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Crisol: Theater of Idols, abbiamo provato il nuovo titolo pubblicato da Blumhouse Games

Una versione distorta della Spagna, statue viventi assassine e tanto sangue: ecco gli ingredienti del nuovo horror di Blumhouse Games e Vermila Studios.

PROVATO di Fabio Di Felice   —   26/10/2025
In Crisol: Theater of Idols visitiamo una versione horror della Spagna

David Ternero, il creative director di Crisol: Theater of Idols, lo sa: le migliori idee ti arrivano all'improvviso. Camminava per le strade di Granada durante la Settimana Santa, quando di punto in bianco gli era venuta in mente l'ispirazione che cercava da tempo per un videogioco horror. In fin dei conti, noi italiani possiamo capirlo: chi, da noi, soffre di automatonofobia, ovvero la paura irrazionale per le statue, i manichini, per le figure ferme che sembrano reali, non ha vita facile in questi Paesi in cui, letteralmente ogni due passi, puoi incontrare una chiesa piena di idoli, di santi che ti guardano in silenzio. Così Ternero, una volta entrato in una cappella locale, ha incrociato lo sguardo con le decine di effigi realizzate in legno dipinto e adornate con veri capelli umani. Una tradizione tipica di molte regioni della Spagna. Cosa sarebbe successo, si era chiesto, se quelle statue avessero preso vita?

Ternero ha cominciato a lavorare al progetto nel tempo libero, poi ha messo su un team selezionando collaboratori tra i suoi vecchi conoscenti e altri appassionati che aveva reclutato online, e ha dato vita a Vermila Studios. Il loro incubo ha preso sempre più forma, fino a che non hanno messo insieme una demo. È a questo punto della storia che, per la solita e infallibile puntualità del destino, Ternero viene a sapere della nuova etichetta di Blumhouse dedicata ai piccoli videogiochi horror. Il resto è facile da intuire. Dopo Fear the Spotlight, che abbiamo apprezzato qualche mese fa, Eyes of Hellfire, e l'interessante Sleep Awake, in arrivo nei prossimi mesi, Crisol: Theater of Idols sarà il primo videogioco di Blumhouse Games previsto per il 2026.

In Crisol: Theater of Idols i nostri nemici saranno statue e idoli
In Crisol: Theater of Idols i nostri nemici saranno statue e idoli

Una caratteristica che abbiamo apprezzato di questa neonata etichetta è proprio l'eclettismo dimostrato: Fear the Spotlight è un titolo in terza persona che vuole ricordare, sia nell'estetica che nelle meccaniche, i survival horror dell'epoca PlayStation; Crisol è invece un FPS a metà tra i nuovi Resident Evil e BioShock. In occasione dello Steam Next Fest abbiamo avuto modo di provarlo e di sbarcare sulle sponde dell'isola di Tormentosa.

Spagna in salsa horror

Purtroppo la demo è avara di dettagli per quanto riguarda il background narrativo di Crisol: sappiamo che il nostro personaggio si chiama Gabriel, che è un soldato e che serve un certo Dio del Sole. È arrivato sull'isola di Tormentosa - una versione horror della Spagna - per combattere gli idoli che servono il Dio del Mare. Ternero ha dichiarato di aver scelto il suo Paese, la Spagna, perché ricco di storia e tradizioni religiose, e di aver sempre trovato inquietanti le sue chiese e le sue sculture, specialmente quando la devozione dei fedeli, durante la Settimana Santa, diventa quasi irrazionale. Da lì ha lavorato per trasformare quel sentimento in qualcosa di oscuro: una religione parallela, con i suoi terrificanti idoli.

Le premesse sono di certo affascinanti: quello che ci manca di capire è cos'ha portato Gabriel a Tormentosa, e soprattutto cos'è successo all'isola. Le sue strade sono disabitate, se non per le statue aggressive che si scagliano contro Gabriel non appena incrociano il suo sguardo. Sembra che le vie della città siano state svuotate improvvisamente: i negozi sono ancora riforniti, le porte appena socchiuse, e i fantasmi degli abitanti ne infestano i luoghi. In un paio di momenti della demo è persino possibile assistere a dei flashback nei quali intuiamo che la città ha dovuto affrontare una guerra civile. Per avere un'idea più chiara della storia, però, dovremo aspettare l'uscita del videogioco.

Il sole nel sangue

La più grande sorpresa di Crisol, oltre all'ambientazione così originale, è la meccanica che regola il sistema di shooting. Gli idoli del Dio del Mare sono immuni ai proiettili delle armi da fuoco, ma sono deboli alla benedizione del Dio del Sole. Gabriel ne porta dentro di sé gli effetti, ed è per questo motivo che il suo sangue diventa l'arma principale per opporsi agli orrori di Tormentosa. L'idea di Crisol è semplice e molto efficace: i proiettili delle armi che maneggiamo attingono direttamente all'energia del personaggio, stabilendo una sorta di riserva condivisa di proiettili e salute. Ogni volta che la nostra arma si scarica, bisogna mantenere premuto un tasto che permette alla pistola di ricaricarsi succhiando il sangue del protagonista. Ma con molta attenzione: abusare di queste ricariche porta il soldato alla morte.

Le armi da fuoco di Gabriel sono alimentate dal suo sangue
Le armi da fuoco di Gabriel sono alimentate dal suo sangue

Dal momento che i colpi necessari per abbattere i nemici sono parecchi, perché gli idoli sono difficili da buttare giù, le munizioni delle armi da fuoco vanno via in fretta e Gabriel deve attingere continuamente alla sua riserva di vita. Esplorando Tormentosa non troveremo quindi delle scatole di munizioni, come succede in gran parte dei survival horror, ma bisogna tenere gli occhi aperti per trovare invece dei cadaveri. Carcasse di piccoli animali, come i corvi per esempio, andranno bene, ma forniranno poca energia; meglio i corpi degli esseri umani in carne e ossa. Gabriel, infatti, ha il potere di assorbire il loro sangue, consumandoli come fosse un vampiro. Questo meccanismo cambia completamente gli equilibri a cui siamo abituati, rendendo l'energia vitale e la riserva di proiettili quasi una cosa sola. La mancanza di precisione significa quasi sicuramente la morte.

Gli idoli che affrontiamo, questi manichini a grandezza naturale, sono piuttosto coriacei. Oltretutto, essendo creature animate da chissà quale magia oscura, incassano colpi senza battere ciglio, spesso continuando ad avanzare verso di noi per cercare di afferrarci. Alcuni di loro maneggiano perfino delle armi bianche e possono scattare per raggiungerci in fretta. Decapitarli con un colpo ben piazzato fa poca differenza, dal momento che non è di certo il cervello a muoverli, ma una forza oscura. Non è quindi raro vedere dei mezzi busti che continuano a camminare, pronti a ferirci.

Assorbire sangue dai cadaveri e dalle carcasse che troviamo esplorando è fondamentale
Assorbire sangue dai cadaveri e dalle carcasse che troviamo esplorando è fondamentale

Lo shooting è funzionale, ma non ci ha esaltati molto, anzi ci è sembrato un po' ingessato e non troppo stimolante. In generale, Crisol ci ha dato l'idea di un prodotto che è ancora un po' grezzo, anche per alcune scelte artistiche in fase di animazione. Per esempio, quelle di morte dei nemici, li vedono bruciare avvolti da una colonna di luce che li consuma senza lasciarne traccia. L'effetto dà ben poca soddisfazione. Va fatto invece un plauso alle animazioni di ricarica delle armi. Nella demo abbiamo a disposizione una pistola e un fucile e, tenendo premuto il tasto di ricarica, Gabriel comincia a trasferire il suo sangue al caricatore dell'arma. Con il fucile a canne mozze, il soldato preme il palmo della mano sulle camere delle cartucce, imprecando per il dolore. Un momento che risulta immediatamente crudo, rendendo chiara l'entità del sacrificio necessario per formare i nuovi proiettili.

Nascondino con Dolores

Tormentosa è affascinante. Più di un elemento ci ha ricordato la reinterpretazione nipponica della Spagna firmata Capcom in Resident Evil 4. Una buona parte della demo ci vede inoltre impegnati a trovare e recuperare delle tronchesi con cui tagliare le catene che tengono ferma la ruota dentata di un cancello. La ricerca di oggetti per proseguire nell'esplorazione, la visuale in prima persona e l'atmosfera quasi da favola oscura ci hanno ricordato inevitabilmente anche l'ultimo Resident Evil: Village. C'è anche qualche trucchetto narrativo che ci ha riportati lì, agli inseguimenti con la titanica Lady Dimitrescu. Una volta trovate le tronchesi, infatti, un nuovo nemico ci sorprende sbalzandoci via: si tratta di Dolores, un enorme idolo parlante che rappresenta il campione scelto dal Dio del Mare.

Nel gioco sarà possibile acquistare oggetti e potenziamenti da una strega
Nel gioco sarà possibile acquistare oggetti e potenziamenti da una strega

Dolores è semplicemente inarrestabile. I colpi delle armi di Gabriel non servono a niente: l'unico modo per superarla è sfuggirle, nascondendosi o scappando. Questo è, francamente, il momento meno riuscito della demo, sia perché il percorso è essenzialmente uno solo che gira in tondo, sia perché l'intelligenza artificiale di Dolores è tremenda. L'idolo ci perde di vista non appena usciamo dal suo cono di visione. Per farvi capire: a un certo punto c'è un'impalcatura bassa dove infilarsi per sfuggirle. Se lo facciamo, anche se lei ci è immediatamente alle spalle, la gigantessa smette improvvisamente di vederci, come se fossimo spariti del tutto. E questo, purtroppo, smorza totalmente la sensazione di essere braccati: la tensione viene sostituita dalla scocciatura di doversi muovere solo quando Dolores non è nei paraggi.

Crisol: Theater of Idols ha dalla sua delle buone idee, specialmente per quanto riguarda l'ambientazione - una versione horror della Spagna abitata dai suoi idoli e dalle sue tradizioni - e la meccanica che lega l'energia del protagonista al numero di proiettili a sua disposizione. L'esplorazione è piacevole e sembra attingere a piene mani dagli ultimi Resident Evil. Peccato per il sistema di shooting, che risulta un po' piatto, e per quella sezione stealth finale che lascia parecchio a desiderare. Indubbiamente, buona parte del fascino di questo progetto sarà legato anche al modo in cui Vermila Studios deciderà di raccontare la storia e i personaggi, ma nella demo, purtroppo, non abbiamo avuto modo di scoprirlo.

CERTEZZE

  • L'idea dei proiettili che si ricaricano con l'energia del personaggio
  • Una rivisitazione horror della Spagna
  • Potenzialmente ricco di spunti artistici e narrativi

DUBBI

  • La parte stealth è poco convincente
  • Lo shooting sembra un po' piatto. Migliorerà?
  • Tutto è ancora un po' grezzo e ingessato