C'è questo strano processo mentale che induce la quasi totalità degli esseri umani a prendere molto più sul serio una simulazione, rispetto alla vita reale. Pensateci un attimo. Pensateci e non tirate forzatamente in ballo termini altisonanti come gamification, che oggi come oggi viene pronunciato spesso un po' a sproposito, anche solo per darsi un tono.
Sarà capitato anche a voi, nella vostra lunga e frastagliata vita da videogiocatori, di essere ossessionati da una simulazione di qualche genere. Non parlo del giuoco del calcio. Né dell'ebbrezza di guidare la Ferrari dei vostri sogni. Il riferimento tira in ballo quei giochi, o meglio quei software, che in qualche modo riproducono attività molto più modeste e spesso ripetitive. Buona parte di chi si diletta con i videogiochi non condurrebbe mai la vita del contadino, eppure Farming Simulator è una saga che ogni anno attira la sua fedele schiera di fan. In pochi si metterebbero alla guida di un camion o di un treno per ore e ore nel mondo reale. Ciononostante non mancano simulazioni, amatissime, che consentono di simulare lunghe traversate per l'Europa e non solo.
Giocare, simulare, far finta di, pur quando è pretenziosa di tempo e costringe ad azioni ripetitive ha un fascino, un'attrazione, un potere magnetico che la dimensione che si proietta al di qua dello schermo semplicemente non possiede.
Questione di fatica? Di adattabilità a contesti spesso poco comodi e che richiedono enormi sacrifici? Di competenze che da una parte vengono acquisite nel giro di qualche tutorial e dall'altra in mesi, anni, persino decenni? Indubbiamente c'è anche questo.
C'è tuttavia anche dell'altro, qualcosa che le lunghe sessioni di House Flipper 2 a cui mi sono sottoposto hanno reso cristallino, chiaro, palese persino. Un principio tanto semplice e scontato, quanto utile. Soprattutto per chi si sente spesso e volentieri sballottolato e smarrito nell'oceano postmoderno in cui ci troviamo giornalmente ad annaspare.
Pulisci la stanza, sconfiggi il postmodernismo
Recentemente pubblicato anche su console, dopo l'esordio su PC avvenuto lo scorso dicembre, House Flipper 2 vi mette nei panni di un personaggio per nulla caratterizzato che, dotato di grande pazienza e senso dell'ordine, è chiamato a pulire e sistemare non solo la propria dimora, ma anche quella di dozzine di personaggi che richiederanno il suo intervento. Abitazioni che non sfigurerebbero in una puntata di Sepolti In Casa, stanze in cui i sacchi dell'immondizia fungono da bizzarre suppellettili, traslochi mai completamente finiti con scatoloni che compongono torri instabili degne delle migliori partite a Jenga: saranno questi i "mostri" i "boss di fine livello" con cui vi dovrete confrontare.
Armati di pochi, miracolosi e portentosi strumenti, dovrete sbrigliare queste matasse fatte di muri ammuffiti, cartoni della pizza, pantofole lanciate negli angoli più reconditi della casa di turno. Con una pezza e un po' di detersivo cede anche lo sporco più ostinato. Il sacco dell'immondizia è in grado di accogliere al suo interno qualsiasi tipo di rifiuto. Oggetti che non servono, colpiti dal raggio di un futuristico marchingegno portatile, più svaniscono all'istante, generando anche un piccolo introito.
Per chi è cresciuto con il mito del "più bianco non si può", salvo poi essere tradito, una volta adulto, dall'intricata alchimia che governa i reconditi processi che stabiliscono il corretto funzionamento di una lavatrice (i colorati, per esempio, quanto colorati possono essere per stare insieme tra loro?), l'inscalfibile funzionalità di questo set di strumenti rappresenta il primo porto sicuro offerto da House Flipper 2. Ogni cosa ha la sua precisa funzionalità. Ogni cosa ha una ben definita modalità di utilizzo.
Non ci sono decine di prodotti per la casa tra cui scegliere, sperando di aver correttamente interpretato le scritte sulla confezione. Non bisogna correre su YouTube in cerca di qualche tutorial che spieghi quale delle testine in dotazione della propria aspirapolvere funzioni meglio sul tappeto. Non bisogna affidarsi a leggende metropolitane, né ad intrugli magici tramandati da generazioni per venire a capo di una macchia che sembra diventata tutt'uno con la camicia preferita. Per fare questo, bisogna fare questo, usando questo strumento. Stop.
Tuttavia, nella sua lotta al postmodernismo, una lotta filosofica e quasi politica, House Flipper 2 fa molto di più per accogliere nel suo grembo materno i confusi e storditi esseri umani, ormai incapaci di orientarsi in una società mutevole e multiforme.
Non solo dona strumenti facilmente utilizzabili e leggibili, ma offre sfide ugualmente lineari, chiare, prive di sorprese. In ogni stanza c'è un certo numero di macchie da far sparire, di oggetti da vendere, di spazzatura da raccogliere. Per proprio gusto personale si possono anche risistemare i mobili, così da dare un tocco più personale all'esperienza e all'ambiente che si sta restaurando, ma si tratta di qualcosa di assolutamente facoltativo e consegnato nelle mani dei più creativi.
Tra indicatori a schermo che segnalano quanto manca all'obiettivo e la visione speciale, attivabile in qualsiasi momento, che evidenzia cosa sia ancora fuori posto, basta un mimo di spirito d'osservazione per completare il livello di turno.
Laddove in Farming Simulator è comunque necessaria capacità imprenditoriale e spirito organizzativo per dare vita ad un'azienda agricola in grado di generare profitti; se in Euro Track Simulator ci vuole il suo tempo per completare con successo un trasporto; House Flipper 2 estremizza la lotta al postmodernismo semplificando al massimo, accorciando i tempi, restituendo all'uomo moderno la capacità di sistemare, di trovare un posto, di catalogare lo scibile. La produzione Frozen District, un po' come Unpacking, con le sue griglie, le azioni semplici, la chiarezza dell'interfaccia, seziona la realtà, la rende intelligibile, a portata d'uomo. Tutto è di fronte all'utente, tutto si può inserire entro le linee tratteggiate, tutto può essere domato.
L'ordine digitale diventa ordine mentale. Sistemare una stanza, significa imbrigliare il caos sociale. Completare un livello è paragonabile a sconfiggere il postmodernismo. Un po' come in Farming Simulator, del resto, dove le cose sono sicuramente più complicate, ma si possono fare affari senza l'affanno e le lungaggini della burocrazia.
L'essere umano contemporaneo ha bisogno di giochi come House Flipper 2. Un po' come quando si apre il bagagliaio dell'auto e si è perfettamente in grado di sistemare ogni valigia, grazie al training ricevuto in giovane età con Tetris, pulire ogni macchia, sistemare i mobili, vendere gli oggetti inutili può aiutare, se non a fare chiarezza nel mondo che ci circonda, a ristabilire un po' di calma e serenità mentale.
Anche se a ben vedere, con il tempo speso in House Flipper 2, avrei potuto benissimo dare una pulita e una sistemata anche a casa mia.