Febbraio si è dimostrato un mese ricco per gli appassionati di sparatutto, visto che ha portato su PC e console due pezzi da novanta del genere. Parliamo ovviamente di Metro Exodus e Anthem, due titoli che, nella loro diversità, si divideranno il tempo di chi ama gli shooter. Ma qual è il migliore? E chi dovrebbe scegliere l'uno o l'altro gioco? Per rispondere a queste e altre domande abbiamo realizzato questo video, dove mettiamo a confronto due filosofie di sparatutto.
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Campagna: single player VS multiplayer online
La prima, sostanziale differenza tra Metro Exodus e Anthem, riguarda il modo in cui si fruisce l'esperienza di gioco. Metro Exodus, come abbiamo spiegato anche nella nostra video recensione in 4K, è il classico sparatutto in singolo, dove si affronta una campagna ben strutturata e incentrata su una solida sceneggiatura. Niente fronzoli o modalità alternative: solo una storia da seguire dall'inizio alla fine, con giusto qualche missione secondaria utile a variare il gameplay. Meglio se dopo aver giocato i precedenti capitoli della serie. Anthem, al contrario, si concentra sul multiplayer cooperativo. Giocare online è obbligatorio e, sebbene le missioni si possano affrontare anche da soli, il vero fulcro è condividere l'esperienza con amici e altri giocatori. Ciò però non significa che manchi la profondità narrativa. Ogni scena di intermezzo è infatti curata nei minimi dettagli e la quantità di documenti presenti ne fa uno dei nuovi universi più interessanti degli ultimi anni.
Visuale: prima persona VS terza persona
La differenza di approccio tra Anthem e Metro Exodus passa anche attraverso la visuale scelta dagli sviluppatori. Anthem è uno sparatutto in terza persona. La prospettiva alle spalle del protagonista permette di vedere l'ambientazione circostante e, soprattutto, il proprio strale, ovvero l'armatura personalizzabile che rappresenta uno dei punti di maggior impatto del gioco. La visuale in prima persona non è quindi un'opzione in combattimento, anche se è stata adottata all'interno dell'hub per aumentare il senso di immersione. Lo stesso senso di immersione che è uno dei punti centrali di tutta l'esperienza offerta da Metro Exodus. Per questo la visuale in prima persona è stata la scelta più ovvia per gli sviluppatori, che hanno anche implementato alcune soluzioni interessanti per l'interfaccia, dove l'equipaggiamento occupa uno spazio visivo reale: per esempio, la maschera si sporca e riduce la visuale, mentre l'orologio del protagonista permette di avere sempre sotto controllo la durata dei filtri anti radiazioni.
Ambientazione: open world VS esplorazione lineare
A livello di ambientazione, Metro Exodus ha livelli molto più vasti rispetto a quelli dei precedenti capitoli: ma questo non lo rende però un open world. I grandi scenari, infatti, sono ancora limitati da percorsi obbligati, che aumentano il senso di pericolo derivato dagli incontri con i mostri che infestano questo universo post-apocalittico. Tutto il contrario di Anthem, che fa del suggestivo open world uno dei suoi maggiori punti di forza. Spostarsi per le terre di Bastion è un piacere, anche grazie a una libertà di movimento straordinaria, che ha pochi concorrenti nel genere. Certo, tutto questo implica una cura inferiore nella resa degli scenari e del level design, che in Metro è senza dubbio più studiato e coeso.
Grafica: 4A Engine VS Frostbite
A proposito di scenari, quelli di Metro Exodus sono straordinari, per varietà, gestione dei particellari e degli effetti speciali. L'illuminazione degli ambienti è molto realistica e risulta ancor più eccellente quando si attiva il ray tracing. Le uniche sbavature riguardano la qualità degli interni e alcuni aspetti sottotono della vegetazione, oltre ai modelli dei personaggi che sono modesti sia per espressività facciale sia per le animazioni, un po' troppo legnose. Se da una parte il 4A Engine fa il suo dovere, dall'altra anche il Frostbite si difende molto bene. Pur essendo un titolo solamente online, infatti, Anthem riesce a sbalordire anche a livello di grafica. L'orizzonte visivo, la qualità dei modelli, le sequenze d'intermezzo, le espressioni facciali e le animazioni sono infatti tra le migliori all'interno del genere. Se l'obiettivo è spingere al massimo il vostro PC, insomma, entrambi i giochi saranno capaci di dare ottime soddisfazioni.
Longevità: Fine VS Continua...
L'ultimo elemento di grande differenza tra Metro Exodus e Anthem è la longevità. Metro, infatti, è un'esperienza chiusa e conclusa: superate le 20-25 ore di gioco necessarie a raggiungere i titoli di coda, l'avventura termina a tutti gli effetti, lasciando la tipica soddisfazione di leggere la parola fine dopo aver superato una bella sfida. In Anthem, invece, i titoli di coda sono solo un nuovo inizio. Per certi versi, infatti, questa tipologia di giochi comincia quando finisce, aprendosi in un endgame in continuo aggiornamento. Il supporto degli sviluppatori negli anni dipenderà anche dalla risposta dei giocatori, ma è probabile che il titolo Bioware vi tenga compagnia per più di qualche mese, con nuovi contenuti gratuiti che andranno ad arricchire l'esperienza.
Questi erano gli elementi principali che caratterizzano Anthem e Metro Exodus, e viste queste enormi differenze, è impossibile stabilire quale sia il migliore in assoluto. Senza dubbio, però, offrono esperienze adatte a una tipologia di giocatori piuttosto che a un'altra. E voi, a quale appartenete? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti al video.