Infanzia e orrore: il contrasto proibito è proprio quello in grado di scatenare la paura più profonda, perché va a colpire e corrompere il santuario dell'innocenza e della sicurezza. Il bambino malvagio, o comunque la creatura giovane che diventa veicolo di terrore, è un topos a questo punto ricorrente nella produzione horror di vario tipo, in grado di non lasciare indifferenti nemmeno i meno sensibili all'argomento, perché gioca su un tabù che è praticamente universale, ovvero l'innocenza del piccolo e la necessità dell'intera società di garantirla. Per tale motivo questa associazione perversa colpisce sempre in maniera così decisa, dai tempi de L'Esorcista fino ad arrivare all'epoca attuale, che con la maggiore apertura del gusto vede ormai diverse opere trattare il tema con più frequenza, come il nuovo The Prodigy - Il Figlio del Male, di Nicholas McCarthy. Con i videogiochi tutto diventa ancora più complicato, perché la necessità di comprendere il giocatore come attore principale all'interno degli eventi costringe a un'attenzione maggiore nella gestione di un tema così delicato, dovendo assolutamente evitare potenziali derive inaccettabili in termini universali (la violenza sui minori, seppure simulata, resta un tema assolutamente improponibile, per ovvi motivi). Tuttavia, questo non ha impedito alla figura del bambino dell'orrore di intrufolarsi, qualche volta, anche nelle produzioni videoludiche e in questo articolo proviamo a fare una panoramica dei casi più celebri.
Alma Wade - F.E.A.R.
Mentre al cinema cominciavano a prendere quota gli horror sovrannaturali di matrice orientale, che storicamente si sono fatti sempre meno scrupoli nel mettere in scena spiriti e demoni nelle minute fattezze di ragazzine e simili, il mondo dei videogiochi assisteva a un corrispettivo decisamente ben fatto e inquietante con Alma Wade, la misteriosa entità malvagia di F.E.A.R. L'ispirazione è chiaramente tratta dall'eterea e terribile Samara di The Ring, che in quel periodo sconvolgeva un po' tutta l'estetica tipica dell'horror, ma le sue apparizioni nello sparatutto in soggettiva erano cinematograficamente perfette, amplificate anche da un comparto grafico all'avanguardia e scelte registiche veramente d'impatto. Per un gioco non considerabile come horror tradizionale, Alma bastava a portare da sola un bel carico di paura per tutti.
Bobby Barrows - Clock Tower: The First Fear
Il celebre horror di Human Entertainment per SNES, Clock Tower, nel 1996 proponeva già situazioni e tematiche che nei videogiochi sarebbero state affrontate con regolarità solo molto più tardi e in ogni caso difficilmente con questo particolare taglio da horror nippo-hollywoodiano interattivo. La figura tipica di Clock Tower è sicuramente Bobby, il deforme personaggio che cerca in ogni modo di eliminare la protagonista Jennifer utilizzando le sue enormi cesoie. Nonostante la caratterizzazione grafica abbia dato un aspetto ambiguo a Bobby, difficile da definire in termini di età, nella storia si capisce che si tratta in verità di un ragazzino di circa 10 anni, rampollo della folle famiglia proprietaria della Torre che da' il nome al gioco, con l'evidente passione per gli omicidi.
Grey Children - Silent Hill
La saga di Silent Hill ha dato fondo a tutte le possibili inquietudini più recondite in ambito videoludico, mettendo in scena per la prima volta degli elementi di thriller e orrore puro che in questo medium non erano ancora stati toccati, almeno non con questa carica espressiva. L'intera serie è ricca di riferimenti all'infanzia martoriata e ai rapporti familiari morbosi e aberranti, ma dovendo scegliere una figura in particolare prendiamo ad esempio i Grey Children, rappresentando peraltro il primo impatto in assoluto con gli orrori dell'Otherworld. Si tratta di minuti esseri grigi umanoidi ma dalle fattezze deformi e corrotte, che armati di coltello assaltano Harry Mason nel primo capitolo della serie, facendo subito capire in che razza di incubo ci ha cacciato Konami, specialmente quando si presentano all'interno della scuola elementare.
Little Sisters - BioShock
Le Little Sisters sono personaggi fondamentali in BioShock non solo per la loro caratterizzazione così d'impatto, come esili e cadaveriche bambine progettate esclusivamente per il recupero dell'Adam, ma anche per il ruolo che ricoprono all'interno di quella particolare ambientazione. In un mondo costruito come un eterno luna park per gli adulti, il lavoro sporco necessario per mandare avanti Rapture grava sulle spalle di queste fanciulle, la cui posizione è dunque doppiamente tragica, tanto da rendere particolarmente difficile la scelta sul loro destino nel corso del gioco. Quando si arriva a conoscerle più da vicino ci si rende conto anche di qualche fantasma d'infanzia rimasto intrappolato nel loro codice genetico, ma con il loro spessore le Little Sisters sono personaggi decisamente più drammatici che puramente horror.
Crawler - Dead Space 2
Veniamo invece all'horror più puramente istintivo e splatter con i Crawler di Dead Space 2. Il secondo capitolo della serie ha preso le caratteristiche in nuce del capostipite e le ha spinte al parossismo, con uno dei risultati più eclatanti emerso nel livello dell'asilo. Se il Lurker già può dare fastidio all'utente medio, il Crawler è progettato per colpire diretto allo stomaco con il suo aspetto da infante demoniaco, tutto giocato sui contrasti più estremi ed inquietanti. Il primo incontro in assoluto, con la creatura che ridacchia serena tra le braccia di un'amorevole sopravvissuta, poco prima di esplodere facendo tutto a pezzi, rappresenta una scena difficilmente cancellabile dalla memoria, per chiunque abbia giocato la grande serie sci-fi horror della compianta Visceral Games.
Gemelli Ashford - Resident Evil Code: Veronica
C'è un full motion video, in Resident Evil Code: Veronica, che rappresenta molto bene il senso di inquietudine originato dalla coppia di gemelli Ashford: in una vecchia registrazione video i biondissimi, eleganti e intelligentissimi Alexia e Alfred vengono mostrati in una delle loro attività preferite, ovvero strappare le ali a delle libellule e osservare mentre le formiche se le divorano vive, con uno sguardo che esprime estrema serenità e soddisfazione. È solo una pallida introduzione agli orrori che i due Ashford scatenano nel segreto della loro villa negli anni successivi, tuttavia l'atmosfera dorata e confortevole, da filmino ricordo di buona famiglia, in contrasto con l'inquietudine generata dai gesti e dagli sguardi compiaciuti dei due bambini prodigio crea un effetto veramente memorabile, a prescindere dall'obsolescenza della computer grafica.
La sirena - Inside
In questo caso non ci troviamo propriamente di fronte a un videogioco horror, ma gli incontri con la misteriosa sirena nei livelli acquatici sono forse i più angoscianti in tutto lo strano viaggio di Inside. Anche in questo caso la paura si gioca sui contrasti, perché la figura sembra una semplice bambina che nuota e sembra voler giocare col protagonista, ma al contempo è anche un implacabile killer. Il silenzio e la solitudine che contraddistinguono l'ambientazione acquatica non fanno che enfatizzare la paura scaturita da questa strana bambina, in grado di lanciarsi a velocità impressionante verso di noi e bloccarci in un abbraccio mortale. Eppure, una volta che riusciamo a fuggire in tempo e lasciarla indietro, è difficile non domandarsi cosa ne sarà di quella strana bambina, abbandonata da sola in quegli abissi silenziosi.
Akane e Azami Kiryu - Project Zero 2: Crimson Butterfly
L'horror di Project Zero 2: Crimson Butterfly ruota intorno alla mitologia e al folklore classico giapponese, in una storia incentrata principalmente sui rituali e su terribili sacrifici. Le gemelle Akane e Azami Kiryu sono gli elementi centrali di tutto il dramma del villaggio Minakami, più vittime che carnefici nella terribile maledizione che isola la zona dal resto del mondo. La follia di Akane riflette il dramma del gesto estremo a cui viene costretta dalla propria famiglia a dall'intero villaggio già in tenera età, pertanto c'è qualcosa di profondamente umano nel suo comportamento. Notevole, peraltro, la potenza iconica delle due sorelle che compaiono in coppia con il loro vestito cerimoniale, sebbene si tratti in effetti di una sorella (Akane) e della sua misteriosa bambola, tanto amata da essere posseduta da un demone.
Lucius Wagner - Lucius
La serie è probabilmente meno nota di altre, ma ne parliamo qui soprattutto perché il personaggio principale, che dà il nome al gioco, rientra in una rappresentazione che è diventata piuttosto comune nel cinema. Lucius è un bambino controllato da Satana in persona, che con l'aiuto del giocatore deve fare praticamente piazza pulita in casa eliminando familiari e varie altre persone solo per compiacere la volontà del signore oscuro. Il concetto di per sé non è proprio particolarmente profondo, ma Lucius è particolare perché rappresenta la traduzione diretta, in videogioco, del topos ormai piuttosto standardizzato al cinema del bambino demoniaco. Ovviamente, il fatto che si tratti di un personaggio videoludico determina la fondamentale variazione del coinvolgimento diretto del giocatore, che si ritrova a condividere il suo inquietante punto di vista.