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Jurassic World: Il Regno Distrutto, la recensione

La nuova saga prosegue con un capitolo che sfiora il bersaglio e getta le basi per un futuro incerto

SPECIALE di Christian Colli   —   09/06/2018

È scientificamente provato che i bambini, da grandi, vogliono fare principalmente tre mestieri: gli astronauti, gli scienziati e i paleontologi da quando esiste Jurassic Park. Okay, magari non lo ha proprio dimostrato la scienza, ma fate finta che ve lo dica Jeff Goldblum. Probabilmente sarebbe più divertente dei due minuti striminziti in cui compare in Jurassic World: Il Regno Distrutto, cammeo glorificato che è servito solo a farci ricordare com'eravamo nel 1993, quando Steven Spielberg portò sul grande schermo il romanzo omonimo del compianto Michael Crichton, terrorizzando una generazione che al cinema, nel 2016, ci è tornata con non poche aspettative dopo i deludenti Il Mondo Perduto e Jurassic Park III. Il primo Jurassic World quelle aspettative non era riuscito a soddisfarle completamente, ma ha avuto il merito di riportare quel nome sulla bocca di tutti, proiettando Jurassic Park in un futuro che poi è anche il nostro presente. Jurassic World: Il Regno Distrutto prova quindi a rimescolare le carte con un giro di boa che dà ancora più senso al nuovo titolo, ma nel disperato tentativo di proporre qualcosa di nuovo scivola su cliché che ormai non stupiscono più nessuno.

Guarda, papà, un procompsognathus!

Nella pellicola diretta da J.A. Bayona, già dietro alla macchina da presa in The Impossible e subentrato al posto del mediocre Colin Trevorrow, qui ancora in veste di sceneggiatore, convivono due anime. La prima dà vita all'atto iniziale del film, quello che vi hanno anticipato un po' tutti i trailer e che si svolge interamente sull'Isla Nublar che ospitava prima il Jurassic Park e poi il Jurassic World. Tre anni dopo la crisi di Jurassic World, il vulcano un tempo sopito rischia di distruggere l'isola e di estinguere nuovamente i dinosauri rimasti in libertà. Un ex socio di John Hammond contatta Claire (Bryce Dallas Howard) per organizzare una missione di soccorso con lo scopo di salvare gli animali e soprattutto Blue, l'intelligentissimo Velociraptor addestrato da Owen (Chris Pratt). I due partono dunque alla volta dell'isola insieme a un paio di giovani esperti e... a un piccolo plotone di mercenari con intenzioni tutt'altro che animaliste. Sì, fino a questo punto stiamo riguardando Il Mondo Perduto, l'adattamento dell'ultimo romanzo di Crichton sui dinosauri che fece parecchio discutere i fan nel 1997: Il Regno Distrutto non disdegna citazioni e riferimenti a raffica, regalandoci momenti coinvolgenti e spettacolari. Questa è l'anima più pura, ma anche la più scontata, del film di Bayona.

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Fino all'eruzione, Il Regno Distrutto sembra già averci detto tutto, mettendo i nostri protagonisti tra l'incudine e il martello, le inarrestabili forze della natura e i dinosauri che rischiano di schiacciarli o divorarli o entrambe le cose e non necessariamente in quest'ordine. Poi però il film cambia direzione e rivela di avere un'altra anima: quest'ultima è più fantascientifica, anche più originale e inaspettata. La storia si sposta sul continente e affronta le tematiche che ci avevano fatto riflettere nel primissimo, indimenticabile film di Spielberg, contestualizzandole in un'era più moderna, più tecnologica e più materialista. E a questo punto Il Regno Distrutto sembra entrare in crisi. Da una parte vuole rinnovare la formula, condurci in un territorio inesplorato, ma dall'altra vuole a tutti i costi percorrere un sentiero conosciuto e sicuro. Il risultato non funziona benissimo e sprofonda in un susseguirsi di cliché. Sul finale si riprende, sferra qualche colpo basso con un paio di sorprese niente male e ci prepara mentalmente a un sequel ancora più improbabile di questo.

The Indoraptor From Jurassic World Fallen Kingdom

Bayona è un regista competente che regala momenti pieni di suspense, anche se quest'ultima finisce col sgonfiarsi a causa di una sceneggiatura estremamente prevedibile. Il cast conta attori validissimi che il copione sfrutta raramente a dovere. C'è praticamente zero chimica tra Pratt e la Howard, di conseguenza la loro love story fatica a rapire lo spettatore e a tenerlo col fiato sospeso nelle scene più intense. Simpatici i loro comprimari (la veterinaria, Daniella Pineda, e l'esperto di computer, Justice Smith) ma poco utilizzati rispetto al solito. Immancabile la bambina (Isabella Sermon) in cui possono immedesimarsi i più piccoli, anche se il suo ruolo è più significativo di quanto non appaia. I cattivi di turno, inoltre, sono letteralmente macchiette. C'è il militare tutto d'un pezzo (Ted Levine) che colleziona denti di dinosauri, il genetista pazzo (B. D. Wong) che in un certo senso ha dato il via a tutta la storia, il giovane arrivista (Rafe Spall) che non ha ancora capito che la vita vince sempre e il trafficante d'armi (Toby Jones) che pensa solo ai soldi.

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Nulla da dire sugli effetti speciali, anche perché in questo Il Regno Distrutto sono stati impiegati un maggior numero di animatroni rispetto al precedente Jurassic World, il che rende molte scene decisamente più efficaci in termini puramente visivi, merito anche degli spazi ristretti in cui si svolge gran parte del film e che contribuiscono ad accrescere un certo senso di claustrofobia. Nonostante ciò, c'è proprio una cosa che fatica a convincerci nelle nuove pellicole: il sangue o, per meglio dire, la sua assenza. Il primo Jurassic Park e Il Mondo Perduto non erano certo film splatter, ma Spielberg giocava a nascondino nelle scene più macabre per dare un certo peso, una qualche concretezza, alla carneficina che causavano predatori alti come palazzi. Qualcuno ricorderà braccia troncate, meccanici spaccati a metà, avvocati ridotti in poltiglia: non si vedeva nulla o si vedeva molto poco ma quel che si intuiva dava comunque un senso di pericolo. Jurassic World: Il Regno Distrutto offre una sana dosa di violenza, ma è breve e camuffata male. C'è il rischio che i bambini poi non vogliano il giocattolo del T-Rex che nel film fa a brandelli le persone, no?

Jurassic World2

Conclusioni

Multiplayer.it

6.0

Jurassic World: Il Regno Distrutto non è un brutto film, ma fatica a restare impresso e non riesce a stupire. Il film di Bayona si divide tra due identità, preferendo in finale quella dell'avventura per tutti, del film di intrattenimento col messaggio naturalista che faticherà a convincere chi si aspettava qualcosa di più da un marchio prestigioso come quello di Jurassic Park.

PRO

  • La regia è molto valida
  • La "seconda parte" del film
  • Ottimi effetti speciali

CONTRO

  • È un trionfo di cliché
  • Antagonisti insipidi
  • I dinosauri non sembrano poi così pericolosi