Un'interpretazione monumentale può risolvere un film e persino diventare celebre almeno quanto la pellicola stessa. Ci sono innumerevoli esempi in questo senso, con attori diventati iconici quanto il film stesso. Impossibile non pensare a Il Cavaliere Oscuro senza il Joker di Heath Ledger, Scarface senza il Tony Montana di Al Pacino, senza dimenticare Jack Nicholson in Qualcuno Volò sul nido del Cuculo o Natalie Portman e Il Cigno Nero.
Anche il buon Jim Carrey, nel corso della sua carriera ha saputo collezionare diversi ruoli che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del cinema. Ha saputo farci ridere con The Mask, ci ha spezzato il cuore in Se mi lasci ti cancello, far riflettere in The Truman Show o emozionarci in Man on the Moon. Soprattutto per chi è nato a cavallo tra gli Anni '80 e '90 rappresenta in qualche modo la propria infanzia, rievoca momenti felici passati al cinema o davanti alla TV, è la fonte d'ispirazione di battute e siparietti demenziali ripetuti un'infinità di volte con i propri amici.
Da grandi ammiratori di questo artista, da appassionati di videogiochi, non potevamo che esaltarci all'idea che sarebbe stato proprio lui a vestire gli abbondanti panni del Dr. Robotnik, uno dei cattivi più noti e certamente anche amati da chi è solito stringere un pad tra le mani da diversi anni. L'eventualità di vedergli finalmente restituita una dimensione più profonda e sfaccettata, dopo anni passati ad essere poco più che una semplice macchietta, per quanto carismatica, per ogni fan della serie era un'occasione ghiottissima, quasi unica, considerando la qualità media estremamente al rialzo delle pellicole tratte dai videogiochi negli ultimi anni.
Il progetto cinematografico legato a Sonic, del resto, è sembrato lucido e ben strutturato sin dall'inizio, nonostante il coinvolgimento di un regista sostanzialmente all'esordio, parliamo ovviamente di Jeff Fowler, per di più marchiato dall'infame trascorso con il tremendo Shadow the Hedgehog, orribile videogioco in cui collaborò nella realizzazione delle scene d'intermezzo. I trailer del film capostipite, tuttavia, soprattutto dopo la sostituzione in corsa del modello poligonale di ciò che è passato alla storia con il nome di Ugly Sonic, ebbero il grande merito di mostrare la solidità di una visione che, per forza di cose, ruotava anche, per non dire soprattutto, intorno alle capacità attoriali di Jim Carrey.
Due sequel dopo, possiamo dirlo con tranquillità, quelle sensazioni erano ben riposte. Soprattutto guardando a quello che l'attore canadese ci ha regalato proprio in Sonic 3, in qualche modo il punto più alto, nonché di arrivo, nei panni di Robotnik.
Il punto più basso, il punto più alto
Prima di iniziare ad entrare nel vivo della questione, vi avvisiamo che faremo qualche spoiler di Sonic 3. Se non volete in alcun modo rovinarvi il film, dunque, interrompete immediatamente la lettura.
Quello compiuto dal Dr. Robotnik in Sonic 3 è un arco completo, un percorso che lo vede toccare il punto più basso e poi più alto in quella che può definirsi, a tutti gli effetti, una redenzione. Nell'uscita di scena del Dottor Eggman ci sono tutti gli ingredienti dell'eroe tragico, caratteristiche collezionate e raccolte un po' per volta, un film dopo l'altro, ma che si concentrano e hanno le loro più significative conseguenze proprio in quest'ultima pellicola.
Eggman non è certo un re, né un nobile, come potrebbe essere Edipo, ma è parte di un'élite grazie alla sua mente geniale che lo pone per certi versi al di sopra (e al di fuori) della società. Nel corso della trilogia, provando sulla propria pelle ciò che viene definito con il termine peripeteia, passa dal poter contare su risorse quasi illimitate ad una condizione penosa: all'inizio di Sonic 3 lo troviamo ingrassato, emarginato, sostanzialmente solo, non fosse per l'inseparabile agente Stone. Come Macbeth è preda delle sue ambizioni che lo portano ad un cambio di fronte repentino, impedendo allo spettatore di inquadrarlo come un personaggio completamente malvagio e, ovviamente, buono. Proprio questo suo continuo desiderio di prevalere, di dimostrare, di conquistare, svela una profonda insicurezza di fondo che lo conduce al suo hamartia, ovvero all'errore fatale di riunirsi al vero cattivo della situazione, cioè suo nonno Gerald. A sua volta, ciò ci conduce all'anagnorisis, cioè il riconoscimento della colpa, quella di essersi fidato della persona sbagliata, nonché alla catarsi del finale, quando incontra il suo destino inevitabile, suscitando così nello spettatore quel misto di pietà e orrore classico delle conclusioni delle tragedie.
In questa adesione a stilemi tanto aulici, comunque edulcorati e disciolti in quello che resta in tutto e per tutto un film per famiglie, c'è naturalmente il tratto di Jim Carrey. L'attore non lesina sulla sua famosa espressività facciale, sul generare comicità con le sue movenze peculiari e con battute taglienti, inserendo nel motore una certa dose di immancabile demenzialità. C'è inevitabilmente un po' di commedia dell'arte in questa tragedia classica in cui Dr. Robotnik, per fattezze e mimica, ha ben poco da invidiare ad Arlecchino.
Eppure, è proprio nei contrasti che viene fuori la profondità del personaggio interpretato e la grandezza di Jim Carrey come attore, interprete totale che, come dicevamo in apertura, ci ha fatto ridere a crepapelle, ma che forse ha raggiunto i suoi picchi più alti proprio quando costretto nei panni di personaggi complessi, come gli è capitato in The Truman Show o in Man on the Moon, alle prese con la difficile immedesimazione in Andy Kaufman. Il Dr. Robotnik di Sonic 3 è un personaggio molto più complesso di quello visto nei precedenti film. Laddove c'era un percorso estremamente più lineare in passato, qui c'è il suo rimettersi in gioco dopo essersi lasciato andare, la già citata momentanea alleanza con Sonic e la sua cricca, l'inattesa riconciliazione con il nonno, ovviamente lo scoprirsi molto più che un semplice despota pronto a tutto pur di dominare il mondo.
Pur sempre con toni ironici e mai totalmente malinconici, grazie al film ci siamo fatti strada tra i traumi, i drammi, le delusioni di Eggman, scoprendone la fragilità e l'intima contraddizione del suo animo. In questo, forse, Jim Carrey ha trovato un altro suo doppio: sempre sorridente fuori, laddove Robotnik fa trasparire solo l'incontrollato desiderio di possesso, quanto dilaniato da un'incurabile depressione dentro, che lo avvicina al personaggio interpretato nel profondo desiderio di essere accettato ed apprezzato, persino da un parente che, di fatto, lo ha abbandonato per anni.
Il doppio del doppio
A proposito di doppi, anche nel film vero e proprio c'è uno sdoppiamento, come dicevamo. Jim Carrey, infatti, non si limita ad interpretare Ivo, ma anche suo nonno Gerald. Comparso la prima volta in Sonic Adventure 2, gioco originariamente pubblicato su Dreamcast nell'ormai lontano 2001, irrompeva rocambolescamente nel bel mezzo della trama, per assumere le fattezze del vero nemico da sconfiggere, folle scienziato che, esattamente come nel film, aveva perso fiducia nel genere umano, al punto da volerlo estirpare dalla faccia dell'universo. Come nel film si serve prima di Shadow e poi della gigantesca stazione orbitante ARK per riuscire nel suo intento, ma viene fermato dalla collaborazione congiunta della squadra capitanata da Sonic e di quella guidata dalla sua nemesi e da Robotnik.
Le differenze con il gioco, insomma, sono relative. Minime per quanto riguarda la storia nella sua globalità. Ciò che manca all'indimenticato titolo per la vecchia console Sega, oltre naturalmente alla coppia di umani che aiuta Sonic nella sua missione di salvataggio, è proprio un approfondimento sulla figura di Gerald. A lui non è dedicato molto spazio né in termini di dialoghi, né di scene d'intermezzo. Anche il dramma patito dalla perdita dell'amata nipotina non è esplorato più del dovuto. All'epoca però ci era andato benissimo lo stesso, desiderosi di rimettere mano al pad e di attraversare l'ennesimo livello a tutta velocità.
Il film, giustamente, si prende i suoi tempi, dando modo a Jim Carrey di mostrarci come sia stato possibile trasformare un genio, in un criminale. A conti fatti, vuoi anche per il pesante trucco applicatogli, questo personaggio poggia molto più sull'uso della voce, altra grande qualità dell'attore canadese, e sulla fisicità, resa vagamente bizzarra ed esilarante dalle protesi che ne deformano le fattezze. Ne è un esempio la scena del ballo a due con il nipote in cui, sebbene molte sequenze siano state girare avvalendosi di una controfigura, Carrey esprime alla grande le sue capacità mimiche.
Nelle fasi più drammatiche, tuttavia, Gerald si rivela un personaggio molto più monodimensionale, facendo traspirare più rabbia che dolore, come si confà ad un personaggio che deve essere percepito come totalmente ed unicamente negativo. Non ci sono le sfumature di Ivo, né una conclusione diversa da quella attesa da tutti. I flashback svelano il suo passato, i passi che lo hanno condotto a complottare per lo sterminio del genere umano, ma anche in queste sequenze il focus è principalmente rivolto a Shadow e a Maria.
Nell'una o nell'altra parte, ad ogni modo, Robotnik ha dimostrato una volta in più quanto Jim Carrey sia un attore strepitoso, reale valore aggiunto di un terzetto di film sicuramente ben scritti e diretti, ma resi magici proprio dalla sua presenza. Come sanno chi è andato al cinema a godersi Sonic 3, al termine dell'avventura entrambi i dottori sembrano drammaticamente scomparsi, mettendo idealmente fine alla partecipazione di Carrey alla serie. Sarà davvero così?
Un dato a sfavore e uno a favore dell'eventuale ritorno di Robotnik. Come si vede nella scena post-credit, il prossimo nemico di Sonic dovrebbe essere Metal Sonic, o una legione di questi quantomeno. L'esplosione dell'ARK ha lasciato pochi dubbi sulle sorti del nemico giurato del porcospino. Tuttavia, è anche vero che Hollywood non si è mai fatta troppi problemi in materia di salvataggi rocamboleschi. Inoltre, Carrey non ha mai nascosto il suo apprezzamento nei confronti del personaggio e del gruppo con cui ha lavorato durante le riprese dei tre film. Inoltre, per quanto abbia relativamente chiuso con il cinema, ha sempre sostenuto la sua voglia di rimettersi in gioco con un progetto che ritenga valido, interessante, divertente. Speriamo solo che la sceneggiatura di Sonic 4 rispetti queste caratteristiche, perché noi non siamo ancora pronti per un film della mascotte Sega priva del talento di Jim Carrey.