"Lead and Gold non è stato il punto da cui siamo partiti a lavorare per questo nuovo progetto, però avere esperienza nel campo dei titoli multiplayer è qualcosa di fondamentale. E' quello che serve per migliorare costantemente, titolo dopo titolo", così Gordon Van Dyke, ex DICE per cui era stato producer sulla serie Battlefield, introduce War of the Roses. E' il primo gioco che segue da quando è stato annesso tra le fila del publisher Pradox Interactive, una scelta giustificata dalla voglia di avere un ruolo di spicco nella fase di produzione.
Qualcosa che ne soddisfi le ambizioni. Il suo compito è quello di supportare gli sviluppatori, Fatshark Games già creatori del sopra citato sparatutto in terza persona ad ambientazione western e di Hamilton's Great Adventure, nelle fasi che accompagneranno la nuova fatica all'uscita, prevista per il 2012. Nel corso della GamesCom 2011, nonostante non sia stata mostrata alcuna versione di War of the Roses, solo alcuni materiali preliminari, ci siamo potuti sedere allo stesso tavolo, parlare delle idee e del concept che ne stanno ispirando lo sviluppo e cercare di capire quali ambizioni può nutrire nel non facile panorama competitivo.
Dinastie in lotta
Il setting di War of the Roses si può dire tutto, tranne che non sia originale per un videogame: gli anni tra il 1455 e il 1485, quando Lancaster e York, nel nord dell'Inghilterra, si massacravano in una sanguinosa guerra per ragioni dinastiche. Le battaglie furono brutali e il contesto storico, in un importante periodo di passaggio, segnò anche la comparsa di inedite tendenze in fatto di combattimento.
I giocatori verranno buttati in mezzo a questo conflitto e attraverso una serie di modalità multiplayer a squadre dovranno cercare di avere la meglio sugli avversari: non ci sono dettagli sulle partite implementate ma sapendo che le mappe si ambienteranno in boschi, enormi campi, villaggi, castelli e simili contesti medievaleggianti, non è difficile immaginare che si andrà dal classico team deathmatch fino a partite ad obiettivi più complesse. Ci sarà, inoltre, la traduzione a tema di meccaniche di progressione persistenti oramai immancabili in ogni titolo che fa della componente competitiva la sua anima: giocando bene si otterranno punti esperienza, quindi si scaleranno livelli e gradi, facendoci partire dal semplice soldato fino ad arrivare al titolo di nobile. A ciascuno di questi gradini corrisponderanno elementi per la personalizzazione del personaggio e via dicendo; la solita trafila. I contenuti non sembrerebbero insomma allontanarsi più di tanto da quelli oramai standard per un gioco multiplayer in digital delivery ma, oltre al setting, un altro elemento tra quelli citati da Van Dyke ci ha incuriosito. Pare infatti ci sia stia impegnando moltissimo sugli scontri corpo a corpo, che saranno il cuore del gameplay. Si passerà dalle spade lunghe a quelle corte, dalle asce da guerra fino alle mazze, agli scudi e via dicendo, senza dimenticarsi gli archi per chi preferisse colpire a distanza. Anche se pare che l'uso di questi rimarrà sempre secondario rispetto a quello delle armi melee.
Tra l'altro, mentre attendiamo di capire in che modo è stato disegnato il sistema di controllo, ci è stato spiegato come la visuale in terza persona sia ispirata a quella di Gears of War:
piuttosto che star ferma alle spalle del personaggio si avvicinerà in certe situazioni, traballando in modo differente quando si infliggeranno o subiranno colpi. Un ulteriore motivo di coinvolgimento, con movimenti di camera e cambi di prospettiva personalizzati in base allo strumento d'offesa scelto. Avendo giocato a suo tempo Lead and Gold, ci siamo preoccupati di chiedere che modifiche fossero in cantiere per la componente tecnica del multiplayer e a quanto pare War of the Roses utilizzerà un motore completamente nuovo, migliore non solo da un punto di vista visivo ma anche in quanto a netcode e matchmaking. Per il momento non ci sono altre informazioni e la data d'uscita, prevista per il 2012 inoltrato, ci darà modo di tornare a parlarne. Magari per introdurre l'esperienza single player che, seppur secondaria a quella multigiocatore, pare riserverà alcune sorprese. Rappresentando tra l'altro un punto di partenza per i nuovi arrivati prima di lanciarsi sui pericolosi campi di battaglia online.
CERTEZZE
- Setting interessante
- L'impegno promesso nell'implementazione di combattimenti e di una telecamera studiate con cura
DUBBI
- Le promesse sul fronte tecnico andranno mantenute
- Originalità delle modalità e del profilo persistente