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L'altro Need for Speed

L'anima più simulativa di Need for Speed è finalmente pronta a scoprirsi nella sua seconda, attesa incarnazione!

PROVATO di Umberto Moioli   —   30/11/2010

Versione testata: Xbox 360

La ridente Bathurst, con circa trentamila anime nel Nuovo Galles del Sud, in Australia, non risulta agli annali per nessun evento di proporzioni galattiche e, al di fuori dell'ambiente motoristico, si può considerare un luogo mediamente sconosciuto ai più. Al di fuori dell'ambiente motoristico, appunto, perché la cittadina sperduta nel continente oceanico ospita un circuito celebre per i suoi dislivelli e la sua pericolosità, un tracciato più volte rimaneggiato nel corso degli anni mentre bolidi su due e quattro ruote, queste ultime soprattutto legate al campionato Superstars V8, si sfidavano in un contesto decisamente unico.

L'altro Need for Speed

Suonerebbe quindi curioso che Slightly Mad Studios, in accordo con Electronic Arts, abbia deciso di inserire il tracciato tra i quattro mostrati e messi a disposizione per una prima prova di Need for Speed Shift 2: Unleashed, se non fosse che lo sviluppatore londinese, con alle spalle la collaborazione con SimBin per i vari GTR e GT Legend, si è negli anni più volte dimostrato completamente devoto alla materia automobilistica, al punto da elevare la creazione di un modello fisico e quindi di guida credibile a principale pilastro delle proprie produzioni. Quali premesse, speranze e novità hanno tracciato la linea da seguire nell'anno e mezzo di sviluppo che l'oggetto di questo provato ha oramai alle spalle, sono quindi stati i motivi di ricerca dell'incontro con il gioco avvenuto durante l'EA Winter Showcase di qualche settimana fa.

Visiera appannata

Quando Electronic Arts bussò alla porta di Slightly Mad Studios, questi avevano ormai completato il loro motore di nuova generazione, un gioiellino di enorme scalabilità che il colosso statunitense non voleva spinto ai suoi massimi estremi, in fondo non si trattava certamente di mettersi a concorrere con Live for Speed o iRacing o rFactor, ma aggiustato quel tanto che bastava da mantenere la sua efficacia nella rappresentazione di un mondo coerente e credibile, regalando al contempo un grado di sfida che potesse essere padroneggiato da tutti. Detto fatto, Shift restituiva una bella sensazione mentre al volante e, spostata l'inquadratura all'interno dell'abitacolo, il modello fisico trasferiva sul corpo del pilota e quindi sulla telecamera le sollecitazioni provenienti dall'asfalto e dall'ambiente circostante.

L'altro Need for Speed

Per Need for Speed Shift 2: Unleashed la strada intrapresa non poteva che essere il continuo di quella vecchia ed ecco che la prima novità, forse la più importante, sicuramente la più suggestiva, è la visuale dall'interno del casco: l'ulteriore grado di complicazione introdotto dalla riproduzione della forza G sul collo, le spalle e il resto del fisico del pilota complicano la vista, già di per sé ostacolata dal guscio protettivo che avvolge la testa, a causa di una serie di sobbalzi e scossoni, mentre gli occhi perdono il fuoco sul cruscotto più frequentemente che in passato e la visiera si appanna ai lati, dando l'impressione del caldo e della fatica sperimentati lì dentro. Superare un avversario su una salita di Bathurst o nella notte di Shangai, mentre si scoprono le curve di una versione rimaneggiata, più breve del circuito di Suzuka in Giappone oppure si tracciano a memoria le linee di quello storico di Spa-Francorschamps, assume un grado di complicazione e di gratificazione davvero notevole quando si utilizza la nuova visuale. Certo le immagini per secondo restano trenta e in fondo chi vorrà fare il proprio tempo migliore potrebbe trovare altre soluzioni più comode, però se nel primo caso nulla si può fare, scegliendo di ancorarsi a un frame rate più basso ma stabile in concomitanza con una cosmesi davvero efficace, dall'altro ci sono altre novità ad attendere gli utenti del titolo.

Questione di nome

Il complesso di modalità che caratterizzeranno Need for Speed Shift 2: Unleashed non è ancora stato discusso, tanto nella sua componente per singolo giocatore, quanto nel multiplayer.

L'altro Need for Speed

Possiamo già dare per certa, però, la presenza di un numero massimo di sedici automobili in pista - otto durante la carriera - così da garantire la miglior resa possibile dei bolidi di cui si sono acquistati i diritti, comprese le varie Alfa Romeo, Audi, Aston Martin, Mazda e Chevrolet già osservate e provate durante l'evento di presentazione. Un lavoro di fino verrà anche fatto per migliorare l'intelligenza artificiale: resterà la volontà, come nel capitolo precedente, di rendere appassionante ogni duello con anche l'ultimo tra i corridori incontrati in pista, puntando questa volta su una resa meno aggressiva ma al contempo più realistica degli avversari, chiedendo un miglior studio delle tattiche di volta in volta necessarie per superarli. In termini di infrastruttura verrà utilizzato l'Autolog, il sistema di aggregazione e condivisione dei risultati già sperimentato di recente in Need for Speed: Hot Pursuit, che verrà ancora una volta declinato per suggerire quali prove affrontare, per permettere di essere aggiornati sugli altrui risultati e per poter mostrare al mondo quanto ottenuto curva dopo curva; l'integrazione dell'Autolog all'interno di un modello di carriera e nel multiplayer di cui Shift era dotato, è un motivo di non poca curiosità che speriamo di poter soddisfare al più presto.

L'altro Need for Speed

Pad alla mano, Shift 2 non sembra discostarsi eccessivamente dal passato e i compromessi fatti per rendere accessibile il modello di guida, lasciano ancora a distanza di due anni soddisfatti dell'equilibrio che si è raggiunto. In modo simile il comparto tecnico è immediatamente riconoscibile e, tolto tutto il lavoro d'atmosfera legato alla visuale interna al casco, come descritto nel paragrafo precedente, quel che resta è un insieme convincente di macchine con un buon conteggio poligonale e circuiti estremamente dettagliati, con passaggi come la già citata corsa in notturna nella metropoli cinese che hanno sottolineato anche il lavoro svolto sulle luci, più convincenti che nel primo capitolo.
Sono parecchi, insomma, gli elementi ancora da scoprire e quindi valutare di questo Need for Speed Shift 2: Unleashed, ma il primo impatto non si può dire niente meno che convincente e solido, lasciando ben sperare per quello che la prossima primavera potrebbe essere un bel regalo agli appassionati dell'anima più simulativa della serie Electronic Arts.

Come giocare per davvero...

Tanto per non farsi mancare nulla, i rappresentanti di Electronic Arts e Slightly Mad Studios intenti a mostrare Need for Speed Shift 2: Unleashead hanno messo a disposizione dei presenti una postazione dotata di D-Box 500. Il prodotto, comprensivo di sedile ergonomico e volante più pedaliera Logitech G27, vede la sua particolarità in un sistema pneumatico che, in accordo con quanto accade sullo schermo, muove questo trabiccolo da oltre sessanta chilogrammi. Il prezzo del prodotto non è stato specificato ma dovrebbe ammontare a qualche migliaio di dollari, giustificati anche da un buon supporto di titoli attraverso il software dedicato.

CERTEZZE

  • Le basi solide del capitolo precedente
  • La visuale interna al casco è di grandissimo impatto
  • Sempre bello da vedere
  • L'integrazione dell'Autolog...

DUBBI

  • ...in attesa di capirne l'integrazione con le opzioni di Shift
  • Aspettiamo i dettagli riguardanti la nuova carriere e il multiplayer