Dopo venti intense ore di gioco, cominciamo a formulare i primi giudizi su gameplay e grafica del nuovo ambizioso progetto di Bioware ed Electronic Arts, ovvero Anthem. Ambientato in un futuro lontano, nel quale gli esseri umani vivono un'esistenza legata a credenze tribali e religiose di forte impatto, i personaggi di Anthem possono contare un livello tecnologico estremamente avanzato, che fa degli ibridi con i mech il suo punto di forza. Mentre vari cataclismi stanno sconvolgendo gli equilibri, una serie di fazioni, divise per categoria e mansione, mantengono quindi l'equilibrio scontrandosi a più riprese. L'alter ego del giocatore fa invece parte degli specialisti, soldati che, a seguito di un duro addestramento, si sono prodigati nel recupero e nella protezione di Fort Tarsis, l'hub principale del gioco.
Come raccontato nel provato di Emanuele Gregori di qualche giorno fa, su cui si basa il video in testa all'articolo, ognuno degli specialisti ha la possibilità di utilizzare una tuta robotica, che lo trasforma in una vera e propria macchina da guerra. Tra migliaia di scontri con creature mostruose e bande di fuorilegge, la missione principale è quella di garantire la sopravvivenza della società e dell'unica città ancora in piedi. Nulla di troppo originale sulla carta, ma ciò che sorprende è la cura con la quale vengono sviluppate la narrazione e la storia. Ogni singolo dialogo, infatti, approfondisce il background degli interlocutori e, di conseguenza, del mondo. Ogni scena di intermezzo è curata nei minimi dettagli e la quantità di documenti e nozioni da poter leggere per scoprire la storia del mondo di Anthem, ne fanno uno degli universi più interessanti degli ultimi anni.
A livello di gameplay, sparare in Anthem è davvero un piacere. Senza velleità di realismo e con uno stile puramente arcade, ritrovarsi nel pieno dell'azione ed utilizzare il proprio Strale, ovvero la tuta robotizzata, restituisce un impatto straordinario. Ci sono poi quattro classi di Strali, ognuna con caratteristiche uniche che trasformano totalmente il sistema di gioco. Certo, le attività sono tutte molto simili, e le meccaniche non brillano certo per originalità, ma l'elemento più eccezionale di Anthem è la sua libertà di movimento. Oltre a beneficiare della varietà offerta dalle tute robotiche, il gameplay di Anthem sfrutta ogni elemento della mappa, tanto in orizzontale quanto in verticale. Gli equipaggiamenti comprendono armi e bonus universali, oltre ad abilità e vantaggi unici per ognuna delle quattro classi. Le abilità stesse sono oggetti da creare o recuperare sul campo, prima di equipaggiarli in uno dei tanti slot disponibili. Le missioni non brillano per varietà, riducendosi spesso alla ricerca di frammenti e all'eliminazione di varie ondate di nemici; ma questi sono elementi comuni al genere.
Anche la scelta di vivere l'hub principale con una visuale in prima persona ha senso, nell'ottica di immergere di più nell'universo di gioco; tuttavia la lentezza di movimento e l'impossibilità di raggiungere i vari menù passando semplicemente per la mappa, sono limitazioni difficili da capire. Certo, la Zona di Lancio permette di compiere quasi tutte le azioni in maniera più agevole, ma utilizzarla fa perdere dialoghi e interazioni fondamentali per portare avanti la storia e completare la campagna. Ogni singolo aspetto del gioco richiede poi un caricamento e manca un teletrasporto durante il gioco in mondo aperto. Inoltre non si può cambiare il caposquadra del team o vedere sulla mappa quali missioni appartengono ad uno specifico giocatore. C'è poi un teletrasporto automatico che si attiva non appena un compagno raggiunge una zona successiva della missione, con annesso nuovo caricamento di svariati secondi. Tutti elementi ai quali è possibile trovare una soluzione nel tempo.
La grafica è invece sbalorditiva, e si distingue tra le migliori del genere per orizzonte visivo, qualità dei modelli, sequenze d'intermezzo, espressioni facciali e animazioni.
La data di uscita di Anthem è fissata per il 22 febbraio su PC, PlayStation 4 e Xbox One.
