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Ubisoft Digital Day

Il publisher francese presenta la sua gamma di titoli per il digital delivery

SPECIALE di La Redazione   —   21/12/2011

Non c'è solo I Am Alive nel catalogo digitale di Ubisoft: se il travagliato prodotto in sviluppo presso lo sede di Shangai è la punta di diamante, in quanto a richiamo e interesse, nella prima parte del 2012 altre quattro uscite si spartiranno lo spazio disponibile sulle homepage di Xbox Live e PlayStation Network. Si tratta di un pacchetto variegato che mescola generi estremamente diversi tra loro ma anche retaggi e target di pubblico spesso opposti. Li abbiamo provati tutti e ve li descriviamo brevemente di seguito, riportando le nostre impressioni in attesa di poter mettere le mani sulle versioni definitive. I periodi di uscita sono previsti entro il primo quarto dell'anno venturo nel caso di Babel Rising e Shoot Many Robots, un po' dopo spostandosi a Rayman 3: Hoodlum Havoc HD ed Haste.

Rayman 3 HD

Si parte con una riesumazione. Rayman 3: Hoodlum Havoc HD non viene ricordato come il più riuscito capitolo della serie nata dal genio di Michel Ancel, ma resta un buon esempio di platform 3D che, se venduto a un prezzo contenuto, potrebbe comunque essere interessante. Anche perché si parla di una ventina di ore di gioco, rimasterizzate in alta definizione ma rimaste pressoché invariate da un punto di vista contenutistico. Nonostante l'aggiunta di classifiche, obiettivi e mini giochi.

Ubisoft Digital Day

Preso in mano il pad Xbox 360, a evidenziarsi è da subito la fluidità permessa dall'ovvio surplus di potenza garantito da questa generazione di console, così come valido anche a distanza di anni è lo humor che permea le linee di dialogo tra il protagonista e il resto del cast. Nessun problema con i controlli, reattivi al punto giusto, e la resa grafica che grazie a uno stile coloratissimo e fumettoso, non rimarca troppo il deficit tecnologico. Certo negli ultimi tempi il genere platform è mutato, strizzando sempre più l'occhio a una deriva action che qui non è presente e potrebbe finire per mettere in luce tutto il gap creatosi tra i prodotti recenti e uno vecchio di otto anni. Difficile che questa riedizione possa passare agli annali come l'acquisto da fare a tutti i costi in digital delivery nei prossimi dodici mesi, ma è altrettanto possibile che un gruppetto di nostalgici e curiosi trovi buone ragioni a sufficienza per investire 10-15 euro in questo salto nel passato.

Shoot Many Robots

E arriviamo a quello che ci è sembrato il gioco più promettente del quartetto. Shoot Many Robots è uno shoot'em up a scorrimento orizzontale con grafica 3D ma gameplay orgogliosamente bidimensionale. Il titolo in sviluppo presso Demiurge Studios permuta il fortunato filone riproponendolo con tanto di cooperativa a quattro persone online - oppure due in locale - centinaia di nemici e una buona dose di demenzialità. Anche suggerita dal setting: un incontro tra gli Stati Uniti d'America del sud, con annessi luoghi comuni sulla popolazione zotica del posto, e una fantascientifica apocalisse robotica.

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Dove sta quindi il bello di un'esperienza tutto sommato già vista? Intanto i primissimi passaggi che abbiamo sperimentato godevano di una buona varietà contenutistica, tra nemici e situazioni differenti da cui uscire indenni. In secondo luogo, dando un rapido sguardo alla mappa che fa da meta livello da cui accedere ai singoli schemi, ci sembra di poter affermare che si prospetta un'esperienza decisamente lunga e articolata. Infine, al termine di ogni sfida si può tornare nel proprio caravan per mettere mano all'equipaggiamento del personaggio, modificando l'arsenale e il vestiario. A un primo sguardo sembrano essere state inserite davvero moltissime tra armi e modifiche estetiche, da sbloccare sfruttando i bulloni raccolti facendo a pezzi i nemici oppure acquistati online. E proprio il sistema di micro transazioni lascia ancora diverse domande: non sappiamo, infatti, in quale misura sarà solo un modo per velocizzare l'acquisizione di certi oggetti oppure l'unica maniera per evitarsi di grindare ancora e ancora gli stessi livelli. C'è da dire che essendo Shoot Many Robots solo cooperativo e non competitivo, si pongono molti meno problemi di bilanciamento e in fondo gli acquisti extra dovrebbero rimanere qualcosa di marginale. Per il momento ci è rimasta una certa voglia di tornare a provarlo, di sicuro ha delle buone potenzialità.

Babel Rising

Passare dalla piattaforma iPhone a Xbox Live Arcade e PSN, per un gioco come Babel Rising, implica diverse difficoltà. Il costo su tutti, risulta più che decuplicato nell'operazione di porting a causa dei differenti standard di prezzo che vigono sulle diverse piattaforme, imponendo anche un netto salto in avanti per quanto riguarda la ricchezza contenutistica.

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Nel caso in questione le meccaniche, un misto tra un puzzle game e alcuni elementi strategici che, mettendoci nei panni di una divinità, chiedono di impedire la costruzione della Torre di Babele scatenando sciagure assortite sulle teste dei poveri lavoratori, sono state mantenute pressoché invariate. E declinate su tre distinte modalità: Sopravvivenza, Campagna e Multiplayer. Totalmente nuovo invece il comparto tecnico che abbandona la grafica bidimensionale a favore di una terza dimensione efficace sia nella modellazione, pur semplice, di ambienti e personaggi, sia negli effetti che accompagnano i poteri in nostro possesso. Il grande salto in avanti, però, è quello che coinvolge i sistemi di controllo: se di default al touch screen viene sostituito il pad, Babel Rising garantisce anche pieno supporto a Kinect e Move, così da strizzare l'occhio ai possessori delle due periferiche sempre in cerca di nuovi titoli con cui rimpolpare la propria softeca. Nel corso dell'evento abbiamo potuto mettere mano alla versione PlayStation 3, sperimentando come lo schema di controllo scelto per Move sia estremamente semplice e immediato, seppur reso un po' ostico sulle prime da un'imperfetta gestione della telecamera. Molto comunque dipenderà dalla quantità di livelli e situazioni implementate, ovvero gli aspetti dove anche l'originale faceva più fatica a brillare.

Haste

Nella testa di molti, un gioco incentrato sulle corse tra ATV non è forse tra le primissime priorità di acquisto per l'anno venturo. In compenso, se la corrente generazione ha visto parecchi esponenti del genere venir pubblicati, è altrettanto vero che il mercato del digital delivery è rimasto relativamente scarico e un'opzione budget potrebbe soddisfare i curiosi di questa nicchia racing che non sono disposti a investire in un'uscita a prezzo pieno.

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Techland, celebre per Call of Juarez e più recentemente Dead Island, si sta muovendo in questa direzione con Haste: si tratta del solito mix di gare classiche e a punti, piste fantasiose e un modello di guida ultra arcade dove curve al limite del possibile si alternano a salti da decine di metri che si fanno un baffo del concetto stesso di fisica. Per rendere più completa l'esperienza non mancano neppure il turbo e un sistema di moltiplicatori del punteggio. Interessanti alcune sfide poste direttamente sui percorsi, come dei bersagli su cui atterrare o paletti da attraversare in spericolati slalom, ma al netto di queste piccole modifiche, quella che abbiamo provato è un'esperienza molto vicina a quella dei vari Pure e Nail'd. Bisognerà capire se la qualità complessiva sarà più vicina a quella del primo o del secondo. Per ora c'è l'immediatezza e anche un buon comparto grafico, per quanto lo stile non sia davvero nulla di esaltante, e bisognerà solo mettersi a soppesare ogni parte dell'offerta per valutare quanto valga la pena investire i soliti 800-1200 Microsoft Points o l'equivalente in euro per la versione PSN.