Questo week end ci siamo dilettati con il playtest di Red Solstice 2: Survivor, sequel di quel The Red Solstice accolto in maniera piuttosto fredda su queste stesse pagine ormai sei anni fa. Il titolo getta le radici tra i giochi d'azione strategici con visuale isometrica, mettendo in chiaro però sin da subito che la componente online debba fare da colonna portante per l'intera infrastruttura di gioco. Se con il primo capitolo le cose da questo punto di vista non sono andate propriamente nel verso giusto, a causa di una popolazione sui server poco attiva, la situazione quest'anno potrebbe risultare diversa, visto che gli sviluppatori Croati di Ironward hanno deciso di mettersi nelle mani di 505 Games per la pubblicazione, sperando probabilmente di ottenere una eco e un interesse esponenzialmente maggiori.
Anche questa volta il gioco vuole proporre una campagna guidata dalla narrazione e una corposa componente online ma la volontà di far testare in questa fase server e stabilità delle missioni co-op lascia intuire quanto, ancora una volta, sarà proprio questo il cardine dell'esperienza di gioco. Abbiamo allora passato qualche ora online in compagnia di amici e sconosciuti in quella che potremmo definire senza tanti giri di parole una battaglia hardcore, dove la comunicazione risulta fondamentale e anche i più piccoli errori di pianificazione possono costare il fallimento dell'intera missione.
Un week end di playtest per convincere il pubblico
Quando si pianifica un titolo basato principalmente sull'online come questo è indispensabile riuscire a creare una fanbase che giochi regolarmente e formi una comunità viva. Modo migliore allora per dare qualcosa su cui discutere è sicuramente quello di gettare nelle mani di chiunque una demo e far assaporare quanto il prodotto finale sarà in grado di offrire. Sebbene i server peer to peer siano una condanna, solitamente, durante questo playtest abbiamo avuto la fortuna di non incappare mai in disconnessioni repentine o ragequit, riuscendo quasi sempre a vedere la fine della partita o quantomeno la precoce dipartita della squadra per mani delle affamate belve aliene.
Nel caso in cui abbiate giocato The Red Solstice il seguito vi sembrerà estremamente familiare ma l'intero comparto tecnico è stato sistemato e abbellito. Ci ha infatti lasciati piacevolmente colpiti il primo impatto con gli effetti luminosi, vero fiore all'occhiello della produzione che adornano un'ambientazione metropolitana buia e rischiarata solo saltuariamente dalle esplosioni e dalle scie traccianti dei proiettili. L'atmosfera, insomma, è claustrofobica quanto basta e risulta perfetta per creare quell'immersione indispensabile per lasciare che il giocatore si senta sempre braccato e sperduto, sebbene l'unica mappa disponibile, non fosse poi particolarmente vasta come metratura. Eppure in quel quadrato dai confini ben conosciuti, muoversi correttamente tra le vie deserte e i palazzi disabitati non è stato affatto semplice visto che Ironward è riuscita a mantenere una curva di difficoltà piuttosto alta, pronta a punire i soldati troppo spavaldi. Per avere successo nelle missioni è stato dunque necessario pianificare a dovere innanzitutto la composizione del party, cercando di creare una buona amalgama nei team fino a otto giocatori sfruttando appieno il potenziale delle quattro classi disponibili.
Indispensabile il medico con i suoi droni in grado di curare la prima linea e riportare in vita i compagni caduti, così come abbiamo trovato immancabile il supporto dell'artiglieria pesante e delle granate offerte dalle altre classi per sfiancare il nemico prima dell'immancabile scontro all'arma bianca. Se avete giocato a Left 4 Dead o giochi a orde saprete già cosa aspettarvi grossomodo e da quei titoli Red Solstice 2: Survivors eredita anche la necessità di tenere sempre a portata di mano caricatori di scorta o di pianificare quantomeno un percorso che preveda un rifornimento di proiettili e gadget secondari.
Catapultati nel centro della mappa dovrete così riuscire a resistere a più ondate possibili mentre attendete pazientemente il momento dell'estrazione, non prima però di aver completato nel mentre anche tutta una serie di obiettivi secondari generati casualmente. Ci sarà da disattivare una batteria missilistica, far ripartire dei generatori di energia e via discorrendo per partite comunque piuttosto varie, se non nella struttura quantomeno negli obiettivi di missione.
Per qualcosa di più lineare, invece la campagna single player potrebbe fare al caso nostro ma per poterla testare dovremo aspettare la versione completa il prossimo 17 giugno. Cose da mettere a posto comunque ce ne sono ancora, prima su tutti un'interfaccia di gestione e crescita del personaggio non proprio user friendly da utilizzare con menu molto poco intuitivi e dalla difficile lettura. L'esperienza e i punti talento guadagnati durante le missioni potranno essere spesi nelle lobby per migliorare diversi aspetti delle varie classi, oltre che ad ottenere l'accesso ad armi ed abilità sempre più mortali, in un loop continuo che abbiamo visto funzionare particolarmente bene in queste circostanze. La poca immediatezza nei menu ci ha comunque lasciato straniti, visto quanto curata ci era sembrata durante le prime apparizioni del progetto lo scorso anno, un passo indietro che ci ha lasciato sicuramente spiazzati. Ottima invece la varietà di alieni che vi salteranno addosso sia in forma sia in dimensione, dai classici bipedi zomboidi ad abomini alti come palazzi. Il divertimento insomma non dovrebbe mancare.
Un titolo di quelli tosti da approcciare, deciso a non lasciare spazio a tattiche caciarone e campate per aria. Red Solstice 2: Survivors richiede impegno per essere affrontato a dovere e sa essere difficile e punitivo al punto giusto, ricompensando chi riuscirà a gestire le varie missioni con una iniezione di soddisfazione pura. Il titolo visivamente si presenta bene e il comparto tecnico spunta sopra la media del genere rendendo Red Solstice interessante da giocare e bello da vedere. L'unico grossissimo punto di domanda, oltre alla profondità e alla solidità della campagna, resta dunque sulla popolosità dei server, elemento che potrebbe tranquillamente da solo definire il successo o il fallimento della produzione.
CERTEZZE
- Visivamente interessante
- Strategico e claustrofobico al punto giusto
- Azione co-op fino a otto giocatori!
DUBBI
- Interfaccia non sempre chiarissima
- Il successo dipenderà molto dalla community