Anche se ormai siamo abituati a considerarla parte integrante del mondo dei videogiochi, la storia di Annapurna Interactive è relativamente giovane. Fondata il primo gennaio del 2017, questa divisione interna di Annapurna Pictures ha rapidamente iniziato a deliziare i palati più fini degli appassionati, scovando e finanziando una moltitudine di piccole gemme emerse dal sottobosco indipendente: What Remains of Edith Finch, Gorogoa e Outer Wilds sono solamente tre esempi illustri in un catalogo che, anno dopo anno, non smette mai di aggiungere nuova carne al fuoco, mantenendo l'asticella della qualità ben oltre gli standard del settore.
Una presenza, quella di Annapurna, che si è fatta talmente ingombrante da riuscire a ritagliarsi uno spazio sui grandi palchi dell'estate dei videogiochi, nella forma di uno showcase che non ha nulla da invidiare agli eventi più blasonati. Se lo scorso anno la casa ha sfiorato il sogno Game of the Year grazie allo straordinario impatto mediatico del gatto protagonista di Stray, oggi la palla passa in mano a una nuova generazione di videogiochi: in mezzo alle tante sorprese di cui è stata costellata la presentazione, si legge più di ogni altra cosa la volontà di Annapurna di raddoppiare su tutta la linea; la casa, dopo aver alzato il sipario su diversi lavori dei suoi protetti, è infatti scesa direttamente in campo con la prima grande produzione sviluppata da uno studio interno, un'ulteriore testimonianza del rinnovato impegno nel settore dei videogiochi.
Analizziamo tutti i giochi annunciati durante l'Annapurna Interactive Showcase, raccontando la presentazione e soprattutto svelando qualche dettaglio aggiuntivo che ci è stato comunicato nel dietro le quinte.
Blade Runner 2033: Labyrinth
Proprio Blade Runner 2033: Labyrinth rappresenta il frutto della volontà di Annapurna Interactive di presentarsi in prima linea sul campo di battaglia. Il game director sarà Chelsea Hash, nota per essere comparsa nei titoli di coda di grandi successi come What Remains of Edith Finch e Solar Ash; dopo venticinque anni dall'ultima volta, assisteremo all'emersione di un nuovo videogioco ambientato nell'universo di Blade Runner: si tratta del frutto di una partnership con Alcon Interactive Group, un accordo che si è risolto nella formazione di un team di sviluppo interno - il primo nella storia del publisher - apparentemente composto da grandi nomi del sottobosco indipendente.
Blade Runner 2033: Labyrinth, come suggerito dal titolo, è ambientato nel 2033, idealmente a cavallo fra gli eventi dell'originale Blade Runner cinematografico e quelli raccontati nel sequel Blade Runner 2049; la vicenda, ovviamente, si srotolerà lungo i fondali di una distopica versione di Los Angeles ormai investita dal Blackout. Le sequenze mostrate rendono ancora molto difficile individuare i contorni del progetto - è complicato anche solo ipotizzarne il genere - ma in ragione dell'esperienza maturata da Annapurna Interactive è plausibile che si tratti di un videogioco di forte stampo narrativo, messo in movimento dall'ispirato design che ha fatto brevemente capolino dai contorni del trailer di annuncio.
COCOON
Torna a mostrarsi ancora una volta COCOON, il nuovo videogioco del gameplay designer di LIMBO e INSIDE Jeppe Carlsen, e questa volta lo fa nella forma di un pirotecnico trailer dedicato al gameplay che mostra i muscoli dell'innovativo "sistema di mondi" alla base del progetto: porta su un livello completamente nuovo l'idea del balzo dimensionale già incontrata ad esempio in Ratchet & Clank: Rift Apart. Questa volta, tuttavia, a corredo delle sequenze di giocato è arrivata anche la comunicazione ufficiale della data di uscita, ovvero il prossimo 29 settembre 2023.
Vincenzo Lettera ha provato COCOON in occasione dei Days of Play della Summer Game Fest, definendolo "la rivelazione indie dell'anno e, letteralmente, un gioco fuori dal mondo". In effetti, la meccanica alla base dell'opera consente di balzare fra numerosi universi paralleli contenuti all'interno di strambi bozzoli, che sono in tutto e per tutto assimilabili alle biglie comparse nel finale del primo film di Men in Black. Tra riusciti segmenti d'azione, enigmi che richiedono totale padronanza dei bozzoli e mondi fra cui saltare senza soluzione di continuità, non è assolutamente una sorpresa che l'ultimo titolo di Jeppe Carlsen abbia immediatamente catturato l'attenzione del pubblico.
Lorelei and the Laser Eyes
Ad aprire le danze dell'ultimo evento videoludico di giugno ci ha pensato Lorelei and the Laser Eyes, nuovo videogioco di Simogo, studio indipendente svedese composto da Simon Flesser e Magnus "Gordon" Gardebäck. La coppia di creativi sembra aver cambiato decisamente direzione in seguito all'ultimo grande successo, ovvero Sayonara Wild Hearts, virando dall'azione pop e l'immaginario synthwave per abbracciare una deriva radicata nel passato dello studio, più orientata verso l'introspezione e la componente narrativa.
Lorelei and the Laser Eyes è un criptico videogioco la cui ispirazione artistica viaggia fra la dimensione onirica, l'elemento sovrannaturale e le tinte del tipico "esperimento governativo", un titolo del quale è estremamente difficile comprendere la vera natura. Gli sviluppatori hanno mantenuto intatta questa fitta coltre di mistero anche nella spiegazione che ci hanno fornito in privato: una donna vaga in cerca di risposte nei confini di quella che potrebbe sembrare una villa barocca, forse un antico hotel, oppure un museo diroccato; bisognerà guardare con attenzione, osservare ogni dettaglio, tenere d'occhio numeri, puzzle e pattern ricorrenti, con il fine ultimo di risolvere il grande enigma dietro il progetto, portando a termine un folle viaggio che profuma di incubo surreale.
Lushfoil Photography Sim
Lushfoil Photography Sim è un "solo project" dell'autore australiano Matt Newell che vive della messa in scena di un mondo meraviglioso e che si muove sulle note di una rilassante colonna sonora ambient; scopo del progetto è quello di replicare alcuni dei luoghi più interessanti del pianeta, dando vita a vasti segmenti di esplorazione che richiamano il trekking, con il fine ultimo di sfruttare una macchina fotografica minuziosamente replicata nel motore di gioco per scattare immagini mozzafiato.
Se la macchina ricalca pedissequamente tutte le funzionalità tipiche di una DSLR e consente al giocatore di incidere su ciascuna delle opzioni che fanno parte della professione del fotografo, anche il mondo può piegarsi al suo volere, assumendo i tratti distintivi di una sorta di avanzata "photo mode" capace di influire direttamente sull'illuminazione e sulle condizioni atmosferiche. Oltre ad essere stati creati in Unreal Engine 5, gli ambienti offrono una lunga serie di caratteristiche pensate per premiare l'esplorazione in sé e per sé, mettendo sul piatto percorsi nascosti, interazioni segrete con lo scenario e persino macchine fotografiche celate negli angoli più remoti delle meraviglie naturali.
Bounty Star
Bounty Star è il titolo d'esordio dello studio di sviluppo DINOGOD, una fucina che sa perfettamente ciò che vuole e l'ha condensato nei confini di un titolo rotondo e a fuoco. Si tratta di un videogioco d'azione in terza persona che combina un profondo sistema di combattimento basato sui mech con un segmento più rilassato, votato alla costruzione e al mantenimento di una base operativa. La vicenda orbita attorno a Clementine McKinney, una veterana di guerra nonché esperta pilota di mech che vuole diventare una grande forza del bene nel Red Expanse, una variante postapocalittica - in puro stile Mad Max - del profondo sud-ovest degli Stati Uniti.
Protagonista assoluto di Bounty Star è il combat system basato sul controllo del mech, un amalgama d'azione che sembra riservare uno spazio importante per le combo e soprattutto per la personalizzazione; il Desert Raptor Mk II è infatti un veicolo da battaglia che può essere rifinito nei minimi particolari - premiando difesa, offesa o mobilità - al fine di dimostrarsi il più fedele alleato dell'aspirante cacciatrice di taglie. Egualmente importante è la componente gestionale, che consente a Clementine di trasformare lo sgangherato garage che sfrutta come base operativa in una fortezza autosufficiente, magari corredata da campi coltivati e pascoli di bestiame.
Mundaun
Pubblicato originariamente nel 2021, Mundaun di Hidden Fields arriverà ufficialmente su Xbox Series X|S e PlayStation 5 con supporto completo a 4k/60Fps e una serie di feature recenti fra cui spicca anche il supporto alla lingua italiana. L'opera, interamente disegnata a matita, è un racconto horror ambientato in un'oscura valle delle Alpi che mescola mito e realtà, e nell'anno della pubblicazione è stata in grado di imporsi fra i migliori titoli indipendenti della generazione, specialmente nel genere di riferimento.
Mundaun è un videogioco horror in prima persona che si snoda in una serie di vasti livelli aperti punteggiati di segreti da scoprire, reinterpretando praticamente tutte le caratteristiche tipiche dei classici survival horror anni '90. Tra enigmi, oggetti da tener sempre sott'occhio nell'inventario e criptici NPC che si crogiolano nella commistione fra leggenda e realtà, a spiccare è il sistema di gestione della paura. Proprio come accade negli incubi peggiori, il sistema di movimento si fa sempre più lento a seconda del grado di terrore provato dal protagonista. Se già non è per niente piacevole sentire le gambe che non vogliono muoversi nei confini di un sogno, lo è ancor meno sullo sfondo di un'esperienza di questo tipo.
Ghost Bike
Arrivato al successo internazionale grazie ai risultati raggiunti dalla serie Nidhogg, Messhof Games ha presentato il suo prossimo progetto, frutto del totale stravolgimento delle antiche atmosfere che ha finito per tratteggiare i contorni di Ghost Bike. La colonna sonora pazzesca, lo stile grafico accattivante, soprattutto il gameplay apparentemente ricamato attorno alla guida di una bici da corsa, raccontano un'opera interessante seppur estremamente asciutta nella comunicazione; fortunatamente, abbiamo avuto accesso a qualche informazione aggiuntiva capace di svelare l'effettiva ambizione del progetto.
La missione del protagonista di Ghost Bike è quella di riportare in essere l'ultima "Ghost Bike", ovvero lo strumento sfruttato dai corrieri che operano fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Sfidando i fantasmi in gare di velocità e prendendosi cura del proprio mezzo ci si potrà avvicinare sempre di più all'oltretomba; l'avventura si snoda in un mondo semi-aperto che sarà apparentemente costellato di sfide, di personaggi, di pezzi unici per personalizzare la bici e di tutto ciò che serve per rendere accattivante un lungo viaggio su due ruote, che ciascun giocatore potrà portare a termine con i suoi tempi e i suoi ritmi.
Thirsty Suitors
Il collettivo Outerloop Games si è preso il palco dell'evento con Thirsty Suitors, un folle videogioco che mescola skateboarding, pazzi combattimenti a turni, un'estetica over-the-top e una premessa narrativa che strizza l'occhio a Scott Pilgrim vs. the World. La vicenda orbita attorno a Jala, una ragazza che si trova nella stretta dei genitori oppressivi e della "matriarca" Nani, e che dovrà "riconciliarsi" con i suoi ex fidanzati, posto che il processo di riconciliazione passa attraverso una serie di battaglie che sembrano uscite direttamente da Yakuza: Like a Dragon.
Thirsty Suitors poggia principalmente su tre pilastri: i combattimenti a turni, che sono un elemento chiave dell'esperienza di gioco; le sezioni di skate, che alzano il sipario sullo scenario di Timber Hills e sui segreti che lo caratterizzano, aprendo anche segmenti di gioco dedicati alla guerra con delle gang di skater; infine le fasi dedicate alla cucina, che dietro la realizzazione di piatti sud-orientali per impressionare la madre di Jala nascondono sequenze d'azione al cardiopalma. Insomma, si tratta di un mix di generi e ispirazioni a dir poco folle, probabilmente il più assurdo dell'intero showcase.
Flock
Hollow Ponds e Richard Hogg hanno già lavorato insieme ad Annapurna Interactive in occasione della pubblicazione di I Am Dead, titolo che ha raccolto un discreto successo di pubblico e di critica. Questa volta, un'ispirazione completamente diversa ha dato i natali a Flock - che letteralmente significa sia stormo che gregge - una rilassante avventura cooperativa che mette i giocatori nei panni di "pastori del cielo" capaci di radunare un gruppo di tenere creature volanti con le quali fluttuare in una vasta ambientazione.
Siamo nell'orbita dei cosiddetti "cozy games", quel genere di videogiochi che - quasi a ricordare l'esperienza ASMR - mirano a creare un contesto caldo e accogliente capace di cullare il giocatore per ore di divertimento spassionato. In Flock, i giocatori possono esplorare un vasto mondo aperto in cerca di creature da aggiungere al proprio gregge volante, svelando tutti i segreti dell'ambientazione e collezionando orde di adorabili creature. Una volta gettate le basi dello stormo, è possibile guidarlo verso pascoli inesplorati in compagnia di amici, magari nell'inseguimento delle varianti più rare ed elusive. L'opera accoglie anche un sistema di crafting legato alla lana che è possibile ottenere dalle pecore, utile per realizzare vestiti, cappelli e persino calzini unici.
to a T
Sviluppato da Keita Takahashi con il team di uvula, to a T è un'opera realizzata in partnership con AbleGamers, celebre fondazione americana che si occupa del miglioramento dell'accessibilità nel contesto dei videogiochi, in modo di consentire alle persone con disabilità di godere al meglio del medium. Si tratta di un'avventura narrativa con una forte enfasi sul tessuto dei personaggi, della storia, delle interazioni e dell'esplorazione, un viaggio che si snoda in tanti piccoli episodi scanditi dai minigiochi e le attività che punteggiano la cittadina al centro della produzione.
in to a T si indossano i panni di un adolescente caratterizzato da una postura unica - del tutto assimilabile alla classica T-Pose - che prova a vivere una vita normale in una piccola località costiera. Accompagnato dalla madre amorevole e dal suo fedele amico a quattro zampe, il ragazzo dovrà andare a scuola e confrontarsi con gli immancabili bulli, scoprendo lentamente il potere celato dietro la sua particolare postura, che si rivelerà parte di una misteriosa eredità.
Stray arriva su Xbox
Stray di BlueTwelve Studios, titolo che ha letteralmente spaccato internet in seguito all'esordio su piattaforma PlayStation, varcherà finalmente i cancelli di Xbox Series X|S e One a partire dal prossimo 10 agosto 2023, portando il più inusuale dei candidati al GOTY anche sulle sponde della casa di Redmond.
Per chi ancora non lo sapesse, Stray è un'avventura narrativa in terza persona che mette il giocatore nei panni di un gatto, intento nella navigazione di una distopica metropoli dalle tinte cyberpunk. Asciutto nelle interazioni e votato interamente all'osservazione del mondo attraverso lo sguardo di un felino, Stray si è dimostrato un successo straordinario, dimostrando ancora una volta al mondo intero la vera potenza dei gatti, creature il cui fascino è in grado di far vacillare persino i più stoici degli esseri umani. E i videogiocatori non rappresentano certo l'eccezione alla regola.
Storyteller arriva su Netflix
Pubblicato originariamente su Steam e Nintendo Switch, Storyteller di Daniel Benmergui si appresta ad approdare anche sulle coste dell'offerta Netflix, con supporto a iOS e Android. Non si tratta di una semplice operazione di conversione, perché il rilancio sarà accompagnato da un corposo aggiornamento volto ad aggiungere nuovi capitoli, nuove tematiche e nuovi personaggi capaci di stravolgere anche l'esperienza delle storie passate.
Storyteller è un puzzle game che fornisce al giocatore una serie di strumenti, ovvero personaggi, ambientazioni ed emozioni, con i quali comporre una serie di storie uniche sfruttando il sempreverde espediente della tavola fumettistica. Mescolando le carte in tavola è possibile svelare costantemente nuovi risvolti e fissare i contorni di un'infinità di racconti, dando vita a favole, a tragedie degne di Shakespeare o a qualsiasi folle variazione sul tema che possa saltare in mente al giocatore.
Marumittu Games e Glass Revolver
Come da tradizione, il palco dell'Annapurna Interactive Showcase è anche il teatro nel quale vengono annunciate le nuove partnership con studi di sviluppo nascenti. Il primo protagonista dei cosiddetti Developer Spotlight è stato Marumittu Games, studio di Kyoto fondato da Hiroco Shiino e Akira Mitsuhashi, marito e moglie che, lasciata la software house per cui lavoravano, si sono messi in proprio e si trovano attualmente all'opera sul misterioso Project D, criptico titolo ambientato in un futuro plausibile del quale hanno condiviso una discreta manciata di artwork.
Dopodiché è toccato a Glass Revolver, casa del solo-dev Jacob Williams, salito agli onori della cronaca in seguito alla pubblicazione di ITTA, ispiratissimo bullet hell d'azione avvolto in un'affascinante atmosfera decadente e soprattutto arricchito da una ricca componente narrativa. Al momento si trova al lavoro su WE KILL MONSTERS, e la speranza è che questo progetto riesca ad alzare ulteriormente l'asticella rispetto al predecessore, che già di per sé rappresentava un'eccellenza nel sottobosco di opere pensate da un singolo individuo.