Per quanto si possa partire con buone intenzioni e altrettanti talenti, portare a termine un videogioco proprio come lo si era inizialmente immaginato di norma è un'impresa quasi impossibile persino per le software house più esperte, figuriamoci quindi per quelle indipendenti. Lo sa bene KeokeN Interactive, che con Deliver Us The Moon dovette addirittura far uscire all'inizio un gioco incompleto, riuscendo solo in seguito a renderne disponibile una versione riveduta e corretta grazie all'aiuto di un publisher.
Abbiamo potuto recentemente provare Deliver Us Mars per più di un'ora durante un interessante evento stampa organizzato da Frontier, e l'impressione è quella di avere per le mani una netta evoluzione di quanto fatto in passato. Vediamo perché.
Vita su Marte
La narrativa di Deliver us Mars si ricollega a quanto pare direttamente a quella del predecessore, e vi vede nei panni di una giovanissima astronauta di nome Kathy, con la passione per le scalate e una missione dall'importanza non sottovalutabile: salvare una razza umana sempre più vicina all'estinzione recuperando la tecnologia perduta su Marte da navi colonia disperse chiamate ARK. Difficile elaborare informazioni molto più precise sui motivi per cui queste navi sono in rovina sul pianeta rosso, ma è abbastanza cristallino come l'opera di KeokeN dia ancor più importanza alla trama rispetto a Moon, dato che Kathy stavolta è accompagnata da altri astronauti e sia dialoghi che scene d'intermezzo paiono essere molto più frequenti.
La nostra demo, in particolare, si è aperta con una sessione introduttiva dedicata a un paio di semplici enigmi ambientati in una delle colonie marziane, durante la quale - tramite la classica soluzione degli "ologrammi testimonianza" - abbiamo potuto ricostruire almeno parzialmente la drammatica situazione di coloro che avevano cercato di sopravvivere sul pianeta rosso in passato. Per chi se lo stesse chiedendo, comunque, i toni della narrativa sono più che seri, e non sembrano voler schivare tematiche piuttosto pesanti.
Il fulcro del titolo, ad ogni modo, sembra essere un misto di esplorazione e puzzle più complesso rispetto a Deliver Us The Moon. La protagonista è infatti in grado di scalare alcune pareti con l'ausilio di due picconi, e questa capacità è parte integrante dei livelli, che ai classici enigmi alternano lente fasi di arrampicata dove è molto importante posizionare adeguatamente le braccia di Kathy (vengono controllate separatamente e il loro movimento è piuttosto preciso), per non colpire pezzi di metallo e volare malamente di sotto.
Tali sezioni dei livelli, peraltro, alle volte sono anche parte di fasi ben più tese e caotiche: nella seconda metà della demo ci siamo trovati a dover scalare molto più freneticamente per via dei pezzi in caduta libera della nave colonia esplorata, e non sono mancate le morti legate alle piattaforme in movimento che possono portare ad alcuni errori di calcolo. Nel complesso abbiamo trovato piuttosto piacevoli questi momenti di esplorazione verticale, anche se un po' di fluidità e velocità in più nei movimenti della ragazza li avremmo graditi, specialmente in una specifica sezione dove la lentezza dell'animazione iniziale dei picconi ci ha portato a cadere nel vuoto per ben tre volte perché posizionati solo di qualche centimetro al di fuori dell'area prevista.
Più precisi, e indubbiamente centrali, i rompicapo, anche se durante la nostra prova ne abbiamo visti solo di una tipologia. Entrambi i puzzle incontrati richiedevano di reindirizzare dei laser in modo da caricare nel modo più efficiente possibile alcuni macchinari; farlo era l'unico modo per aprire alcune porte automatiche bloccate e raggiungere di conseguenza la successiva fase platform. Si tratta sulla carta di puzzle piuttosto basilari, che rappresentano una variante di quelli legati ai "circuiti" visti in una miriade di altri titoli, tuttavia la necessità di riposizionare i laser in una mappa tridimensionale, unita all'uso di smorzatori e al furbo (per non dire infame) posizionamento di certi elementi fondamentali per far funzionare il tutto, ci ha costretto a rimuginare più del dovuto durante il secondo enigma, regalandoci delle discrete soddisfazioni al suo completamento.
Certo, Deliver Us Mars non sembra essere un titolo strabiliante dal punto di vista tecnico, ma la lodevole intelligenza delle sessioni più cervellotiche, unita a una interessante strutturazione delle fasi esplorative, ci ha divertito per tutta la durata della demo, lasciando intravedere un prodotto nettamente più ricco di potenziale rispetto al primo. Abbiamo peraltro potuto testare anche una breve fase a bordo di un veicolo, che potrebbe far pensare a mappe aperte da navigare sulla superficie di Marte, e con la passione per i corpi celesti degli sviluppatori questo inserimento potrebbe riservare ulteriori sorprese.
Difficile trarre altre conclusioni da quanto testato, tuttavia è chiaro come i KeokeN ce l'abbiano messa tutta per dar forma a un videogioco capace di rappresentare tutto ciò che Deliver Us The Moon non ha potuto essere. Chissà che con qualche rifinitura extra, questo non si riveli un indie davvero sorprendente per chi ama lo spazio e scervellarsi.
Seppur un po' rozzo tecnicamente, e migliorabile con qualche revisione alle meccaniche di scalata, Deliver Us Mars ci è parso una netta evoluzione rispetto al suo predecessore, e un titolo con il potenziale per dare belle soddisfazione a qualunque giocatore ami i puzzle e l'esplorazione. Si tratta sicuramente di un progetto molto più difficile da portare a termine per i Keoken, eppure è ovvio che l'esperienza del team alle redini è ben diversa rispetto al passato. Siamo molto curiosi di vedere come se la caveranno.
CERTEZZE
- Puzzle piuttosto brillanti per quanto provato
- Ambientazione affascinante e curata
- Fasi esplorative interessanti
DUBBI
- Meccaniche di scalata indubbiamente migliorabili
- Narrativa e validità complessiva della campagna ancora tutte da valutare