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Quattro chiacchiere con i creatori

Al BlizzCon 2011 non poteva mancare il confronto tra sviluppatori e utenti, un botta e risposta di approfondimento su molti aspetti del gioco

Vi avvertiamo, state per entrare in un campo minato, questa è roba da veri nerd. Se non avete mai giocato a World of Warcraft o non ci giocate da tempo, ciò che leggerete nelle prossime righe potrebbe risultarvi incomprensibile. Da anni il team creativo dedica alcune ore del BlizzCon a un simpatico confronto con i giocatori, rispondendo con ironia a domande e curiosità, fornendo qualche gustosa anticipazione sui contenuti a venire.

Quattro chiacchiere con i creatori

Per alcuni giocatori questi eventi "Q&A" sono anche l'occasione per esprimere critiche o perplessità sullo stato del gioco, al punto che talvolta gli utenti più esperti riescono perfino a mettere in crisi gli sviluppatori stessi, fornendo al contempo qualche nuova idea o soluzione da integrare nel gioco. Senza contare i siparietti che hanno reso famosi alcuni utenti, ricordate il "tizio con la maglietta rossa" del BlizzCon 2010? Bando alle ciance, dunque, vediamo cosa è saltato fuori da questi veri e propri interrogatori.

Questione di numeri

Uno dei momenti più interessanti del BlizzCon 2011 è stata la mini-conferenza condotta dai responsabili del team artistico di World of Warcraft, i quali hanno illustrato alcune tra le migliorie tecniche che verranno apportate al gioco con Mists of Pandaria, a cominciare da un nuovo engine che gestisce le ombre ambientali in modo molto più dinamico e realistico. I video mostrati rendevano perfettamente l'idea di questo miglioramento, dimostrando ancora una volta come Blizzard riesca a sfruttare in modo sempre più accattivante un motore vecchio di anni eppure ancora oggi ricco di sorprese.

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Tuttavia, i designer stessi si rendono conto che alcuni elementi visivi risultano oggi anacronistici e per questo motivo sembra che, finalmente, sia in ballo una seria revisione dei modelli poligonali delle vecchie razze, in modo da allinearli ai modelli e alle texture utilizzate recentemente per alcuni importanti NPC come Thrall o Varian Wrynn o per la stessa nuova razza giocabile dei pandaren, che presenta dieci volte il numero di "ossa" delle vecchie razze. I pandaren sono stati il fulcro di numerose domande rivolte agli sviluppatori durante il confronto sulle meccaniche, le professioni e gli oggetti del gioco: inutile dire che è più la nuova classe Monk che la razza stessa a suscitare curiosità, sopratutto a fronte dei cambiamenti che verranno apportati a strategie e setup ormai consolidati. Tutto è ancora in divenire, ovviamente, ma secondo Greg "Ghostcrawler" Street l'introduzione del Monk non sconvolgerà il gioco in modo particolare, inserendosi nei raid e nei party come una comune classe ibrida, benché molto più originale del solito. A proposito di ibridi, si è discusso parecchio anche dello Shaman, una classe un po' trascurata, sopratutto nella specializzazione Enhancement. In base ad alcuni recenti cambiamenti, in particolare all'abilità Wind Shear, il pubblico ha chiesto lumi sul destino di questa classe sfortunata:

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Street è stato un po' vago ma in generale si parla di alcuni miglioramenti già nella patch 4.3 e ulteriori modifiche in occasione dell'espansione. Simili dubbi sono stati espressi in merito ad alcune classi, come Mage specializzato Arcane e Druid specializzato Balance, il cui sistema di gioco sembra attualmente far leva sopratutto su un paio di abilità: anche questo problema dovrebbe essere risolto da Mists of Pandaria con l'aggiunta di nuove magie e l'inedito sistema di talenti, il quale sta suscitando non poche polemiche. Niente è definitivo, ha tenuto a precisare Street, e c'è molto tempo per cambiare gli elementi meno convincenti della nuova filosofia di World of Warcraft. C'è stato anche il tempo per discutere le problematiche di alcune professioni, in particolare Jewelcrafting ed Engineering: la prima, ritenuta un po' anonima, sembra che sarà un po' più importante nella prossima espansione; per quanto riguarda gli ingegneri, il problema è sempre quello dell'equilibrio: al momento non ci sono piani particolari ma in futuro verranno sicuramente aggiunti altri oggetti da costruire di una certa qualità, come gli "occhiali" con gli slot appositi per i "cogwheel", cavalcature meccaniche e altre amenità.

C'era una volta...

Bisogna ammettere che quest'anno il team creativo capitanato da Chris Metzen ci è sembrato piuttosto fiacco, colto alla sprovvista su numerose tematiche che sono state glissate o discusse con forse un po' troppa ironia e poche certezze. La questione più spinosa e concordata, a giudicare dalle urla di consenso del pubblico, riguardava il fatto che ultimamente la storia di World of Warcraft si è evoluta sopratutto tramite romanzi e fumetti piuttosto che nel gioco vero e proprio. Chris Metzen ha ammesso l'entità di questa problematica, spiegando che inizialmente Blizzard ha ritenuto necessario approfondire la mitologia del gioco tramite altri media, al punto forse di avere un po' esagerato. Tant'è che alcuni eventi raccontati nei romanzi più recenti hanno avuto stranamente poco risalto nella storia di Cataclysm, ne è un esempio il conflitto tra Rhonin e Deathwing. Molti giocatori preferirebbero assistere all'evoluzione della storia nel gioco vero e proprio e il team ha rassicurato il pubblico che in futuro verranno raccontanti videoludicamente molti più eventi importanti, come dimostrerà presto la prossima patch. Inutile dire che durante questo confronto sulla trama hanno avuto una parte importante i pandaren e il loro inserimento nel mondo di gioco, considerato da molti utenti inappropriato o fuori luogo.

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Chris Metzen ne ha approfittato per mettere un punto fermo sulla questione, spiegando che i pandaren sarebbero dovuti essere aggiunti alla fazione dell'Alleanza già in The Burning Crusade, ma sono stati poi scartati a favore dei draenei per motivi tecnici e commerciali. Il team è adesso contento di aver fatto questa scelta perché ha potuto dedicare ai pandaren un intero continente con quindicimila anni di storia alle spalle, piuttosto che una singola regione, sottolineando l'affetto che gli sviluppatori nutrono per questa razza introdotta nel 2003 con Warcraft III: The Frozen Throne (ebbene sì, prima di Kung Fu Panda). Metzen ha assicurato che i pandaren sono molto più complessi e profondi di quanto appaiono, la loro cultura è appassionante e i loro nemici saranno davvero inquietanti. A proposito di nemici, si è tornato a parlare di Illidan Stormrage e Arthas Menethil: le possibilità di rivedere quest'ultimo sono piuttosto scarse, benché al momento sia ignota l'ubicazione dei frammenti della spada Frostmourne. Per quanto riguarda il demoniaco Illidan, invece, Metzen ha affermato di voler riprendere il personaggio, ma servirà il momento opportuno per farlo. Lo stesso vale per una delle razze più amate dai giocatori: la rinascita dell'impero dei troll sarà una storia che si evolverà lentamente, Metzen ha dichiarato che i semi sono stati gettati nella patch 4.1 con il ritorno dei Zandalari e che "qualcosa" conduce questo folle branco di troll.

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Un altro Old God, forse? Di sicuro, la mitologia cosmica di World of Warcraft è uno degli aspetti che Metzen vorrebbe esplorare, purtroppo però la comunità è più interessata al fantasy tradizionale e al momento non ci sono piani per queste tematiche. Tuttavia, Metzen ha citato alcuni fili narrativi in sospeso davvero esaltanti, come la flotta di draenei dispersa nello spazio, la continua espansione della Legione Ardente e i veri scopi dei misteriosi Titani. Progetti a lungo termine, tuttavia, e al momento bisogna concentrarsi su questioni più urgenti, come l'identità stessa delle fazioni: secondo Metzen all'Alleanza servirà presto un capo degno di questo nome, perciò sarà aggiunta in futuro una serie di quest incentrate sullo sviluppo del personaggio di Varian Wrynn. I giocatori diventeranno temporaneamente suoi scudieri e dovranno accompagnarlo in una serie di avventure epiche che renderanno il re di Stormwind un personaggio ancora più importante. Insomma, nei prossimi mesi ne vedremo davvero delle belle.