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Inkshade, abbiamo provato un'oscura avventura a metà tra Inscryption e un board game

Una misteriosa creatura ci invita a sederci a un tavolo per sfidarci a uno strambo board game: attorno a noi solo il buio di una stanza piena dei segreti di Inkshade.

PROVATO di Fabio Di Felice   —   10/04/2025
La creatura di Inkshade è raccapricciante e ci sfida a un board game

Nel 2021, Inscryption, l'ultimo lavoro di Daniel Mullins, ci aveva allo stesso tempo divertiti e terrorizzati. Non capita spesso che due sensazioni così distanti convivano all'interno di un videogioco, ma Inscryption con quell'atmosfera giocosa e oscura, le sue maschere grottesche e i divertenti siparietti metareferenziali, ci aveva deliziati. Inchiodati a quel maledetto tavolo, faccia a faccia con personaggi bizzarri, cercavamo di capire come uscire vincitori da quell'assurdo gioco di carte.

Ed eccoci di nuovo nella stessa situazione: davanti a noi ci sono due occhietti cattivi che ci studiano, appartengono a un'orrida creatura con le braccia lunghe e sottili come zampe di ragno, che ci invita a giocare a un board game. Non è un sequel di Inscryption, eppure il rimando a Mullins è palese. Si intitola Inkshade e condivide con il suddetto videogioco non solo questo intrigante incipit, ma anche la struttura: in ogni momento ci si può infatti alzare dal tavolo per cercare indizi nella stanza che ci vede prigionieri. Sempre sotto l'occhio vigile della creatura.

Le mappe in cui ci si dà battaglia sono piene di particolari, ma decisamente troppo buie per raccapezzarsi bene
Le mappe in cui ci si dà battaglia sono piene di particolari, ma decisamente troppo buie per raccapezzarsi bene

Qualche ora di Inkshade è stata sufficiente per stuzzicare la nostra curiosità. Abbiamo cercato di districarci da questa tela di ragno, e di imparare come arrivare alla vittoria nel gioco da tavolo. Senza successo, è vero, ma perdendo con dignità decine di volte.

A spasso sul tabellone di gioco

Quando ci sediamo per la prima volta davanti a quegli occhietti inquietanti, non sappiamo ancora cosa stiamo per giocare. C'è un tabellone e una pedina che può essere spostata lungo un percorso, scegliendo quale evento andrà ad affrontare. Una battaglia, forse, o magari troverà un tesoro. O un imprevisto. Quando finiamo su una casella, il tabellone muta sotto i nostri occhi diventando una sorta di piccolo diorama. Una miniera, oppure una foresta abitata da pedine di lupi, cacciatori o cavalieri. È a questo punto che la creatura ci spiega come giocare.

Il sistema è del tutto simile a quello di uno strategico a turni: si mettono in campo i nostri eroi che possiamo muovere di un certo numero di caselle per poi attaccare i nemici. Esistono molte classi da poter giocare: alcune sono più resistenti, altre infliggono più danni; c'è chi attacca dalla distanza o chi ha bisogno di arrivare corpo a corpo. I tabelloni di gioco sono molto caratteristici, ma non sempre ben illuminati, questo - e un'interfaccia che ci è sembrata ancora acerba - ha generato non poca confusione, rendendo difficile distinguere le nostre pedine da quelle dell'avversario.

La partita si svolge in fretta, con i turni che si alternano veloci, e continua fino a quando non si sconfiggono tutte le unità avversarie. Alcune mappe hanno delle peculiarità: per esempio in quelle più grandi si può vincere anche arrivando in una casella ben precisa e presidiandola per un turno; in altre ci troviamo nel bel mezzo dello scontro tra due fazioni nemiche e possiamo sfruttare la schermaglia per occuparci solo di chi resta in piedi. Quando si supera con successo un evento, la creatura ci offrirà in regalo un'altra unità da aggiungere alla nostra scorta. Questa è in effetti una trovata molto interessante: a ogni battaglia le pedine che possiamo schierare vengono scelte casualmente da quelle che abbiamo ottenuto durante la partita, e ogni morte è permanente.

Alla fine della battaglia, la creatura ci offrirà una pedina in regalo da aggiungere al nostro 'mazzo'
Alla fine della battaglia, la creatura ci offrirà una pedina in regalo da aggiungere al nostro "mazzo"

Inkshade, come Inscryption prima di lui, vi costringerà a ripetere ancora e ancora la fase di avviamento del gioco, in una serie di vittorie e sconfitte inevitabili che vi permettono di accumulare denaro da spendere per potenziare le pedine. Sarà fondamentale capire come muoversi sulla mappa e, soprattutto, setacciare la stanza in cerca di indizi su come vincere e poter sfuggire al nostro carceriere.

Dentro e fuori dal gioco

Dopo la nostra prima sconfitta, la creatura ci darà il permesso di alzarci dal tavolo e di esplorare la stanza. In questo frangente viene fuori l'anima da escape room di Inkshade: come un'avventura in prima persona, possiamo interagire con cassetti, oggetti, libri, alla scoperta di qualche indizio che ci dica di più della nostra identità o del motivo per cui siamo finiti lì. O magari fornirci dei vantaggi concreti durante le nostre partite al gioco da tavolo.

Dopo Inscryption, Daniel Mullins sta svelando il suo nuovo gioco con misteriosi indizi Dopo Inscryption, Daniel Mullins sta svelando il suo nuovo gioco con misteriosi indizi

Qualunque mossa faremo, quel mostruoso essere ci scruterà con i suoi occhietti, occasionalmente muovendo le sue zampe lunghe e indicando con mani deformi questa o quella nuova funzionalità. A volte persino dandoci delle chiavi che servono per aprire stanze e scoprire nuove parti dell'enigma. Nella demo, per esempio, siamo riusciti ad accedere alla seconda zona, dove si trova una scrivania con il necessario per potenziare le nostre pedine spendendo i soldi guadagnati durante le partite. Si tratta di un passaggio fondamentale per avanzare nel board game, soprattutto perché ci permette non solo di migliorare le statistiche delle unità, ma anche di aumentare il numero di pedine che possiamo schierare.

Potenziare le proprie unità è fondamentale per riuscire a resistere agli orrori presenti nel board game
Potenziare le proprie unità è fondamentale per riuscire a resistere agli orrori presenti nel board game

Questo continuo dialogo tra l'esterno e l'interno del board game ci ha colpiti, proprio come aveva fatto in Inscryption e ci ha spinti spesso a indugiare con lo sguardo in cassetti e mobilia varia, alla ricerca di moneta sonante.

Non sappiamo se Inkshade sposerà fino in fondo la formula di Inscryption, con tutte le sue eclettiche sfumature, ma per quello che abbiamo visto, questa prima parte è molto intrigante. Il mistero che lega il board game e lo spazio della stanza, il design della creatura e anche la struttura del gioco da tavolo, ci hanno lasciati piacevolmente colpiti. Inkshade non ha ancora una data d'uscita, c'è da lavorare per rendere più chiara l'interfaccia, e magari per velocizzare le fasi d'avvio del gioco da tavolo, ma il sistema di progressione è avvincente e non vediamo l'ora di scoprire i segreti dietro a quel buio che ci tiene prigionieri.

CERTEZZE

  • Due generi si fondono in una commistione riuscita
  • Il sistema di progressione sembra funzionare alla grande
  • Non vediamo l'ora di scoprire le sue follie metareferenziali

DUBBI

  • L'ambientazione così buia è suggestiva, ma poco pratica!
  • L'interfaccia e la leggibilità delle mappe sono da rivedere
  • La fase iniziale delle partite rischia di annoiare dopo molte iterazioni?