Il videogiocatore professionista, nel senso di giocatore appassionato, nasce innegabilmente dall'incontro di due necessità: quella di fare cose divertenti e quella di farle attraverso una tecnologia ad alto tasso di smascellamento. Insomma: il videogiocatore che tutto sa e tutto gioca, lo fa anche perché affascinato dalla pura forza bruta che eruttano chip e tasselli in silicio. Non ci si può fare nulla, era così, è così e probabilmente continuerà a essere così: perché è bello, perché siamo nel 21° secolo e perché se vuoi godere della massima espressione della tecnologia al servizio del quotidiano, dell'utente finale e lontana dai centri di ricerca della NASA, devi citofonare ai videogiochi.
Quindi le console (e la componentistica varia del mondo PC) costano. Costano molto. A volte costano davvero troppo... ma troppo per chi? Sempre e solo per il vecchio videogiocatore. Quello che è tutto pieno di adolescenza, rigurgita ormoni, mastica virilità puberale ed è spesso svuotato di fogli nel portafogli. Eccola qui una delle più classiche tra le incomprensioni del vecchio mondo dei videogiochi: colossi dell'elettronica che provano a vendere a dei ragazzini, centrali tecnologiche che non possono permettersi. E allora che si fa? Si abbassa il prezzo. Anche a costo di rimetterci? Ma per Diana, certo, anche a costo di rimetterci! Altrimenti a Gigiottino come ci arriviamo? Che Gigiottino c'ha il papà impiegato e va bene tutto, ma 1000 Euro non li spende. Facciamo 500 ed è già tanto.
Ma quanto mi costi?
Il fortunato Gigiottino, all'alba del 2007, avrà avuto in camera (o in salotto) un lettore Blu-ray quando i lettori Blu-ray ancora costavano uno sproposito, un hard disk da 80 GB in versione super slim e un adattatore wireless, il tutto incastonato in un mattone di altissima tecnologia che, per comodità, chiameremo PlayStation 3. Pochi anni prima avremmo potuto chiamarlo Xbox. O, ancora prima, PlayStation. O, ancora prima... ci siamo capiti.
Tutte vendute in perdita, perché poi ci si rifa con le royalty sui giochi e via andando. Fino a quando qualcuno ha detto basta, perché va bene seguire le regole già scritte (e, magari, imposte proprio da questo qualcuno), però così ci facciamo del male. D'altronde andate a chiedere agli azionisti di una qualsiasi altra azienda di un qualsiasi altro settore... andate a chiedere che ne pensano se l'etichetta di cui detengono tot azioni decide bene che il proprio prodotto di punta per i prossimi tre, quattro, cinque anni sarà venduto in perdita. Che succede? Succede che gli mangiano il cuore.
Allora quel qualcuno ha pensato bene di tenerselo il cuore. E che ha fatto? Ha fatto che il Wii è poco più di un GameCube e si paga più di un GameCube, a cinque anni di distanza. Perché va bene l'amicizia e l'ampio parcheggio, ma rimetterci pure i soldi... quelli no. Allora ha fatto che il DS non è gratis. Allora sta per fare che il Nintendo 3DS lo paghi quel che lo paghi (250 Euro), perché probabilmente quello è il prezzo di mercato di quella tecnologia, senza sconti e senza deroghe alla vecchia usanza di dar via il fondoschiena pur di finire nelle tasche e negli zaini dei ragazzini.
Questione di punti di vista
Perché, per fortuna, nel frattempo anche gli over-30 e gli over-40 sono diventati videogiocatori (o meglio, sono rimasti videogiocatori, è la prima generazione di amanti di Pac-Man e Donkey Kong, che ha messo su famiglia da tempo), e quindi il problema si fa meno pressante. Se vuoi la console, la paghi. A meno che non si tratti di furto: tutto sommato di gente che ha deciso che un Wii costasse troppo per quel che offriva, ce n'è. O anche PlayStation 3, Xbox 360 e giù di lì.
Ora, la questione vera, portata all'attenzione del grande pubblico dall'imminente lancio proprio del 3DS e della futura NGP (PSP 2 per chi non vuole bersi gli acronimi idioti) è questa: ma le console portatili sono ancora solo console portatili o invece sono Console Portatili? E fermi con quei sassi, spiegazione: sono le stesse console portatili che abbiamo sempre conosciuto, cioè degli evoluti Game & Watch, degli scaccia pensieri, dei Gig Tiger più belli e colorati? Sono solo questo? Ovvero una tecnologia che va bene, per carità, "ma per fare sul serio gioco a casa"? O, invece, anche agli occhi di Sony e Nintendo, una nuova PSP e un nuovo DS hanno esattamente lo stesso valore potenziale di una nuova console da salotto?
Chi ha detto che, per forza, un handheld debba rappresentare una sorta di fratellino della bestia casalinga? Lo ha detto, negli anni, la stessa tecnologia che per ovvi motivi relegava al mondo fatto di divani e scrivanie il massimo del suo potenziale. Ma ora che quella stessa tecnologia va sempre più inseguendo la miniaturizzazione e ora, soprattutto, che il pubblico è sempre più quello di una generazione che si muove, che è sempre connessa, che è tutta un riempirsi le tasche di aggeggi smart... allora Nintendo 3DS è il grande, nuovo, lancio di un hardware Nintendo. E costa quel che costa, perché deve tenere ancora in piedi la baracca e perché di sconti non se ne fanno qui. E allora PSP 2, che a naso pare un piccolo mostro cui non dar da bere dopo la mezzanotte, è credibile che vorrà essere venduta a un prezzo per cui gli azionisti di Sony non debbano farsi domande e imparare a elaborare nodi scorsoi.
L'autore
Mattia Ravanelli scrive di videogiochi, nel bene e nel male, dal 1996. Ha collaborato con e coordinato svariate realtà editoriali, nel bene e nel male, tra cui: Game Power, Zeta, PlayStation Magazine Ufficiale, Nintendo la Rivista Ufficiale e GamesRadar.it.
E il prezzo?
Il discorso va di certo elaborato al netto del misterioso prezzo che accompagnerà il nuovo parto di Sony nei negozi a fine 2011, ma è palese che, almeno in casa Nintendo, il trend sia quello. Un po' di storia: il Game Boy viene venduto al lancio a 99 dollari negli USA, il Game Boy Advance idem, il Nintendo DS a 150 verdoni e il Nintendo DSi XL addirittura a 190 bigliettoni. Pare ovvio che il percorso avviato da Wii sia arrivato a compimento coi 250$ del Nintendo 3DS. Attenzione: il discorso in questo momento prescinde dalla giustificazione tecnologica o meno di un prezzo simile. Quel che conta è che Nintendo non si pone più il problema di non poter oltrepassare una certa soglia. Videogiocare costa. Altrimenti tutti al campetto col pallone.