La presentazione ufficiale delle CPU Intel Tiger Lake, i nuovi processori mobile di undicesima generazione Intel, ha confermato gran parte dei rumor emersi nelle ultime settimane, mettendoci di fronte a una serie che non aumenta il numero di core rispetto alla precedente. Spinge però il pedale dell'acceleratore sul gaming, con la nuova architettura Intel Xe che promette un salto prestazionale decisamente importante.
Si alzano inoltre le frequenze, con l'unico modello Core i3 da 2 core e 4 thread che arriva a un massimo di 3.9 GHz contro i 3.4 GHz del corrispettivo più spinto della serie precedente. Il modello di punta arriva invece fino a 4.8 GHz di clock, toccando un traguardo notevole per un processore mobile a basso consumo che promette un incremento sensibile nel rapporto tra consumi e potenza grazie a nuovi transistor e ottimizzazioni assortite.
In equilibrio tra prestazioni e portabilità
Con l'arrivo nel corso di questo mese dei primi dispositivi equipaggiati con Tiger Lake finisce l'era dei processori Ice Lake, già realizzati con transistor a 10 nanometri ma sprovvisti di caratteristiche come Thunderbolt 4 e PCIe 4.0, che invece rientrano tra le tecnologie delle nuove CPU, ovviamente dotate anche di Wi-Fi 6 integrato. Tutti vantaggi, come la possibilità di collegare più pannelli 4K a 60Hz attraverso la nuova porta Thunderbolt, che troveremo in dispositivi come il Samsung Galaxy Book Flex 5G e come l'ASUS Expertbook 14 che, assieme ai nuovi laptop ACER, Dell, Lenovo HP e Dynabook, tra i primi in arrivo, puntano su dimensioni da ultraportatile oltre che sul peso contenuto, come nel caso degli 860 grammi del Portege X30W. Il tutto reso più appetibile dalla promessa di un salto prestazionale importante che assume un'importanza ancora maggiore nel caso dei Chromebook,, fino ad oggi legati a processori decisamente più limitati dei quelli delle famiglie Intel Core.
Per quanto riguarda la potenzabruta, Intel ha menzionato un salto rispetto al passato del 20% merito, visto il numero di core identico alla serie precedente, della frequenza nativa delle memorie, dotata di nuovo controller e con supporto nativo a 3200MHz, e i transistor che, basati su tecnologia SuperFin, godono di maggiore banda e minore dispersione a parità di prezzo. Risultano quindi più efficienti e permettono di ridurre il voltaggio aumentando potenza e frequenze, cosa che le caratteristiche emerse dai rumor che parlano di clock sensibilmente più elevati rispetto alla generazione precedente. Ma il pezzo forte della nuova serie è senza dubbio la GPU basata su architettura Intel Xe, come abbiamo detto equipaggiata con 96 execution unit e 12MB di cache di livello 3, almeno nella versione destinata ai nuovi Core i7. Abbastanza, a quanto pare, per esprimere una potenza simile a quella di una GeForce GTX 1550 Ti, coerente con la promessa di Intel di un raddoppio delle prestazioni nei videogiochi.
E i videogiochi?
Nel caso dei test Intel il Core i7-1185G7, questo sembra in grado di doppiare il modello di punta della concorrenza quando si tratta di incrementare la risoluzione di un'immagine e nel video decoding, uno degli aspetti potenziati di una CPU che supporta anche Dolby Vision e standard AV1. Certo, parliamo di programmi che probabilmente sfruttano ottimizzazioni specifiche come l'aumento di cinque volte delle capacità di calcolo legate all'intelligenza artificiale, ma si tratta comunque di prove di forza notevoli come nel caso dei videogiochi, con Grid e Gears Tactics fatti girare in 1080p a quasi 60 frame per secondo. Circa il doppio della concorrenza, quindi, e nel caso di Grid quasi il doppio anche rispetto a schede discrete, seppur modeste, come le MX 350.
Anche in questo caso parliamo probabilmente di codice ottimizzato, ma le premesse sono buone e anticipano un passo in avanti a dir poco netto, tanto da garantire un gaming di buona qualità con competitivi e titoli leggeri, rispetto alle GPU Iris Plus 640, più performanti delle vetuste HD 630 ma non abbastanza da cambiare le carte in tavola. Questa volta invece Intel ha puntato parecchio sul comparto grafico, congelando il numero di core in funzione di processori a basso consumo che promettono di rivoluzionare le capacità gaming e multimediali di laptop ultraleggeri e ultraportatili.
La mossa di Intel, in un momento che premia il gaming quasi in ogni segmento del mercato, ha senza dubbio senso e potrebbe tradursi in grossi volumi di vendita, mettendo al riparo la compagnia dalle polemiche emerse in ambito desktop. Ma con la nuova architettura grafica Intel non guarda solo al presente. Le GPU Iris Xe sono infatti l'araldo di chip più potenti con cui Intel punta a entrare nel mondo delle schede video da gaming e delle GPU per data center, deep learning e via dicendo. Alcuni rumor, spuntati qualche tempo fa, riferivano di problemi, ma l'impegno della compagnia in tal senso sembra essere massiccio e destinato a dare frutti. Non a caso durante la presentazione di Tiger Lake è comparso Raja Koduri, ex capoccia del reparto AMD Radeon e ora figura chiave per l'ascesa di Intel nel campo dell'hardware dedicato alla grafica.
C'è vento di cambiamento, insomma, con tanto di cambio d'immagine che, a partire da un logo Intel tutto minuscolo col puntino della i in colore blu, coinvolgerà tutti i prodotti della compagnia. Non cambiano invece le mire del Progetto Athena, rinnovato con una seconda generazione che alza i requisiti dei nuovi laptop Intel, compresi fattori come i tempi di risposta, durata della batteria, wake up in meno di un secondo e ricarica rapida, con i nuovi modelli capace di accumulare 4 ore di autonomia in 30 minuti. Come promesso il numero di laptop convalidati per far parte di questa certificazione d'eccellenza sono arrivati a più di 50 e Intel vuole far in modo che aumentino, garantendo uno standard elevato per una generazione di nuovi laptop che, se le promesse Intel dovessero trovare conferma nei test delle redazioni, è destinata a risultare decisamente più appetibile della precedente.