I videogiochi possono intrigare per moltissimi motivi, primo fra tutti il concept base che li sorregge. Negli ultimi anni sono state molte le software house che hanno tentato la strada del sandbox simulativo puro, dando cioè agli utenti degli strumenti per esprimersi in un determinato ambito, come costruire una nave spaziale per affrontare i misteri del cosmo o creare delle immense fabbriche da far funzionare come orologi svizzeri. Gli italiani Studio Evil, in collaborazione con Licorice ehf, hanno invece pensato bene di dare in pasto ai videogiocatori una vera e propria scrivania virtuale con cui creare i loro gadget programmabili. Per scoprire se valga la pena o meno imparare un nuovo mestiere, non vi resta che leggere il provato di Retro Gadgets, disponibile da qualche settimana in Accesso Anticipato su Steam.
i gadget di design
Avviato Retro Gadgets, di primo impatto sembra di trovarsi davvero davanti a una scrivania virtuale piena di strumenti e di componenti da utilizzare. Il tutorial, presentato sotto forma di un gadget dalle sembianze di un polipo, ci chiarisce un po' cosa dobbiamo fare. Più che altro cosa possiamo fare, visto che non ci sono obiettivi predeterminati o una campagna da seguire. Si crea e si condivide, questo è tutto.
Per cominciare ci acclimatiamo con l'interfaccia, iniziando a tirare le maniglie blu dei vari cassetti per vedere gli strumenti che abbiano a nostra disposizione. Di base dobbiamo dilettarci a creare dei gadget dall'aspetto retrò, partendo dal design degli stessi, realizzabile sfruttando le forme fornite dal gioco, tutte colorabili o decorabili tramite l'aerografo e gli sticker integrati, per poi andare a inserire i chip, i collegamenti e i pulsanti che li faranno funzionare. Il posizionamento delle parti è davvero semplice: la scrivania è divisa in caselle che andranno a ospitare le singole componenti del nostro progetto. Tramite questo limite, gli sviluppatori hanno ottenuto il risultato di mantenere uno stile visivo retrò anche per i progetti più complessi, il che non è male per evitare deragliamenti o il crearsi di situazioni indesiderate.
Ma cosa farne di tanta libertà? Diciamo che avere già una mezza idea di ciò che si vuole creare è una buona base di partenza, altrimenti si possono guardare e modificare i gadget degli altri per provare a ottenere qualcosa di completamente nostro o, più semplicemente, per esercitarsi un po'. Detto questo, le funzioni di design si sono rivelate davvero semplici e intuitive e non abbiamo impiegato molto tempo a dare vita al gadget con cui domineremo il mondo. I pulsanti ci sono, i chipset sono piazzati e la nostra papera, cui si illuminano gli occhi quando si preme il pulsante che abbiamo posizionato sul... petto, sembra poter incutere davvero terrore su scala globale. Ma ora come farla funzionare? Facile (a dirsi), bisogna programmarla.
Lua
La parte più complicata di Retro Gadgets, ma anche quella che dà maggiori soddisfazioni è il Lua. Sostanzialmente il gioco integra un editor di quello che è un vero e proprio linguaggio di programmazione professionale, usatissimo in ambito videoludico, che consente di programmare le funzioni dei gadget. Una scelta del genere dà dei grossi vantaggi, in termini di possibilità offerte, perché mette a disposizione degli utenti un tool potentissimo con cui possono fare davvero di tutto. Naturalmente c'è anche uno svantaggio macroscopico: non è facilissimo da usare. Non è sicuramente il linguaggio più complicato tra i molti sulla piazza, anzi è decisamente abbordabile grazie alla sua sintassi essenziale, ma allo stesso tempo richiede una certa dedizione per essere iniziato a usare in modo decente.
Gli sviluppatori hanno integrato una serie di tutorial per aiutare i giocatori, altri ne arriveranno e online si trovano risorse a profusione, prima fra tutte il forum ufficiale di Retro Gadgets, dove è possibile chiedere consigli alla comunità. Rimane il fatto che un prerequisito del genere crea una barriera d'ingresso non facilissima da superare, che può raffreddare l'interesse di molte persone. In questo senso è anche complicato descrivere l'esperienza di gioco, perché di fatto sarebbe come descrivere la scrittura di codice su di un blocco note, finalizzata in questo caso al funzionamento dei gadget. La soddisfazione quando le cose iniziano a funzionare è decisamente alta e, volendo, è proprio quando i gadget prendono vita che si comprende davvero la forza del titolo di Studio Evil e si rimane completamente rapiti.
Steam Workshop
Un altro enorme punto di forza di Retro Gadgets è il supporto diretto del Workshop di Steam, dove al momento di scrivere questo provato si trovano già più di 650 gadget già belli che pronti. Ci sono addirittura dei videogiochi completi. Ad esempio c'è un gadget con cui giocare alla versione Pico-8 di Celeste, c'è una music box di Cyberpunk Edgerunners, c'è una console portatile completa con ben due giochi integrati, ci sono un lettore MP3, un sintetizzatore, un test di gravidanza, una battaglia navale, un gadget inutile (lo ha chiamato così il suo autore) e chi più ne ha più ne metta. Insomma, la comunità si sta dando davvero da fare per arricchire il gioco e parte del gusto di giocarci attualmente deriva anche dal provare e dissezionare i gadget realizzati dagli altri, andando a vedere magari come li hanno programmati.
Retro Gadgtets è un sandbox tecnico che non teme di essere tale e di rivolgersi a un pubblico di ultra appassionati. Immaginiamo che con gli aggiornamenti futuri saranno introdotti altri aiuti per i neofiti, soprattutto per quanto riguarda il lato Lua, ma per adesso sappiate a cosa andate incontro e sappiate anche che con un po' di sforzo è già possibile realizzare dei gadget meravigliosi.
CERTEZZE
- Potenzialità altissime
- Già molti gadget scaricabili
- Editor dei gadget molto comodo
DUBBI
- Il Lua è uno scoglio non da poco e richiede un certo impegno