La recente mandata di demo della Summer Game Fest di Xbox ha consentito di provare circa 40 giochi indie in sviluppo e questo ci ha dato modo di mettere insieme un provato di Echo Generation sulla base della build messa a disposizione in questa occasione. Sebbene non se ne sia parlato molto, si tratta di uno dei giochi più in vista tra le prossime uscite del programma ID@Xbox, che spicca non solo per il particolare stile grafico adottato - a dirla tutta non più proprio originalissimo - quanto piuttosto per le sue atmosfere e la composizione di elementi che lo caratterizzano.
Questo perché il gioco di Cococucumber sembra proprio far leva su quello spirito nostalgico a metà tra i film della Amblin degli anni 80 e i "cartoni animati del sabato mattina", tra incredibili ed epiche avventure celate nell'apparentemente tranquilla suburbe americana e follie surreali messe in scena con notevole piglio e umorismo. Tra una cosa e l'altra, possiamo dire tranquillamente che non vediamo l'ora di provare la versione completa, perché nei pochi minuti siamo entrati in un mondo davvero interessante e anche perché la demo si interrompeva proprio sul più bello.
Gioco di ruolo
Echo Generation è a tutti gli effetti un gioco di ruolo basato sulle regole più classiche del genere nella sua declinazione a turni, anche se il suo aspetto faceto e le sue meccaniche possono trarre facilmente in inganno sotto questo aspetto. È tutto piuttosto semplificato, ma la sua struttura è rigorosa: si tratta di costruire un party di personaggi, farli evolvere per diventare più potenti e lanciarsi all'avventura con tanto di combattimenti a turni, come nello stile tradizionale.
Solo che tutto è calato in un'ambientazione piuttosto diversa da quelle che siamo abituati a vedere associate a questo tipo di gioco, in grado di evocare atmosfere decisamente differenti dal solito: il primo richiamo che emerge con una certa chiarezza è a Earthbound, a cui questo titolo si rifà in maniera piuttosto evidente, sia come struttura che come stile generale, ma non è difficile scorgere citazioni e dettagli che lo inseriscono in maniera evidente nel filone della rievocazione degli anni '80 e '90, mettendosi un po' sulla scia di Stranger Things.
Una storia molto strana
Come spesso accade con le grandi avventure, tutto inizia d'estate, per la precisione nell'estate del 1993. Dylan sembra essere un ragazzino normale immerso in quella che pare essere la tranquilla esistenza di provincia in una cittadina canadese, se non fosse per tutte le stranezze che cominciano subito a saltar fuori non appena mettiamo piede fuori dalla porta di casa. Per esempio, ci si rende conto di come la spazzatura sia praticamente controllata da una sorta di racket dei procioni, i quali per giunta parlano e sono anche super combattivi, tanto da costringerci a formare un primo abbozzo di party per poterli affrontare, perché altrimenti sarebbe impossibile vincere il combattimento (e c'è bisogno di un compagno all'altezza, non "un NPC di basso livello", come raccomandano gli stessi procionidi in questione).
È solo l'inizio dei misteri, e nemmeno uno dei più strani a dirla tutta: dietro casa nostra abita il preside della scuola, che oltre ad essere estremamente irascibile ha in casa una collezione di inquietanti bambole e sembra nascondere un qualche segreto oscuro nello scantinato; un altro vicino, ben più amichevole, sta cercando di creare un campo di antimateria nel garage, mentre nel quartiere vicino ratti giganti si sono impossessati delle strade e una specie di pupazzo psicotico medita di conquistare il mondo con un esercito di suoi simili.
Nel giro di qualche minuto (la demo dura circa mezz'ora) assistiamo a un crescendo di assurdità che tuttavia riescono a risultare anche intriganti, grazie a un ritmo serrato e allo strano equilibrio tra umorismo demenziale e inquietudine che raggiunge punte di vero e proprio horror. Nel mentre, Dylan sembra portare avanti anche un'esistenza normale, tra i sogni di girare il primo film di fantascienza della propria vita, la gita in città con la ragazza per cui ha un debole e la necessità di badare alla sorellina (la quale in verità sembra perfettamente in grado di badare a sé stessa, come dimostra una volta entrata nel party).
È questo giocare un po' con i cliché della nostalgia per gli anni '80-'90 a dare un particolare taglio a tutta l'avventura, che tuttavia si presenta anche decisamente originale viste le follie di cui è composta: la demo lascia presagire una storia che riguarda alieni e segreti inquietanti celati dietro le tranquille casette della suburbe, con la probabile necessità di salvare il mondo da una qualche terribile minaccia imminente, considerando alcuni degli scontri con cui ci troviamo ad avere a che fare già in questa prima introduzione.
Tra Earthbound e Stranger Things
Il gameplay è quello tipico dell'RPG a turni: ci troviamo ad esplorare varie ambientazioni con il controllo diretto del personaggio, che può raccogliere oggetti e interagire con vari elementi dello scenario, oltre a dialogare con i personaggi che si incontrano. Sono presenti anche alcuni puzzle ed enigmi da risolvere, spesso legati alla scoperta di indizi celati proprio all'interno delle ambientazioni stesse, dunque si scorgono anche elementi da adventure vero e proprio all'interno di Echo Generation.
Il sistema di combattimento a turni ricorda da vicino un altro titolo Nintendo, ovvero la serie Paper Mario, con la possibilità non solo di selezionare l'azione tra attacco, difesa e uso di abilità speciali e oggetti, ma anche di interagire in maniera più diretta sull'andamento dello scontro attraverso la pressione di tasti con il giusto tempismo, in modo da influire sulla potenza dell'attacco o sull'efficacia della difesa.
Estremamente semplificare è poi la gestione dei personaggi, ma anche questa segue l'impostazione classica del genere: all'aumento del livello di esperienza è possibile incrementare uno degli ambiti di progressione a scelta tra salute, abilità, forza e destrezza, mentre le nuove mosse speciali si conquistano semplicemente raccogliendo riviste e fumetti in giro per gli scenari, per cui diventa importante anche l'osservazione di questi alla ricerca di preziosi collezionabili.
L'idea dei normali ragazzini alle prese con uno scontro epico di portata interplanetaria grida chiaramente Earthbound da lontano, fonte d'ispirazione che certamente non viene nascosta dagli sviluppatori del team Cococucumber. Tuttavia, non si può dire che Echo Generation non sia originale, perché in effetti tratta un argomento del genere con un piglio alquanto differente dal capolavoro Nintendo, facendo tesoro anche del recente trend sulla nostalgia anni '80-'90 che ha fatto la fortuna di Stranger Things e produzioni simili.
Quell'immaginario, esteso anche a giochi, film e serie TV appartenenti proprio a quei decenni magici, emerge da qualsiasi momento del gioco: troviamo cospirazioni, vicini misteriosi, presenze nei campi di grano e anche omicidi efferati senza alcuna spiegazione logica tutti in rapida sequenza. Il tono è indubbiamente oscuro, ma viene stemperato dall'humor anche alquanto nero che caratterizza dialoghi e situazioni in generale e viene filtrato attraverso il particolare stile grafico in pseudo-voxel che punta a riprodurre la grafica in pixel ma in forma tridimensionale, con un effetto veramente piacevole.
Echo Generation è apparso da subito come uno degli indie più interessanti tra i tanti che sono attesi nel 2021 all'interno del programma ID@Xbox. La demo ha confermato questa impressione, dimostrando peraltro come dietro all'affascinante stile grafico adottato e allo spirito da "teen comedy thriller" anni 80-90 ci sia anche un gioco dotato di una certa struttura. Il riferimento a Earthbound è palese, ma con un modello del genere non possiamo che essere ulteriormente incuriositi da questo particolare gioco, che ancora sembra un po' stentare a trovare una narrazione convincente (ma abbiamo visto solo l'inizio) ma che si regge piuttosto bene anche solo sulle atmosfere e su un sistema di combattimento a turni che si conferma sempre valido. La demo, insomma, ci ha veramente incuriosito.
CERTEZZE
- Ottimo stile grafico e belle atmosfere tra thriller e commedia anni 80-90
- La struttura da RPG con scontri a turni è semplice ma funziona bene
- Alieni, cospirazioni e misteri assortiti in salsa Earthbound: gli ingredienti sono appetitosi
DUBBI
- Fin troppe stranezze impilate una sull'altra: la narrazione sembra un po' stentare
- Da valutare meglio la meccanica RPG, anche per la scarsità di personaggi visti finora