Bethesda SoftWorks, conosciuta al grande pubblico per la celebre saga di cRPG “The Elder Scroll”, ci ha presentato “Call Of Chtulhu: Dark Corners Of The Earth”. Il progetto, non seguito direttamente da Bethesda ma assegnato ad uno sviluppatore esterno, è conosciuto agli addetti ai lavori già da qualche anno ed ha dovuto attraversare notevoli traversie, tanto che ormai molti non speravano più in una reale pubblicazione.
Il gioco consiste in uno sparatutto in prima persona con parecchi elementi che possono far accomunare il titolo al genere dei Survival Horror e a quello delle avventure grafiche. In particolare, a differenza del più classico degli FPS, nel gioco dovremo gestire un nostro inventario, risolvere diversi enigmi (in genere del tipo “Utilizza Oggetto su determinato HotSpot”) e seguire una trama profonda e piuttosto articolata.
Giocando a "Dark Corners Of The Earth" ci è tornato in mente, per molti versi, Arx Fatalis, nonostante a differenza di quest’ultimo non esista nessuna reale aspirazione puramente ruolistica se non, come già detto, per la necessità di dovere manipolare ed utilizzare diversi oggetti.
Il gioco è diviso in 12 livelli che a detta degli sviluppatori garantiranno circa 20 ore di gioco.
I livelli sono cupi e di grandissima atmosfera, i mostri fanno terrore e l’intera impostazione audiovisiva ci ha ricordato molto il primo, inimitabile, Alone In The Dark. Chi ha letto e ama il Pantheon sovrannaturale creato agli inizi del secolo da H.P Lovercraft avrà pane per i suoi denti. Mostri marini, creature deformi ed eventi soprannaturali sono all’ordine del giorno in “Dark Corners Of The Earth”.
Squilibrio Mentale.
La storia che sta alla base del gioco comincia con il ritrovamento in stato apoplettico del protagonista di gioco, scopo del gioco sarà quello di ripercorre gli eventi che hanno portato a questo tragico epilogo. Una caratterista molto particolare di questo titolo è proprio l’implementazione della degradazione mentale del protagonista (visivamente rappresentata in modo simile all’effetto Blur che avviene quando siamo colpiti in Painkiller) che, oltre ad essere utilizzata per puri fini narrativi, servirà anche a risolvere diverse sezioni di gioco. Di solito il presentarsi dei primi segni di squilibrio accade accedendo a particolari locazioni significative: la visuale di gioco si distorce e noi potremmo assistere ad una sequenza d'immagini presentate come in una sorta di Flashback, che ci aiuteranno a risolvere il puzzle previsti dalla trama. Altre volte invece il giocatore potrà forzare le cose, inducendo lo stato di squilibrio eseguendo azioni apparentemente senza senso come il puntarsi la pistola alla tempia e sparare.
Tecnicamente il gioco non presente soluzioni tecnologiche all’avanguardia, tuttavia il sapiente utilizzo di ambientazioni gotiche, situazioni al cardiopalma e enigmi ragionati sembra garantire un’esperienza di gioco profonda ed al tempo stesso diversa dal solito. L'azione di gioco è fluida ed efficacie, con un forte accento - come prevedibile - sulle atmosfere da thrilling. L'adrenalina vuole venir data con le scariche di paura, piuttosto che non le scariche di piombo.
Il gioco è previsto per PC e Xbox ed è ormai in fase di ultimazione imminente. Attendiamo fiduciosi.
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