Quando il nostro gruppo di scalmanati vola a Colonia durante la Gamescom, di solito, lo fa per vedere dei videogiochi, e ogni appuntamento lontano da una prova diretta o da una preview giocata dagli sviluppatori viene accuratamente evitato. Capita però di venir catturati da presentazioni "diverse" dal solito: sempre legate al gaming, certo, ma incentrate su ciò che circonda i prodotti, più che sui titoli in sé. Quest'anno a regalarci un'ora di questo tipo ci hanno pensato Brian Fargo e Lee Jacobson, mostrandoci un loro interessante "passion project" di nome Robot Cache. E Fargo sarà pure il capoccia di InXile, ma tra un gioco di ruolo e l'altro ha pensato bene di infilarsi nella genesi di un marketplace digitale, nonostante il campo sia dominato da quel colosso inarrestabile di Steam. Solo che Robot Cache non vuole sfidare Valve sul suo stesso campo senza preparazione alcuna: intende rivoltare per sempre il mercato digitale, puntando sulle criptovalute, su importantissimi cambiamenti al concetto di "usato" e sul supporto agli sviluppatori.
L'evoluzione del digital?
Usato, avete capito bene. Pur essendo un digital marketplace, Robot Cache permette infatti di rivendere i giochi acquistati portando nelle tasche degli sviluppatori il 70% del prezzo originale, e in quelle del giocatore il 25% del totale (l'azienda si intasca il 5%, ma nel complesso la percentuale ottenuta dai giocatori è meglio che niente, se si considera che fino ad ora i titoli restavano semplicemente a marcire nella propria lista giochi). Non solo, dalle vendite del "nuovo" i team di sviluppo guadagnano il 95%, ovvero il 25% in più di quello che prendono su Steam. I margini del 30% imposti dal colosso americano avevano dopotutto creato attriti con molte software house, e spinto alcune potenze dell'industria a tentar di aprire le proprie piattaforme (con risultati altalenanti). Robot Cache, parte però in quarta rispetto a tali sfidanti, con vantaggi enormi per chiunque decida di vendere i suoi prodotti sulla piattaforma.
Questo, ovviamente, non rende scontato il supporto a Fargo e ai suoi: gli accordi con le case non sono facili, e seppur molti partner siano già ben definiti - gente come Paradox e THQ Nordic ha preso la palla al balzo - la potenza di Steam e il numero dei suoi supporter non sono nemmeno lontanamente paragonabili alle previsioni di crescita del nuovo progetto sul breve periodo... c'è però un'altra furbata su cui Robot Cache punta con una discreta insistenza, ovvero le già citate criptovalute. Ed è davvero il caso di entrare più nel dettaglio quando si parla di un argomento così controverso: una volta entrati a far parte di Robot Cache vi verrà dato modo di minare le valute con la vostra scheda grafica mentre non state giocando; queste verranno poi riconvertite in Iron (la valuta interna di Robot Cache) e da una parte finanzieranno il marketplace, mentre dall'altra daranno la chance di ottenere gratuitamente i giochi (un Iron vale infatti un euro, ed è utilizzabile senza problemi al posto dei soldi reali per un acquisto). Una trovata a dir poco brillante per creare un ecosistema di miner in tutto il globo terracqueo, la cui unica debolezza risiede nel crollo delle criptovalute appena citate degli ultimi anni. Nel caso non si voglia comunque far parte di tutto questo, ad ogni modo, basta bloccare l'opzione, e si potrà usare Robot Cache come un marketplace classico.
Le basi per una sorpresona ci sono, e potrebbero effettivamente rivoluzionare il concept di mercato digitale, se Robot Cache riuscisse a ottenerne una fetta sensibile (basterebbero percentuali simili a quelle di GOG, per intenderci, che si aggirano attorno al 5%). Il progetto inoltre, pur essendo chiaramente pensato per creare una nuova "forza maggiore" nel panorama, sembra voler davvero rappresentare una ventata d'aria fresca, tanto che alla domanda "cosa fareste se Steam decidesse di applicare le vostre idee, distruggendo qualunque vostro piano prima del tempo?", il buon Jacobson ha risposto con un inaspettato "poco male, vorrebbe dire che siamo riusciti a cambiare per sempre il mondo delle vendite digitali". Difficile credere in tanto altruismo e spirito di sacrificio, eppure questa frase ci ha colpito, e non ci dispiacerebbe vedere alcune delle idee del progetto applicate un po' ovunque... criptovalute o meno.