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Dark Souls: Remastered provato su Nintendo Switch

Finalmente la prova su Switch di Dark Souls: Remastered, ormai prossima all'uscita sul mercato dopo il posticipo

PROVATO di Marco Perri   —   20/09/2018

Giocare a Dark Souls Remastered su Switch ci ha fatto tornare indietro di 7 anni, quando Miyazaki arrivava su Xbox 360. E' stata una bella sensazione, più che altro perché per la prima volta abbiamo combattuto dentro la Chiesa dei Non Morti passeggiando per una stanza con Switch tra le mani. Non solo: questa lavorazione Remaster, per quanto visibilmente distante dalle controparti, offre un upgrade generale rispetto al titolo della scorsa generazione, seppur con qualche compromesso. Dicevamo, la demo: Bandai Namco ha confezionato un percorso che parte dal falò subito dopo il ponte finale del Borgo dei Non Morti (chiuso da un cancello tecnicamente inesistente) e arriva ai Gargoyle, rendendo elemento decorativo la quasi totalità delle porte di nebbia. Tanti anni passati eppure quel feeling non invecchia, nemmeno alla luce delle migliore di gameplay applicate dagli esponenti più recenti. E' come un diamante grezzo, non perfetto ma dal valore inestimabile e per la prima volta su console Nintendo.

Dark Souls ovunque

Ci aspettavamo di scegliere un preset, ma non di farlo con uno slideshow di personaggi in verticale e meno che meno di poter giocare nei panni di Solaire o di un cavaliere nero. Che fosse Solaire o meno poco importa, era identico e sparava la lancia del fulmine quindi questo basta. A completare il roster un guerriero, un cavaliere, una strega e un piromante. Dunque, il fatto che in un paio di playthrough ci sia tornata perfettamente in testa la mappa non ci ha impedito di passare buona parte dell'evento Bandai Namco pre-TGS seduti lì, a testare cosa vuol dire Dark Souls Remaster su Nintendo Switch: le risposte sono molteplici. Chiaramente, la portabilità rimane l'elemento principe di queste poche righe: che si scelga di giocare con i joy-con collegati o meno, le potenzialità sono elevatissime e finalmente Dark Souls diventa trasversale nell'utilizzo, slegandosi completamente da logiche casalinghe. La cosa deve per forza esaltarvi: è ovvio per chiunque abbia in passato investito serate in corpose sessioni di farming, il poter finalmente assolvere a questa pratica nei tempi morti della quotidianità è un valore aggiunto consistente. In modalità portatile si lascia giocare: la mappatura dei tasti rispecchia le aspettative, la presa e la costante pressione dei dorsali non inficia il flusso di gameplay, il peso della console inizia a diventare un problema dopo un po' ma è questione di abitudine. L'interfaccia è stata ristudiata, con una gestione dei menù che eredita in gran parte la struttura, modificando giusto la disposizione di un paio di quadranti, ora leggermente più incastrati ma comunque leggibili, anche con il font piuttosto piccolo scelto da From Software.

Dark Souls: Remastered provato su Nintendo Switch

Su portatile?

Dark Souls Remaster su Switch è quanto vi aspettate, va però discussa la transizione su piccolo schermo. Chiariamo che non abbiamo avuto modo di provare il tutto in modalità docked; Bandai Namco ha presentato solo ed esclusivamente quella portatile. Ciò che appare sin da subito palese ai nostri occhi è che il titolo è assolutamente giocabile, ma ci sono alcuni elementi che non ci hanno completamente convinto. Partiamo dal framerate: il gioco gira a 30 fotogrammi, ma questa build presentava alcuni momenti, anche non concitati, in cui la rotazione della telecamera causava rallentamenti. La luce generale è stata ridotta: anche per un giocatore che conosce la mappa, il fatto che alcune aree siano più buie del normale è strano e complesso da gestire in uno schermo da 6,2 pollici.

Dark Souls: Remastered provato su Nintendo Switch

A questo si unisce una pulizia dell'immagine non ideale: ad alcune texture manca visibilmente un aggiornamento estetico, mentre aliasing e draw distance sono migliorabili. Altro fattore difficile da gestire è la barra della salute dei nemici nella mappa: è molto piccola, rendendo il calcolo e la vista dell'effettivo danno non semplice da decifrare, con la conseguenza che talvolta non si capisce se un fendente sia stato sufficiente o meno per eliminare l'avversario. Ripetiamo: è logico che traslare su portatile un gioco del genere è un'impresa ambiziosa, semplicemente ci sono dei compromessi non irresistibili, ma evidenti. Detto questo, è bastato prendere in mano Switch per risentire subito quel magnete e farci incollare ai joy-con con grandi soddisfazioni, nonostante un port che a livello tecnico sembra lasciare il fianco scoperto a qualche critica.

Dark Souls: Remastered su Switch è il prodotto che qualcuno ha atteso una vita: la comodità di giocare al miglior Dark Souls in modalità portatile è l'elemento distintivo - nonché esclusivo - della console, eppure il port, per quanto funzionante e fruibile, ha degli elementi che speriamo siano limitati a una versione ancora da rifinire. Una scelta discutibile sull'illuminazione delle aree chiuse unita a un paio di accorgimenti estetici e di interfaccia ci stanno impedendo di esultare completamente, seppur è ovvio come chiunque non abbia mai giocato Dark Souls e possieda Switch potrà aspettarsi di trovare un prodotto leggendario a disposizione tra meno di un mese.

CERTEZZE

  • Dark Souls portatile
  • Buona gestione dei menù
  • Fruibile, godibile...

DUBBI

  • ...ma ancora ottimizzabile
  • Troppo buio in alcune aree
  • Immagine non sempre pulitissima