Che fine hanno fatto... è una rubrica a cadenza regolare che cerca di riportare alla luce quei franchise che per un motivo o per un altro sono caduti un po' nel dimenticatoio, raccontandone la storia, con la speranza di rivederli prima o poi sui nostri schermi.
Monolith Soft è una delle più importanti e apprezzate aziende giapponesi sviluppatrici di videogiochi, soprattutto nell'ambiente dei videogiochi di ruolo di stampo squisitamente nipponico. D'altronde basterebbe citare i titoli di due dei suoi giochi più famosi, ovverosia Xenogears e il più recente Xenoblade Chronicles 2 per Nintendo Switch, per rendere chiara l'idea del valore delle produzioni di questo team e del perché è così ben considerato. Eppure tra le sue produzioni ce ne sono state anche alcune meno fortunate di quelle appena citate, seppur meritevoli, finite in soffitta per lasciare spazio ad altri progetti. Tra queste indubbiamente c'è Baten Kaitos, un bizzarro jRPG con il sistema di combattimento "a carte" che si fece comunque apprezzare per l'originalità di trama, personaggi e ambientazione.
A colpi di carte
Proprio di questa serie ha parlato qualche tempo fa Yasuyuki Honne di Monolith Soft, auspicando che quanto prima il "suo" publisher, Bandai Namco, sospinta dall'eventuale richiesta del pubblico, possa dare il via libera al gruppo per sviluppare un terzo episodio di questo marchio. "Baten Kaitos 2 (in riferimento a Baten Kaitos Origins) è uscito già da diversi anni, ma la fiamma continua a bruciare nel mio cuore", ha detto Honne, che poi ha aggiunto: "Baten Kaitos 3 è stato in fasi di pre-produzione per tanto tempo, ma alla fine è stato cancellato prima di poterlo finire". Ma vediamo di ricordare insieme com'erano gli unici due episodi sviluppati per questa "serie". Il primo capitolo, intitolato Baten Kaitos: Eternal Wings and the Lost Ocean (da noi Baten Kaitos: Le Ali Eterne e l'Oceano Perduto), fu anche il primo gioco di Monolith Soft per una console di Nintendo, precisamente per GameCube. Sviluppato con la collaborazione di tri-Crescendo sotto etichetta Namco, il gioco venne rilasciato in Giappone nel dicembre del 2003, per poi vedere la luce anche dalle nostre parti nell'aprile del 2005, ed era ambientato in un mondo composto da isole fluttuanti nell'aria, dove gli abitanti erano dotati di ali.
Protagonista dell'avventura era un giovane di nome Kalas, che però non veniva controllato direttamente dal giocatore, nel senso che nella finzione della storia era manovrato da uno spirito guida incorporeo con cui Kalas aveva stretto un patto che a livello pratico determinava vari bonus in battaglia. L'utente, quindi, "vedeva" il mondo attraverso i suoi occhi, ma vi interagiva tramite il giovane. La caratteristica principale di Baten Kaitos era però legata al suo particolare sistema di combattimento, che come accennato all'inizio dell'articolo si basava su scontri non casuali a turni, ma anche sull'impiego di mazzi di carte chiamate Magnus, che permettevano di sferrare attacchi, usare difese, oggetti e creare combinazioni che davano luogo a nuovi tipi di carte. Queste, disponibili in più di mille esemplari differenti, avevano infatti il potere di intrappolare l'essenza di oggetti, poteri speciali o magie, utilizzabili quindi in seguito per progredire nel gioco o, come visto, in combattimento.
Vent'anni prima
L'avventura di Kalas, inizialmente impegnato a portare avanti la sua personale vendetta per vendicare la propria famiglia ma poi coinvolto in una "guerra totale" per difendere con i suoi alleati il mondo dall'incombente minaccia dell'imperatore di Diadem, raccolse giudizi positivi dalla critica. Su Metacritic, per esempio, ottenne la media voto di 80 su 100, vantato per il suo stile e la grafica colorata che combinava modelli poligonali con splendide ambientazioni pre-renderizzate, per la bella colonna sonora curata da Motoi Sakuraba, celebre compositore di molti jRPG, e per il particolare battle-system apparentemente spiazzante inizialmente per molti fan del genere, ma poi maneggevole e piacevole.
L'inaspettato successo di questo bizzarro jRPG convinse Monolith Soft a realizzarne un prequel, Baten Kaitos Origins, sempre per GameCube, in Giappone e Stati Uniti, ma inedito in Europa. Rilasciato nel 2006, il titolo puntava a bissare il successo del predecessore facendo leva sui suoi protagonisti, sullo stile visivo bizzarro e su un gameplay originale quanto complesso e accattivante da riproporre, con qualche piccola novità principalmente legata all'uso dei mazzi di carte Magnus e al loro abbinamento. La storia era ambientata vent'anni prima quella di Kalas e vedeva protagonista un soldato di nome Sagi, che all'inizio doveva assassinare l'Imperatore Olgan. Nonostante i voti positivi delle principali testate giornalistiche del settore, Baten Kaitos Origins pagò principalmente l'uscita a fine ciclo vitale del GameCube, vendendo poco e non venendo quindi localizzato per il mercato europeo.
A quel punto Monolith Soft pensò di sviluppare comunque un terzo episodio, ma per una serie di motivi vari, il progetto finì per essere messo in soffitta per dare spazio ad altri progetti del team. Eppure Yasuyuki Honne è convinto che "se il gioco uscisse adesso, trarrebbe vantaggio da un grandioso contesto. Potremmo esplorare il fondo dei mari, la terra e il cielo. Bandai Namco possiede ancora alcuni dei miei lavori. Se desiderate che la serie prosegua, vi esorto a farcelo presente, sia in Monolith Soft che in Bandai Namco". E chissà che in fondo non abbia ragione lui e che quindi, se a distanza di anni qualcuno deciderà di riportare in vita questo brand, migliorandolo e rendendolo ovviamente "adatto" alle potenzialità hardware delle piattaforme attuali, non si possa avere tra le mani un nuovo interessante gioco di ruolo alla giapponese.