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In quattro contro tutti

Torniamo sui campi di battaglia Dice con un'altra prova della parte single player di Battlefield: Bad Company 2.

PROVATO di Matteo Santicchia   —   23/02/2010

Versione testata: PC

In quattro contro tutti

A poco più di dieci giorni dall'uscita nei negozi, torniamo a parlare di Battlefield: Bad Company 2, sparatutto di Dice per Electronic Arts, un gioco che ha tutte le carte in regola per tentare di intaccare il dominio di Modern Warfare nel settore. Dopo averlo visto un mese fa a Stoccolma, è stato possibile provare un'altra porzione del single player, in modo da verificare le sensazioni avute nella breve sessione svedese. Questa volta invece di iniziare nel bel mezzo della storia imbastita dai ragazzi svedesi, abbiamo giocato le prime missioni. Storia che è poco più di un semplice canovaccio che lega i vari spostamenti su è giù per le Americhe, con il classico schema degli "indizi" che ci fanno raggiungere il luogo successivo ma che nei momenti in cui si fa palese, ovvero nelle cutscene di raccordo, si lascia guardare e ascoltare con grande piacere, vista la bontà del doppiaggio italiano e dell'interpretazione degli attori virtuali.

Combattimento urbano

La seconda missione invece ci porta con la squadra che si trova in territorio ostile, nel punto più a est della Federazione Russa, proprio di fronte all'Alaska. La Bad Company si trova sul posto per assistere un agente americano mandato in missione per trovare e mettere in sicurezza una particolare arma che potrebbe essere usata per un devastante attacco preventivo. Ovviamente niente va come dovrebbe andare e la squadra, che ufficialmente non fa parte dell'esercito degli Stati Uniti, deve sistemare le cose. La presa del villaggio innevato e la successiva fuga in camion inseguiti da un elicottero d'attacco ci dice molto sulla cifra stilistica del gioco, confermando quanto emerso dalle precedenti prove. Gli spazi sono molto più ristretti rispetto al primo capitolo e la scomparsa dell'oro che ci invitava a esplorare le vastissime mappe, arricchendo inoltre il ventaglio degli approcci disponibili, è stata sostituita da frenetici e tesissimi combattimenti casa per casa, con mezzi usati più come intermezzo altamente spettacolare che per reali necessità di gameplay. La maggior capacità di distruzione del motore Frostbyte 2.0 invita il giocatore a devastare ogni cosa, a cercare aggiramenti per prendere di infilata le postazioni nemiche, ma più in generale la libertà di movimento è limitata a questo.

In quattro contro tutti

E funziona alla grande, semplicemente una delle caratteristiche del primo capitolo è ora assente. Non che Bad Company potesse essere inteso come un free roaming, ma ora il sequel sembra volersi confrontare con la concorrenza sullo stesso piano, perdendo per strada una delle sue due peculiarità di gameplay che lo rendevano di fatto un prodotto piuttosto originale nell'affollato panorama degli fps. Se si continua a guardare indietro, si notano altri grossi cambiamenti. Come scritto nel precedente articolo è stato (finalmente) modificato il sistema di salvataggio. I check point sono intelligentemente distanziati l'uno dall'altro, ma cosa più importante i nemici uccisi tornano integralmente proprio come in qualsiasi gioco. Un'altra cosa che spicca è l'abbondanza di munizioni che si trovano in giro, o raccolte da terra o presenti in apposite casse, mentre è del tutto assente il trapano riparatutto per i veicoli - che torna nel multiplayer. Parlando di armi, come al solito il lavoro di Dice è maniacale: non tanto per l'ottimo campionamento sonoro, ma anche per la balistica e le sensazioni che restituiscono. L'impressione è che scegliere il ferro giusto possa fare la differenza nel proseguo del gioco. Sempre rimanendo in tema di bocche da fuoco, tutte quelle che troviamo e imbracciamo vanno a finire nella nostra rastrelliera personale e a inizio di ogni livello è possibile scegliere quali utilizzare, suddivise tra primaria e secondaria, con una delle due rigorosamente impreziosita da un bel lancia granate sotto la canna quando possibile.

Cuore di tenebra

La missione successiva cambia completamente setting e, dopo un breve giro in Blackhawk pilotato dall'hippy Flynn, la squadra viene mandata sulle rive del fiume Beni in Bolivia. Tutti quelli che lamentavano una certa monotonia nelle ambientazioni di Bad Company troveranno certamente piacevole la sarabanda di livelli messa in piedi da Dice. Cuore di Tenebra, questo il nome della missione nella giungla sud americana, ci affida come compito quello di cercare un altro agente, questa volta della CIA, vero esperto dell'arma in questione. Missione tutto sommato simile: ricognizione, assalto di un villaggio e l'ovvia difesa "del fortino" dall'altrettanto ovvio contrattacco nemico, condita però da una visita inaspettata di una nave sul fiume da distruggere nel più breve tempo possibile. Anche qui troviamo conferma a quanto scritto poco sopra, c'è "solo" il villaggio da ripulire e da radere al suolo, come lo si fa è però tutto nelle mani dei giocatori. Quello che però ha più impressionato del gioco è la qualità visiva del tutto. Giocato su PC a dettaglio alto e con una risoluzione di 1080p, Battlefield: Bad Company 2 risulta stupefacente sotto molti aspetti. L'illuminazione dinamica, la polvere alzata dai crolli (questa volta totali e progressivi delle costruzioni) e dalle esplosioni e gli effetti particellari rendono vive le battaglie, in un modo assai realistico e di grande impatto.

In quattro contro tutti

Spesso e volentieri ci si troverà a sparare nella "nebbia" a caso solo per tentare di far abbassare la testa dei nemici, dandoci la possibilità di muoverci di copertura in copertura. Copertura che tanto tale non è visto che comunque, anche degli sbarramenti in cemento armato possono essere sbriciolati dalle granate nemiche. Anche il dettaglio lascia spesso a bocca aperta, con texture spesso raffinatissime, come quelle delle mimetiche, così come la mimica facciale della squadra che riesce a strappare qualche risata. Anche il comparto audio fa il paio con quello grafico: giocare con un buon impianto surround è caldamente consigliato, sia per la spazialità dei suoni, quanto per la qualità degli effetti, un concerto cacofonico di esplosioni, ognuna con un riverbero particolare a seconda dell'ambientazione che ci rende spesso sordi quando una granata ci esplode troppo vicino. In definitiva questo secondo incontro col gioco, ci ha detto molto sul tipo di esperienza che ci aspetta. Sembra insomma che il campo di battaglia di Battlefield: Bad Company 2 sia più vicino alla concorrenza che a quello visitato nel prototipo, cosa che potrebbe far storcere il naso ai fan della prima ora. Quello che conta è che la guerra messa in scena da Dice è assolutamente spettacolare e di grande impatto, diversa forse dalle aspettative nate col primo episodio ma comunque di grande livello, bellissimo da vedere e molto, molto divertente da giocare.

CERTEZZE

  • Ambientazioni più varie
  • Grafica e audio di altissimo livello
  • Distruttibilità dell'ambiente migliorata

DUBBI

  • Linearità più marcata rispetto al prototipo
  • Spazi più stretti