Addio al 2D
Rispetto a Rise of Nation, Rise of Legends abbandona del tutto la grafica bidimensionale per seguire i dettami di quella interamente tridimensionale. La perdita di dettaglio è inevitabile, tuttavia i grafici della Big Huge Games sembrano essersi impegnati parecchio (e con successo) per sfruttare le grandi potenzialità dell'ambientazione ed offrici così un impatto scenografico certamente d'atmosfera. Come unica nota negativa al momento, ci sentiamo di muovere qualche appunto verso il livello di zoom che, seppure variabile, al livello massimo ci è sembrato troppo vicino al campo di battaglia, rendendoci così difficile avere una completa visuale sull'andamento degli scontri.
Sul fronte delle meccaniche, a parte le solite differenziazioni sullo stile di gioco che sarà influenzato dalla fazione utilizzata (che, ricordiamo, saranno in tutto quattro), segnaliamo l'estrema importanza delle nostre città che, seguendo l'evoluzione della nostra civiltà, cresceranno a dismisura attraverso la continua aggiunta di nuovi quartieri. Ogni quartiere sarà contraddistinto da un certo utilizzo ed in base ad esso goderemo di particolari vantaggi.
Un quartiere militare, per esempio, ci garantirà un maggior numero di truppe gestibili, mentre un quartiere commerciale incrementerà le entrate del nostro impero, e così via. Seppure a partita avanzata le città diventeranno tanto spettacolari quanto enormi, grazie ad un sistema di menù molto funzionale, sarà sempre facile ed immediato accedere a tutte le varie e consuete funzioni di costruzione ed aggiornamento.
Grazie all'implementazione del 3D il mondo di gioco risulterà decisamente più interattivo rispetto a quanto siamo stati abituati, con la possibilità, ad esempio, di distruggere un intero plotone avversario semplicemente abbattendo il ponte il quale stanno attraversando.
Sul fronte più puramente bellico, a livello di gestione delle truppe le meccaniche di gioco non sembrano discostarsi molto da quelle del prequel, prevedendo però l'inedita possibilità di far apprendere ai nostri eroi nuovi poteri speciali in grado di sovvertire in ogni momento le sorti delle battaglia.
Un poco come il proprio predecessore, Rise of Legends si propone come un RTS per tutti gli strateghi vecchia scuola, eppure pur senza volere stravolgere i dettami del genere, il nuovo gioco di Big Huge Games assieme alla solida base del prequel potrebbe portarci anche qualche piacevole ventata di novità.
L'uscita del titolo è prevista per la prossima primavera. Nel mentre, potremo giocare un certo Age if Empires III...
Rise of Legends è la nuova creatura di Brian Reynolds, autore di uno dei migliori strategici del 2003, Rise of Nations appunto. Per l’occasione, come già fecero gli Ensemble Studios con Age of Mythology, anche il gruppo di sviluppo comandato da Reynolds ha trovato comodo e naturale approfittare di un setting fantastico e non più legato ai rigidi paletti di una pseudo-simulazione storica, per potere così trovare nuovi sbocchi creativi e videoludici.
Ma se in AoM ci si ispirava alla mitologia greca, Rise of Legends fa invece affidamento su una ambientazione decisamente più originale e fantasiosa che pare mischiare senza nessun timore, elementi tipici della letteratura di Jules Verne, con quelli della letteratura da "Mille e una notte" o più prettamente Steampunk. Il risultato sarà quello di avere a che fare con eserciti formati da Golem robotica che si scontrano contro manipoli di potenti maghi che sembrano essere appena usciti da qualche leggenda Araba, il tutto senza magari disdegnare combattimenti aerei tra pericolose ed affascinanti creature alate e stravaganti macchine volanti dal vago sapore Ledzeppilliano.
Decisamente meno atipica la trama – seppure costata quasi due anni di lavoro di sceneggiatura ed ambientazione, che ci vedrà seguire le vicende di Giacomo da Vinci, un geniale inventore (ehm) con la volontà di imporre il proprio predominio sulle lande di Aio, contro quello di altre quattro civiltà, e che vedranno così contrapporsi tra loro le forze della magia contro quelle della tecnologia.