Abbiamo provato AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed su PlayStation 4, titolo il cui arrivo su console di attuale generazione è in realtà previsto per il prossimo 20 luglio 2021. Merito naturalmente del publisher, che pare tenere abbastanza a quella che può essere considerata a tutti gli effetti un'operazione celebrativa. Difatti AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed non è molto noto nel mondo Occidentale, complice il fatto che il capitolo originale non vi sia mai arrivato: AKIBA'S TRIP, per chi se lo ricorda, venne pubblicato due generazioni fa, su PSP, il 19 maggio 2011.
A distanza di ben dieci anni, che nel mondo videoludico valgono quanto cinquant'anni della vita di un individuo, gli sviluppatori di Acquire hanno pensato bene di confezionare una bella remastered, che "bella" lo è fino ad un certo punto, ma che almeno avrà il privilegio di essere distribuita per la prima volta in tutto il mondo, Italia compresa.
Passiamo dunque alle nostre considerazioni dopo le prime ore di prova: per l'esattezza abbiamo dovuto fermarci, su richiesta dell'editore, al termine del capitolo 2.
La trama: vita ad Akihabara, Tokyo
L'intera avventura di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed è ambientata ad Akihabara, celeberrimo quartiere di Tokyo. Se non ne avete mai sentito parlare, sappiate che si tratta di un vero e proprio luogo di pellegrinaggio per donne e bambini, vecchi e giovani, ma tutti rigorosamente amanti di manga, anime, videogiochi ed elettronica in generale. I protagonisti del gioco e, per la cronaca, sarete proprio voi a delinearne nome, fattezze e indumenti durante i primi minuti dell'avventura. Subito dopo per lui (o lei) avrà inizio una sorta di calvario soprannaturale, al tempo stesso grottesco e divertente.
Difatti abbiamo omesso un particolare fondamentale per la trama di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed: la zona di Tokyo in questione è letteralmente invasa da esseri soprannaturali, una sorta di vampiri in grado di eliminare facilmente gli altri esseri umani, soprattutto (va da sé) di notte. Facile intuire dunque perché le sparizioni e i massacri per le vie, nell'ultimo periodo, siano aumentati. Persino lo stesso protagonista si ritrova trasformato in uno di essi nel tentativo di difendere il suo migliore amico.
Vampirizzato dalla bella Rui, che ha deciso di non lasciarlo morire, il nostro alter ego si unisce ad uno speciale gruppo di resistenza, il quale ha scoperto un modo tanto fantasioso quanto efficace per combattere i nemici soprannaturali ad armi pari. Vale a dire: spogliarli ed esporli alla luce del giorno. La prima delle due cose va intesa in modo assolutamente letterale, e rappresenta quella dose di erotismo tipicamente giapponese che in patria avrà pur senso, mentre in Occidente lascia molto il tempo che trova: fortuna che comunque la produzione rinuncia da subito a prendersi sul serio.
Gameplay che (sembra) un po’ invecchiato
Della trama di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed preferiamo non dirvi altro: ci sarà tempo in sede di recensione per analizzare protagonisti, antagonisti, comparse e ritmi narrativi. Sul gameplay invece va spesa qualche parola, anche per tentare di capire quanto al giorno d'oggi abbiano ancora senso idee proposte, in un certo modo, su una precisa piattaforma dieci anni fa. È chiaro che se pensiamo che si tratta di un gioco PSP del 2011, quasi tutto può essere scusato, anche evidenti mancanze, anche le sbavature, anche gli ovvi limiti tecnici. Però tenendo a mente che abbiamo fra le mani una remastered del 2021, una domanda è lecita: è tutto qui?
Il fatto è che il gameplay di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed è molto invecchiato. Va bene il non prendersi sul serio, ma come beat 'em up davvero siamo alle prese con un'offerta stantia. A suo tempo, forse, la libertà del giocatore era molto interessante: nei fatti possiamo ingaggiare scontri nei quartieri di Tokyo un po' con chi vogliamo, è sufficiente correre finendo addosso ad un dato passante, lanciare qualche schiaffo, senza contare le sfide "ufficiali" con i boss, necessarie per proseguire nella trama. Tutto questo, però, appare rigido, impreciso, più affidato al caso che alle capacità del giocatore, e troppo spesso anche confusionario. È facile, ad esempio, che alla battaglia a suon di ceffoni si uniscano altri passanti a caso, che tutti colpiscano assieme nella stessa minuscola area di gioco; che inizino compenetrazioni ed errori nell'esecuzione di alcune mosse; che qualcosa non risponda come dovrebbe.
La principale meccanica di combattimento del titolo prevede che si svestano gli avversari, letteralmente: bisogna colpirli con un certo comando a ripetizione (per esempio X) e poi tenere premuto sempre X quando il nemico lampeggia: a quel punto una mossa speciale priva il nemico di una parte del suo indumento. Lo svestimento mira a lasciare in mutande (e volendo in reggiseno) l'incauto avversario: a questo punto, se lo stesso è un essere umano normale, si dà alla fuga. Se è un vampiro, beh, lo saprete bene cosa accade a queste creature alla luce del sole, si dissolvono, muoiono tra atroci tormenti, carbonizzate.
All'inizio la meccanica è divertente, strappa un sorriso; alla lunga onestamente non abbiamo idea di quanto possa diventare fuori luogo e ripetitiva, confidiamo almeno che verrà un po' approfondita, con mosse variegate e rese un filo più strategiche. Di questo però potremo parlare solo in sede di recensione. Come prossimamente parleremo anche più nel dettaglio della gestione della mappa di gioco e dell'equipaggiamento del protagonista, per commentare infine il comparto tecnico della remastered.
La nostra prova di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed non ci ha lasciato particolarmente entusiasti: il titolo sembra invecchiato oltre ogni lecita aspettativa, complice una remastered che non sembra aver insistito più di tanto sugli aspetti positivi della produzione. Ad oggi, dopo alcune ore di gioco, sembra che questa operazione abbia riproposto un videogioco forse anche importante per l'era PSP, almeno in Giappone, ma senza valorizzarlo, senza crederci per davvero. Spunti simpatici, sia narrativi che nel gameplay, ce ne sono parecchi: resta da capire quanto spazio meritino considerando l'intera avventura, che pure dovrebbe durare un bel po' di ore. Torneremo ad immergerci nell'area di Akihabara, affronteremo i vampiri alla luce del giorno, se servirà lo faremo pure di notte; infine torneremo da voi con un voto preciso. Intanto, per sicurezza, non entusiasmatevi troppo.
CERTEZZE
- La meccanica della svestizione è curiosa e originale
- Il fascino di Akihabara non si discute
- Il pubblico Occidentale riceve finalmente il primo capitolo della serie
DUBBI
- Tecnicamente sembra indietro di almeno una generazione
- Cliché, frasi fatti e stereotipi a gogo
- Sembra un po' ripetitivo...