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Ravenbound: abbiamo provato il roguelike open world (sì, avete letto bene) di Systemic Reaction

Systemic Reaction prova a rivoluzionare i roguelike con una variante open world del genere. Avrà azzeccato la formula giusta? Lo scopriamo nel provato di Ravenbound.

PROVATO di Aligi Comandini   —   30/09/2022

Negli ultimi anni i roguelike sono tornati in auge, un po' per via di alcuni esponenti del genere davvero eccezionali e un po' per la loro formula a dir poco affascinante, quando applicata con criterio. Sono dopotutto giochi dalla durata potenzialmente enorme, se i loro sviluppatori azzeccano a dovere bilanciamento e gameplay loop, e vista la struttura di fondo "relativamente" semplice risulta possibile approcciarli in una miriade di modi differenti, o tentare direttamente di evolverne le basi con ibridazioni e idee originali.

In questo curioso ambientino ha deciso recentemente di buttarsi anche Systemic Reaction, un team del gruppo Avalanche Studios (sì, quelli di Just Cause e Mad Max), che in passato è sempre riuscito a catturare parecchia attenzione con i suoi prodotti, pur non creando mai titoli capaci di conquistare davvero il mercato. Dai creatori di Generation Zero e Second Extinction, ad ogni modo, era lecito aspettarsi qualcosa di perlomeno interessante, e in effetti il loro Ravenbound sfida da subito tutte le convenzioni dei roguelike classici, perché invece di puntare su una struttura contenuta e rifinita mette in campo nientepopodimeno che un open world esplorabile liberamente.

Come funziona? Beh, lo abbiamo testato per qualche ora proprio per capirlo, e oggi cercheremo di spiegarvelo nel nostro provato di Ravenbound.

Fantasy classico, roguelike nuovo

Ravenbound: alcune prove in un lugubre tempio vi mostreranno le meccaniche del gioco. Da lì in poi, non avrete più limitazioni
Ravenbound: alcune prove in un lugubre tempio vi mostreranno le meccaniche del gioco. Da lì in poi, non avrete più limitazioni

La premessa di Ravenbound è quanto di più banale ci possa essere in un titolo dalla narrativa fantasy: in pratica avrete a che fare con la solita entità malvagia in grado di corrompere il mondo ed evocati come avatar di un potente corvo mistico creato in passato per sigillarla, sta a voi il compito di distruggerla, recuperando gradualmente i poteri dello spirito che vi guida a forza di battaglie. Nulla di particolarmente elaborato o interessante dal punto di vista della trama insomma; è cristallino come il focus degli sviluppatori qui siano il gameplay e la strutturazione generale, senza chissà quale sforzo creativo nella scrittura. Certo, i boss del gioco sono apparentemente eroi caduti in passato da liberare da un eterno tormento e vi sono delle steli di pietra che delineano parzialmente il background narrativo del mondo, ma dubitiamo seriamente che qualcuno acquisterà Ravenbound per i suoi dialoghi.

No, qui il fulcro del tutto è ovviamente la sua curiosa strutturazione, che vanta peraltro una mappa piuttosto estesa. Normalmente un open world non dovrebbe sposarsi in modo sensato con un roguelike, perché per sua natura tende ad essere un'esperienza dispersiva e poco adatta a partite ripetute; Ravenbound aveva due possibilità per superare questa limitazione: offrire un'esplorazione straordinariamente libera e velocizzata - così da eliminare il tedio di lunghe camminate per raggiungere ogni obiettivo - o inserire delle secche limitazioni nel sistema. I Systemic Reaction hanno quindi deciso di percorrere la prima delle due strade, con una spruzzata della seconda per non complicare eccessivamente la vita ai giocatori.

In Ravenbound è difatti possibile volare liberamente trasformandosi in corvo: il volo è estremamente rapido e permette di raggiungere qualunque punto della mappa di gioco senza problemi, ma una volta ritrasformati in creature bipedi non potrete tornare un volatile se non raggiungendo specifici altari sparsi per la mappa (sono le strutture più frequenti in circolazione, se non altro). Per non rallentare eccessivamente le fasi a piedi, poi, qualunque zona sopraelevata può venir comunque raggiunta facilmente grazie a un comodo rampino, e non ci sono limitazioni alla corsa. Queste soluzioni, unite a indicazioni piuttosto chiare tramite icone di cosa si può trovare per il mondo (da miniboss, a battaglie classiche, passando per mercanti o interi villaggi amici), permette di selezionare senza troppi problemi dove si vuole andare da subito. Ed è proprio questa la "chiave di volta" adottata dal team per evitare il tedio, dato che la mappa sarà alla fine solo parzialmente procedurale, con zone dotate di chiare caratteristiche e una tendenza a offrire specifici potenziamenti. Una volta compreso dove conviene dirigersi, dovrebbe risultare facile selezionare il punto di partenza più comodo e come orientare la build del proprio personaggio in partita.

Un mazzo costoso

Ravenbound: non sottovalutate i nemici. Se sono molti vi circonderanno attaccandovi senza sosta. Se sono da soli... beh, ci metterete del tempo a eliminarli
Ravenbound: non sottovalutate i nemici. Se sono molti vi circonderanno attaccandovi senza sosta. Se sono da soli... beh, ci metterete del tempo a eliminarli

I potenziamenti di cui abbiamo appena parlato nel gioco vengono ottenuti attraverso delle carte sparse per la mappa. Ogni battaglia vinta di norma garantisce un forziere con una nuova carta, per un mazzo con al massimo cinque scelte differenti. E spiegato così, lo sviluppo di Ravenbound potrebbe sembrare banalotto, ma le carte non si limitano a semplici potenziamenti al danno o alla difesa... il gioco offre infatti varie razze per l'avatar del corvo, ognuna con caratteristiche differenti. Alcune razze possono disporre di meno carte ma hanno altri vantaggi passivi, altre hanno più slot per artefatti, e via così. Considerando che peraltro le carte non sono utilizzabili gratuitamente, e richiedono una risorsa chiamata "favore" ottenuta molto gradualmente durante l'avanzamento (questa si consuma persino quando le si scarta per sostituirle), la scelta oculata di una razza può portare notevoli vantaggi durante le partite.

Ravenbound, tutto sommato, vanta una difficoltà di tutto rispetto e non solo per quanto riguarda gestione delle risorse e progressione. L'intelligenza artificiale dei nemici è infatti estremamente mobile e aggressiva, e il sistema di combattimento regolato per poter gestire gruppi di nemici assatanati. Il vostro personaggio infatti ottiene varie armi nel gioco, ma è in generale sempre in grado di utilizzare una schivata incredibilmente rapida e una barriera attivabile istantaneamente. Entrambe queste manovre difensive, se usate con il giusto tempismo, offrono una quasi totale invulnerabilità ai colpi, eppure risulta comunque difficile uscire dagli scontri senza ferite vista la frequenza degli assalti nemici e la loro tendenza a circondarvi. Certo, avanzando nel gioco si sbloccano tramite carte nuove armi, nuovi potenziamenti passivi, e nuove razze che unite alle zone sopra descritte aiutano a migliorarsi velocemente, tuttavia Ravenbound resta ben lontano dal voler essere un gioco a portata di tutti.

Ravenbound: sparsi per la mappa ci sono villaggi dove la corruzione non è arrivata. Qui troverete mercanti e utili quest
Ravenbound: sparsi per la mappa ci sono villaggi dove la corruzione non è arrivata. Qui troverete mercanti e utili quest

Durante la nostra prova, abbiamo affrontato anche uno dei suoi boss e vi assicuriamo che non sono una passeggiata: i nemici più potenti hanno una marea di punti vita, le pozioni scarseggiano (e vanno acquistate dai mercanti o ottenute tramite carte) e i semplici riflessi non sembrano bastare per contrastare i loro continui attacchi. Eliminarli tutti richiederà indubbiamente parecchio tempo e fatica.

Tutto ottimo quindi? Beh, non proprio. L'idea alla base di Ravenbound è, infatti, molto interessante, ma durante la nostra prova non sono mancati gli elementi in grado di farci storcere il naso, e non parliamo ovviamente solo degli inevitabili bug di una prima build. Il sistema di combattimento sopra descritto, infatti, per quanto divertente ci è parso piuttosto rozzo, e sarebbero comodi alcuni indicatori aggiuntivi per valutare lo stato della propria guardia, dato che può venir spezzata piuttosto facilmente dagli avversari (la schivata ci è quasi sempre sembrata una manovra più sicura). In più abbiamo notato una certa ripetitività nei nemici e nelle situazioni, solo marginalmente controbilanciata dalla presenza di quest legate ad alcuni NPC, e dai boss principali appena citati. Infine, la progressione della demo doveva essere "velocizzata" rispetto al gioco normale, ma l'abbiamo trovata comunque fin troppo compassata, ed esiste il rischio che le partite nel grosso mondo aperto di Ravenbound risultino comunque soverchianti per chi ama la concretezza dei roguelike classici. Per riassumere, insomma, una buona idea per ora applicata in modo sensato ma ancora un po' troppo rozzo, che se rifinita a dovere potrebbe però rappresentare una gradita sorpresa. Vedremo.

La nostra prova di Ravenbound ha svelato un titolo ancora un po' rozzo, ma comunque sorretto da un'idea alquanto interessante che, se sfruttata a dovere, potrebbe dar vita a una gradita sorpresa nel genere. Gli sviluppatori, comunque, sono costantemente in contatto con la community e duramente al lavoro per rifinire al meglio il loro peculiare pargolo, quindi ci sono ottime basi per trovare una quadra soddisfacente. Non resta che aspettare e vedere se questo particolarissimo roguelike riuscirà ad esprimere al meglio il suo potenziale.

CERTEZZE

  • Concept davvero interessante, che lo distingue dagli altri roguelike
  • Difficoltà elevata e combattimenti frenetici

DUBBI

  • Ancora piuttosto rozzo in molti aspetti