Possibile che Sony stia volontariamente evitando di concedere ai propri giocatori PS5 versioni "potenziate" dei videogame esclusivi PS4? Questa è una domanda che continua ad aleggiare nell'aria sin dall'uscita della console di nuova generazione di PlayStation. La retrocompatibilità è stata, dopotutto, un argomento un po' scomodo per Sony sin dal primo istante (si è iniziato parlando di cento giochi, poi di quasi tutti, solo alla fine è arrivata una vera lista di titoli non compatibili) e ancora adesso non è chiaro quale sia la strategia della compagnia di Tokyo sugli upgrade next-gen.
Dall'altro lato, invece, abbiamo Microsoft che, in modo in realtà un po' anticlimatico, ha proposto un sistema "integrato" per potenziare quasi ogni gioco di vecchia generazione senza nemmeno l'intervento degli sviluppatori. Non sono mancati ovviamente alcuni rimaneggiamenti per sfruttare in modo più incisivo la potenza aggiuntiva di Xbox Series X, come nel caso di Gears 5. Indipendentemente dai risultati e dai metodi, la linea di Redmond è molto chiara: smart delivery, retrocompatibilità più ampia possibile, vantaggi grafici sensibili per quanto non rivoluzionari su molteplici giochi. Nulla di più, nulla di meno. Nel caso di PS5, invece?
Pur vero che l'osannato SSD diminuisce i tempi di caricamento e che il frame rate si alza o almeno stabilizza (sempre che non sia bloccato, tipo in Bloodborne...), la retrocompatibilità di PS5 non ha mai dato l'impressione di essere il fiore all'occhiello della macchina da gioco giapponese. In tutta onestà, non siamo mai rimasti stupiti dal fatto che Microsoft fosse in vantaggio sotto questo punto di vista, considerando che vi ha lavorato a partire da Xbox One. Era però lecito aspettarsi che Sony puntasse il più possibile sul proprio catalogo per sfoggiare tutti i vantaggi di possedere una PS5, soprattutto considerando che nel 2020 sono usciti due giochi di altissimo livello come The Last of Us Parte 2 e Ghost of Tsushima.
Cosa ha fatto realmente Sony? In che modo la retrocompatiblità di PS5 è stata usata?
PS5 e la retrocompatibilità (de)potenziata
Sony ha optato, per il momento almeno, per due tipi di approcci: patch minori che stabilizzano risoluzione e frame rate (Ghost of Tsushima, God of War e Days Gone sono un esempio), oppure ha proposto a pagamento una vera remastered (parliamo chiaramente di Marvel's Spider-Man).
Scelte valide ed entrambe comprensibili, ragionate probabilmente anche sui costi e sui potenziali profitti (come sempre, i videogiochi sono un prodotto commerciale prima di essere arte). Ciò che stupisce è l'incoerenza. Perché un Days Gone viene aggiornato, mentre Horizon Zero Dawn, sul quale il team sta lavorando in versione PC, non è stato potenziato? Perché a due mesi dal lancio non abbiamo certezze sul "destino" dei titoli più importanti di PS4?
Sia chiaro, non pretendiamo che tutti i giochi esclusivi, soprattutto quelli più vecchi, vengano rimaneggiati per fare felici un gruppetto di fan. Quello che è strano, però, è che opere di altissimo livello come The Last of Us Parte 2, ma anche il "vecchio" Horizon Zero Dawn non abbia ricevuto un qualche trattamento di favore. Soprattutto, perché non vi sono nemmeno stati annunci a riguardo? Promettere l'arrivo di update next-gen non sarebbe di certo una cattiva pubblicità in previsione del lancio.
Le possibili strategie di Sony
Semplificando il discorso, a nostro parere le possibili strategie di Sony per quanto riguarda la retrocompatibilità di PS5 sono due.
Prima di tutto, la società di Tokyo ha fatto due conti e ha deciso che non è conveniente né a livello economico né per pura pubblicità proporre massicci upgrade per certi giochi. Perché realizzare dei veri update tecnici, che vadano oltre il banale miglioramento di risoluzione e frame rate, quando le esclusive PS4 sono già ottime così come sono? Certi titoli sono semplicemente stati "abbandonati" a sé stessi.
Vi è poi una seconda possibilità. Sony ha effettivamente qualcosa in lavorazione, qualcosa di più di una semplice patch che sblocchi il frame rate e la risoluzione. Almeno per quanto riguarda quei tre o quattro giochi di maggiore importanza, ogni team interno sta lavorando a un upgrade che introduca texture di qualità migliore, effetti grafici aggiuntivi o un sistema di luce parzialmente potenziato dal ray tracing (giusto per fare qualche esempio).
Non si tratta di lavori da poco, ma permetterebbero di "portare" su PS5 una buona fetta di catalogo e dare ai nuovi giocatori un grosso motivo per passare alla next-gen. Si tratta di procedimenti che richiedono tempo e risorse, ma siamo convinti che sarebbe solo un bene per PlayStation.
Come detto in precedenza, però, perché non annunciarlo in modo chiaro sin dal lancio? Perché lasciare i fan nel dubbio? L'opzione più credibile è che Sony voglia realizzare, in modo simile a quanto fatto con Marvel's Spider-Man, delle versioni next-gen (di pochi e selezionati giochi PS4, ripetiamo) da vendere a pagamento. In tal caso, gli annunci andrebbero gestiti con i giusti tempi, titolo per titolo, magari per sfruttare un'uscita ravvicinata a potenziali seguiti o comunque dilazionando i reveal in modo tale da non indispettire il pubblico, che di certo non gradirebbe l'idea di dover ricomprare ogni esclusiva per godere dei vantaggi next-gen (ricordiamo la reazione al caso di Marvel's Spider-Man Remastered). La risposta, quindi, è che la retrocompatibilità e relative patch potrebbero essere state "depotenziate volutamente", in previsione di rimaneggiamenti più massicci a pagamento. Da un lato significa che l'utente che già possiede i giochi non può avvantaggiarsi in modo serio della nuova console, dall'altro un nuovo giocatore avrà la possibilità di godersi tali giochi in formato (quasi) next-gen, invece di accontentarsi della versione old-gen.
I giochi PS4 diventano giochi PS5
Come già detto, non ci aspettiamo di rivedere in azione su PS5 versioni next-gen di ogni gioco esclusivo PS4. Partiamo quindi eliminando qualche voce dalla lista. Opere vecchie e di IP "abbandonate" come Killzone Shadowfall, inFamous Second Son o titoli di team esterni come The Order 1886, Bloodborne e Until Dawn (giusto per fare qualche esempio), non sono abbastanza rilevanti per ricevere un qualsiasi tipo di ammodernamento (sì, fa male scrivere queste parole riguardo a Bloodborne).
Quali sono i giochi che, invece, potrebbero subire un'opera di restauro? È molto probabile che i candidati siano quei titoli non inclusi nella PS Plus Collection. Recenti rumor sembrano inoltre confermare quest'idea. Ghost of Tsushima e The Last of Us Parte II, infatti, dovrebbero ricevere una versione PS5, secondo le voci di corridoio.
Entrambi sono degli ottimi candidati sia perché sono usciti nella seconda metà del 2020, ovvero in un momento durante il quale i rispettivi team avevano già accesso ai dev kit di PS5, sia perché tutti e due dispongono/disporranno di una modalità multigiocatore. Non è chiaro per ora quanto successo abbia avuto Legends di Ghost of Tsushima, ma se è intenzione degli sviluppatori farlo evolvere sul lungo periodo, una versione PS5 del gioco sembra un obbligo. Inoltre, immaginate l'isola di Tsushima con un sistema di illuminazione ray tracing.
The Last of Us Parte II, invece, vedrà l'arrivo di un gioco multigiocatore indipendente. Non è però impossibile immaginare che Sony decida di includere anche una versione PS5 del gioco single player. Potrebbero anche furbamente vendere Fazioni Parte II (nome appena inventato) a 79,99€ e affermare che la campagna single player è "in regalo". Oppure parimenti a Marvel's Spider-Man Miles Morales potrebbero proporre due versioni, una con solo il multigiocatore e una con entrambe le modalità a prezzo maggiorato.
Horizon Zero Dawn è un altro forte candidato, sia perché non è incluso nella PS Plus Collection, sia perché quest'anno è in arrivo il seguito. Le nuove feature grafiche create per Forbidden West potrebbero essere inserite in una remaster del primo capitolo, oltre che nella versione PC. Non crediamo invece che ci si possa aspettare miglioramenti per Gran Turismo: il nuovo episodio sostituirà completamente i precedenti, come è tipico del genere.
Opere come Days Gone e Uncharted 4/Uncharted L'Eredità Perduta, invece, non hanno per ora seguiti all'orizzonte e sono già "vecchie": si trovano quindi in questo momento in una sorta di limbo. Nel caso delle avventure di Nathan Drake, sottolineiamo inoltre che i Cagnacci sono occupati su altro per il momento. Forse il tanto chiacchierato nuovo team di SIE con sede a San Diego scalderà i motori con un porting PS5 degli ultimi due Uncharted? Non sarebbe il modo peggiore per presentarsi al mondo, questo è certo. Per chiudere, non dimentichiamoci di Dreams. Un rilascio su PC e PS5 servirebbe per certo a dare nuova linfa a un titolo che pare arrancare.
Ci sono quindi più domande che risposte, ma è soprattutto conseguenza del silenzio di Sony PlayStation. Anche prendendo in considerazione ritardi causati dal COVID-19, nel corso dei prossimi mesi la compagnia di Tokyo dovrà per forza di cose darci un'idea di quello che vuole fare con i propri titoli PS4. Se il silenzio stampa dovesse continuare, dovremmo presupporre che preferisca non investire risorse per gli upgrade PS5, di qualsiasi natura. Sarebbe però un gran spreco. Voi invece cosa ne pensate? Gradireste un po' di "retrocompatibilità potenziata" all'interno del catalogo PlayStation, oppure il passato è solo da dimenticare?