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GRID, il provato di un atteso ritorno

Codemasters torna all'assalto dei racer arcade con una delle sue serie cult. Il nuovo GRID però non è un reboot, ma una netta evoluzione della formula

PROVATO di Aligi Comandini   —   10/07/2019

La maestria maturata negli anni da Codemasters nel campo dei titoli automobilistici è leggendaria: si sono dedicati quasi ad ogni disciplina, dando vita a serie indimenticabili che hanno influenzato enormemente tutta la concorrenza o addirittura dominato il genere fino ad oggi. Anche con nomi come Colin McRae Rally e TOCA nel loro storico, però, c'è una specifica saga che più di ogni altra viene richiesta a gran voce dalla fanbase della casa, e si tratta di quel GRID che ha rappresentato per molti vecchi appassionati la porta d'entrata nelle corse digitali. Capirne il motivo è in verità piuttosto semplice: si parla di un nome che da sempre indica il punto di contatto tra i titoli arcade e quelli più simulativi, ed è capace dunque di scatenare quell'istinto da guidatore che spinge molti principianti verso prodotti ben più difficili da padroneggiare. Un ibrido godibilissimo praticamente per tutti, in parole povere. Il nuovo GRID non commette l'errore di abbandonare questa filosofia, e cerca anzi di ripercorrere la strada dei suoi lodevolissimi predecessori, evolvendo ogni aspetto di Race Driver (sì, il primo gioco della saga aveva questo sottotitolo, anche se molti lo hanno scordato) e Autosport. Noi lo abbiamo provato negli uffici milanesi di Koch Media, e oggi siamo qui per dirvi la nostra.

Alla terza sportellata anche Buddha perde la pazienza

Ad una prima occhiata il nuovo GRID non sembra voler fare quel passo fatto recentemente dagli F1, e puntare ad una storyline di fondo pensata per immergere maggiormente il pilota nell'esperienza. No, qui il fulcro è la guida, e le principali innovazioni sono pensate per rendere il titolo uno dei corsistici più soddisfacenti in pista, indipendentemente dal fatto che si preferisca correre online o in single player. Perché le modalità base risultassero più appetibili, dunque, si è lavorato tantissimo sull'intelligenza artificiale, e su una gestione nettamente più furba delle competizioni. Partendo dalle seconde - visto che sull'IA il discorso da fare è sensibilmente più complesso - ci si trova subito davanti a una massa di gare divise per tipo, dove il numero di vittorie necessarie a passare alla lega finale è limitato, e permette quindi di finire la carriera senza dover obbligatoriamente affrontare ogni singolo evento. Il director stesso ha sottolineato l'importanza della cosa, precisando che "in questo GRID, se non si apprezza una qualche categoria di vetture, o una qualche modalità, è semplicemente possibile saltarle a piè pari". Niente endurance obbligatorie insomma, e persino all'interno delle singole categorie sarà possibile non partecipare a tutte le competizioni.

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La sorpresa più gustosa non risiede però certo in una semplice gestione più furba dei contenuti (che peraltro sono davvero molti di più rispetto a quanto visto in Autosport), bensì nell'intelligenza degli avversari di cui abbiamo parlato prima, legata a doppio filo a un sistema di "nemesi" che rende le corse in singolo nettamente più esaltanti del normale. In pratica, essendo GRID un titolo parzialmente arcade, le sportellate agli avversari non vengono penalizzate più di tanto (a patto di non attivare il sistema di danni funzionali, ovviamente); esagerare con una guida aggressiva può però far infuriare uno dei guidatori avversari, trasformandolo in una nemesi che immediatamente vi riserverà lo stesso trattamento, e diverrà sensibilmente più abile al solo scopo di farvi mangiare la polvere. Tale trovata va ben oltre una semplice rivalità temporanea, ad ogni modo: ogni guidatore controllato dall'IA ha dei pattern comportamentali unici, oltre a un livello di sopportazione variabile che può portarlo alla vendetta quasi subito o solo dopo ripetute violazioni del codice della strada. Certo, non si tratta di una trasformazione enorme se si affrontano gare brevi alle difficoltà minori, ma settando un alto livello di sfida in corse più longeve vi assicuriamo che la differenza si sente, e la tensione aumenta a dismisura.

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Drifta, ma non troppo

Ulteriore ciliegina del sistema è il "coreografo", un'altra intelligenza artificiale che controlla gli eventi di una gara per renderli più spettacolari. Nella nostra demo era stato potenziato, così da avere maggiori probabilità di attivarsi, ma di fatto si tratta di un algoritmo alla base di ogni corsa, che provoca incidenti spettacolari o dà il via a confronti brutali in pista, donando un pizzico di adrenalina in più alla carriera. Non ci è sembrato ingombrante durante la nostra prova (abbiamo assistito a un paio di ribaltamenti disastrosi e testacoda di gruppo dell'ultimo minuto, ma sempre furbescamente posizionati in modo da poter venir evitati) e crediamo possa realmente rendere il tutto più esaltante di quanto già non sia. Ah, giusto per evidenziare ancor di più quanto lavoro sia stato fatto da Codemasters sull'intelligenza artificiale del gioco, va precisato come in GRID affronterete le gare spesso con un compagno di squadra guidato dalla CPU, a cui potrete dare ordini durante la guida. Persino i vostri partner sono dotati di caratterizzazioni uniche, e potrebbero essere grandi piloti che vi detestano e ignorano completamente i vostri consigli, o guidatori mediocri ma ubbidienti. Giusto per avvertirvi... nemmeno i vostri compagni sono immuni al sistema nemesi, quindi non urtateli eccessivamente.

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E la guidabilità? Beh, ottima, ma era difficile prevedere diversamente. Davvero arduo al momento elencare team con una maggiore padronanza nello sviluppo di gameplay simili in circolazione, e GRID non fa differenza, riproponendo un controllo delle vetture incredibilmente accessibile, ma scalabile come non mai quando si decide di smanettare sugli aiuti. La maggior parte delle auto è estremamente controllabile anche in caso di sbandate dovute al sovrasterzo, e pure disattivando le facilitazioni il controllo si mantiene molto preciso, permettendo chiaramente di ottenere tempi migliori con manovre più rischiose. Non si arriva mai a un livello di controllo pari a quello di un simulativo alla Assetto Corsa, per dire, ma con un volante e un po' di esperienza anche questo GRID può dare delle gran belle soddisfazioni, restando al contempo favoloso anche per chi viaggia con pad e fantasia. Bella anche la diversificazione delle varie categorie, che cambia in toto l'esperienza, e favorisce ancor di più la varietà contenutistica dell'opera. Siamo chiaramente di fronte a un racing game sviluppato con grande intelligenza.

GRID non sembra voler essere un'operazione nostalgia, bensì un'evoluzione netta dell'apprezzatissimo primo capitolo della serie, rafforzata da una massa di contenuti e da un lavoro brillante fatto sull'intelligenza artificiale. Ci siamo convinti praticamente subito della sua qualità, e vogliamo ripercorrere le sue piste al più presto, per capire fino dove il sistema nemesi e le altre modifiche saranno in grado di portare il gioco.

CERTEZZE

  • Lavoro notevole fatto sull'intelligenza artificiale, che rende le gare molto più esaltanti
  • Tecnicamente validissimo
  • Ottimo sistema di guida ibrido, adatto a vari tipi di giocatori

DUBBI

  • Sistema di danni più limitato rispetto al passato, per via delle licenze