blizzard. Sarà quindi possibile avere una lista di grandi dimensioni e la buona notizia è che sarà corredata da una chat a finestre multiple integrata in tutti i titoli Blizzard.

Un Battle.net tutto nuovo

Si prefigura insomma un'evoluzione di Live e PSN mutuata con le forme più recenti di social networking. Saremo sempre connessi a Battle.net, quindi, e sempre in contatto con gli amici per poter correre in loro aiuto in qualsiasi gioco si trovino. Ne derivano: sistema di accettazione o rifiuto delle amicizie, controllo su quanto del proprio profilo sarà pubblico, parental control, sistema di chat broadcasting per amici, gilda e ogni tipo di gruppo e sotto gruppo immaginabile. Infine arriva l'account unico, legato alla chiave di registrazione del gioco, che dovrebbe garantire un adeguato spauracchio per i cheater. Un ban, infatti, costringerà a ricomprare una copia del gioco come accade per World of Warcraft.

Ampio ma dedicato

Certo il servizio nel suo complesso è importante, ma il pregio di un network dedicato ai titoli di una singola software house sta nella possibilità di sviluppare opzioni specifiche per ogni titolo. Ebbene Starcraft 2 potrà contare sulla possibilità di condividere tutto quello che viene creato con l'editor. Inoltre il matchmaking, feature nata proprio con Warcraft 3, sarà ancora più articolato e ci consentirà non solo di competere con avversari di livello simile al nostro ma anche di competere per la cima di classifiche dedicate anche a chi non ha

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possibilità, tempo o voglia di competere con i giocatori hardcore. Sono ben 7 le diverse ladder create per sette diversi modi di giocare: Pro, Platinum, Gold, Silver, Bronze, Copper e Practice. Non mancherà la possibilità di salvare i replay, ovviamente condivisibili, e ci saranno gli achievements. Purtroppo questi ultimi potranno essere sbloccati solo quando si è connessi per non dare la possibilità agli hacker di ottenere il bottino utilizzando trucchi. Al contrario i salvataggi saranno caricati anche sull'account e saranno accessibili da qualsiasi computer connesso a internet. Arriviamo infine al sistema di condivisione dei files, decisamente migliorato poichè non obbliga più a connettersi a una partita per scaricare una mappa o un mod. Le mappe saranno caricate in un vero e proprio marketplace, facilmente reperibili e dotate di un sistema di valutazione degli utenti che funziona da ulteriore filtro per la ricerca. La grossa novità riguarda la possibilità da parte dei giocatori di caricare contenuti a pagamento in pieno stile XBox Live. Una possibilità, affermano i ragazzi della Blizzard, fondamentale per coltivare i nuovi designer, per creare senza costi contenuti professionali per Starcraft2 e utile soprattutto per valorizzare l'incredibile editor di cui parlavamo poco sopra.

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Editor o tool di sviluppo?

Gli utenti Blizzard sono abituati a confrontarsi con editor di una certa potenza, che hanno permesso loro di creare addirittura nuovi tipi di gameplay e interi giochi di ruolo. Ma c'è da considerare che il tower defense e gli eroi in grado di attivare congegni e raccogliere oggetti, erano due elementi inscritti nel DNA di Warcraft 3 e l'effettiva potenzialità creativa soffriva di forti limitazioni. Limitazioni che difficilmente incontreremo con l'editor di Starcraft 2 se consideriamo che l'intero single player è in creazione esclusivamente utilizzando il tool Blizzard stesso. Si tratta dello stesso identico tool che troveremo nella versione finale del gioco e che consente di creare giochi di ruolo in terza

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persona, d'azione, sparatutto a scorrimento verticale e, ovviamente, intere campagne RTS single player zeppe di eventi, dialoghi, scene scriptate e creature alle quali possiamo cambiare statistiche, comportamento e persino aspetto. Purtroppo la modalità action sembra risentire troppo della natura strategica dell'engine e il sistema di mira automatica non è particolarmente azzeccato, ma in generale le potenzialità dell'editor ci hanno lasciato di stucco. Basti pensare che Blizzard ha incluso le opzioni per entrare nei palazzi, creare dialoghi interattivi e persino avere un inventario. Infine è possibile mescolare grafica e textures esistenti per crearne di nuove, cambiare l'illuminazione ambientale e inserire vari effetti grafici per personalizzare il mondo creato. Insomma, assieme alle modifiche apportabili ai mostri e alla generazione degli eventi, è quanto basta per creare un gioco vero e proprio.