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C'è indubbiamente qualcosa di spirituale in questo luogo...

Quale spada vi ucciderà? La vostra o quella dei vostri nemici?

PROVATO di Volodia Pellegrini   —   09/02/2011
C'è indubbiamente qualcosa di spirituale in questo luogo...

L'importanza della serie Total War nell'ambito degli strategici non merita certo presentazioni: da dieci anni, oramai, i titoli del marchio Creative Assembly sono considerati il vero e proprio punto di riferimento del genere. Da Shogun: Total War di acqua sotto i ponti ne è passata molta: è passato Medieval, è passato quel Rome che più di ogni altro ha stravolto e ringiovanito la serie ed è passato anche Medieval II che l'ha portata all'apice della sua grandezza. Per fortuna è passato anche il meno riuscito Empire, poi riscattato dall'ottima espansione stand alone Napoleon.
Nel dover per forza tornare in qualche modo indietro nel tempo - preferiamo non pensare ad un Total War ambientato nel '900 - gli sviluppatori avevano prevalentemente due vie: o riprendere in mano la serie da Rome, o ricominciare da capo dando un seguito all'indimenticato capostipite dell'intera saga, e, come ben sappiamo, si è alla fine optato per quest'ultima possibilità, dando alla luce Shogun II: Total War. Di questo titolo si è già molto parlato, sia tramite diari di sviluppo che attraverso anteprime e provati, che hanno dimostrato tanto la bontà del lato tecnico del gioco, in grado di mostrare un'impatto grafico superlativo, che di quello storico, con una ricostruzione piuttosto azzeccata delle lotte tra clan che hanno caraterizzato la storia giapponese tra il XVI e il XVII secolo, senza lesinare inoltre particolari sulle interessanti modalità multiplayer del prodotto, per i particolari delle quali vi rimandiamo all'articolo dedicato. E per noi poveri fautori del single player? Mettetevi comodi, perchè è giunto finalmente il nostro momento.

Come questi germogli, stiamo tutti morendo

Ciò che si aspetta da un Total War non è il semplice tintinnio delle spade, nè un banale fragore di armi da fuoco, e nemmeno che le unità sotto il nostro comando eseguano gli ordini prontamente. Tutto ciò lo vogliamo da un qualsiasi strategico, a Total War si chiede di più. Si chiede un bilanciamento perfetto delle varie peculiarità dei singoli reparti, si chiede una gestione di battaglia minuziosa ed efficace, si chiede di sentirsi un vero comandante sul campo e non un banale uomo moderno che si rilassa in un momento di noia. Si chiede anche una componente gestionale accurata, per poter governare il nostro popolo e il destino dei nostri generali senza temere che comportamenti illogici da parte del computer facciano sfumare tutto ciò che si è sapientemente preparato (il riferimento alla diplomazia del tutto casuale è voluto).

C'è indubbiamente qualcosa di spirituale in questo luogo...

Bene, in Shogun II è quello che, almeno nelle intenzioni degli sviluppatori, avremo. Non vi saranno rivoluzioni epocali sul sistema di gioco, come c'è stato ai tempi di Rome o con le battaglie navali di Empire, ma si cercherà di perfezionare ulteriormente quello che si è visto. I menù vengono snelliti e resi più intuitivi, la provincia divisa in tante piccole città (come già visto in Empire), la diplomazia arricchita di nuove possibilità e il tutto viene reso più interessante dall'implementazione di alcune nozioni basilari del bushido giapponese, come la maggior importanza dei legami di sangue, l'attenzione estrema verso una condotta onorevole ed infine la possibilità di togliersi la vita per lavare le proprie colpe.

All'aumento della profondità si nota anche l'unione di una maggiore intuitività sullo schermo, con le varie tabelle riassuntive di regno, finanza, clan e ricerca - qui sostituita dallo studio delle norme del codice d'onore, sviluppando una cultura basata sulla guerra piuttosto che sul commercio o sulla diplomazia - disposte più ordinatamente e dalla più veloce consultazione e risoluzione rispetto al passato. L'ambientazione storica ha ovviamente cambiato qualcosa a livello politico, con consiglieri e guerrieri al posto di ministri e burocrati e senza tanti problemi di democrazia ed elezioni. Ogni buon politico sa che purtroppo non si può sempre governare con onestà e che a volte l'intrigo e la congiura sono armi necessarie per evitare con un singolo delitto di stato anni di guerre sanguinose. Anche in Shogun II avremo infatti gli agenti: ninja, gheishe, sacerdoti e principesse si prodigheranno nel mettere a disposizione le loro innate qualità, chi per uccidere e sabotare, chi per spiare, o per convertire alla nostra causa, con un gradito ritorno dei video di intermezzo divertenti e parodistici spariti dai tempi di Medieval II.
Per quanto riguarda la gestione delle singole province, ognuna presenta una capitale a cui si aggiungono varie cittadine, cave e così via, dove sviluppare le vettovaglie necessarie al mantenimento della regione e delle truppe. Ed esattamente come in Empire, avremo solo un ristretto numero di slot di costruzione per città e sarà il computer a dirci quali edifici si potranno mettere in coda e quali invece no. Svilupperemo così regioni specializzate in una determinata direzione tra esercito, economia e istruzione, invece di avere un miscuglio disordinato di tutto quanto sullo stile di Medieval II e predecessori.

Un vero uomo non pensa alla vittoria o alla sconfitta.

Esauriti i convenevoli diplomatici e gestionali, ogni buon signore sarà richiamato ad affrontare sul campo coloro che saranno meno propensi alle soluzioni pacifiche per gestire i problemi. Le battaglie di Shogun II, pur mantenendo le caratteristiche tipiche della serie, avranno alcune importanti innovazioni rispetto i predecessori.

C'è indubbiamente qualcosa di spirituale in questo luogo...

La prima importante caratteristica è la drastica riduzione delle unità reclutabili. Pregio o difetto che sia, scordiamoci definitivamente le centinaia di unità di Medieval per un approccio più simile a quello di Empire, dove ogni nazione aveva praticamente le medesime truppe. In Shogun 2: Total War avremo arcieri, cavalleria e fanteria, tutti nelle varianti leggeri e corazzati. E qui ci fermiamo. Certo, esistono truppe particolari come samurai armati di fucile per coloro che si convertiranno al cristianesimo, ma la direzione rimane quella. Tuttavia, vi sarà un incremento notevole delle abilità delle singole unità, con diverse formazioni per le fanterie o stili di attacco dei tiratori, dando più enfasi quindi alla gestione accurata delle capacità dei singoli reggimenti piuttosto che allo sfruttamento di decine di tipologie diverse di soldati da mandare al macello. Per quel che riguarda i campi di battaglia, l'unico aggettivo utilizzabile è "stupefacenti". Ambientazioni come mai si sono viste, effetti di riflessione sulle acque, agenti atmosferici, distorsioni visive dovute a incendi e telecamera traballante se avvicinata a cavalieri alla carica o ad artiglierie che fanno fuoco. Ma anche ombre dinamiche, edifici deformati dalle esplosioni e navi dai movimenti ancor più realistici e armoniosi che in Empire, addirittura pollini e fiori portati dal vento durante le campagne primaverili, ottimi modelli tridimensionali dei soldati (sebbene ci sia un po' la sindrome del clone) e gustosissime le animazioni del singolo duello. Lo spettacolo vuole la sua parte, e questo in Creative Assembly sembrano saperlo, ma sanno anche che tutti vogliono poterne godere, ed infatti grazie ad una scalabilità pressochè totale sarà possibile far girare il motore grafico anche in sistemi non proprio all'ultimo grido. Diciamo che dove Empire gira al massimo, Shogun II girerà a livello medio-alto.

C'è indubbiamente qualcosa di spirituale in questo luogo...

Parlando invece della diretta esperienza sul campo, la differenza rispetto ai predecessori è una cosa che si mostra lentamente, solo dopo qualche ora ci si rende conto che si compiono azioni e si danno ordini diversi da quelli che si davano negli altri giochi della serie. Si nota che si hanno meno unità ma che le si gestisce più attentamente, che il nemico ragiona un po' meglio sfruttando a sua volta le abilità dei singoli reggimenti e che il sistema tipico della morra cinese (cavalleria batte arcieri ma perde contro i fanti che vengono spazzolati dagli arcieri) è garantito con maggiore perfezione dalla minore tipologia di reparti, anche se ovviamente la fanteria base resta comunque in svantaggio contro la cavalleria pesante e gli arcieri contadini poco faranno contro samurai corazzati. Sperando che tutto ciò non sia fumo negli occhi per far poi uscire, a pagamento, decine di unità che potevano benissimo essere inserite nella versione base. C'è tuttavia da dire che nella versione preview che abbiamo avuto occasioni di provare si sono sempre affrontati scontri relativamente ridotti, dove non si sono visti nè i promessi cinquantaseimila soldati in movimento sul campo nè tantomeno le difficoltà di microgestione che potrebbero nascere nelle armate più grandi.

Chiudiamo con un appunto sulle battaglie navali. Ridotte anch'esse di numero, le navi si dividono essenzialmente in tre categorie: mercantili, da ingaggio a distanza e da abbordaggio, lasciando come obiettivo principale quello di coprire le seconde con le prime, indebolendo gli equipaggi nemici o liberando dalle scorte gli obiettivi dei futuri arrembaggi, se a dirlo sembra abbastanza banale, a farlo da esattamente la medesima impressione, fermo restando che difficilmente un tutorial rende veramente l'idea di ciò che rappresenta.

C'è indubbiamente qualcosa di spirituale in questo luogo...

Volendo quindi fare un riassunto dell'esperienza single player che si è potuta provare, abbiamo sicuramente un aspetto tecnico a dir poco superlativo, dai modelli alle animazioni passando per gli ambienti e gli effetti speciali. Per quanto riguarda il gameplay, i cambiamenti e le evoluzioni non sono evidenti, nè si manifestano fin dal primo momento: ci vorranno ore e ore di gioco e più battaglie prima di accorgersi che l'approccio generale è cambiato, che si presta attenzione a cose che prima si lasciavano predefinite (le frecce infuocate per dirne una) e che non si tratta del solito gioco, sebbene purtroppo ci si renda anche conto che si è voluto mantenere lo stile di Empire nella gestione di province e costruzioni, mantenendo quindi una certa rigidità nello schema evolutivo della propria fazione.
A poco più di un mese dal rilascio, comunque, Shogun II si mostra soddisfacente sono tutti i punti di vista, dal multigiocatore rinnovato al singolo che, pur non mutando radicalmente, cambia quanto basta per essere fresco ed interessante, con alcuni notevoli ritorni al passato e buone idee prima assenti. Resta da vedere se i pochi dubbi saranno fugati per sempre, e se i raggi dei samurai brilleranno nel cielo finchè qualcuno non importerà mitragliatrici e cannoni a far tramontare per sempre la poesia e la cultura del Sol Levante.

CERTEZZE

  • Campagna tattica di grande spessore
  • Multigiocatore promettente
  • Graficamente da urlo

DUBBI

  • Le ridotte scelte relative alle truppe potrebbero non soddisfare i fan della prima ora..
  • ... sperando non siano dovute a strane politiche dei DLC