I battle royale sono i MOBA del 2020, sia per interesse da parte del pubblico sia per la quantità di produzioni, tutte molto simili tra loro, che stanno effettivamente piovendo sul mercato. Ognuno cerca di distinguersi come può, ovviamente, e mentre alcuni sono riusciti a ritagliarsi il proprio spazio proponendo esperienze gratificanti e originali come Apex Legends, altri soccombono goffamente come semplici cloni di quel colosso chiamato Fortnite(qualcuno si ricorda di Radical Heights?).
Perché provarci ancora, quindi? Il mercato non è già saturo? In molti pensano oggi in realtà che gli appassionati di questo genere si siano stancati di Fortnite e che qualche nuova trovata possa garantire loro una buona fetta di giocatori: un'idea non del tutto errata se visualizziamo l'andamento ondulatorio della popolarità del titolo Epic ma che richiede un esborso in termini di qualità, quantità di aggiornamenti e contenuti davvero esorbitante. Nonostante tutto ci vogliono provare i ragazzi di Proletariat, uno studio di sviluppo del Massachussets dove militano alcuni esponenti provenienti da case di tutto rispetto come Insomniac, Turbine e Harmonix tanto per citarne un paio. Il titolo in questione è ovviamente Spellbreak e torniamo a parlarne dopo il nostro precedente articolo perchè la closed beta ci ha permesso di mettere le mani sopra una versione avanzata della produzione.
Quella cicatrice.. io la conosco!
L'accesso al momento può essere ottenuto iscrivendosi al sito ufficiale o acquistando uno dei diversi founder pack disponibili, pacchetti che includono alcune personalizzazioni estetiche di varia natura e animazioni uniche per farvi riconoscere sul campo di battaglia. I costi tuttavia non sono certo irrisori ed entrare sui server per giocare in anticipo non è esattamente un plus di cui andare fieri, visto che l'interesse per Spellbreak è ai minimi storici e sia i numeri di Twitch sia quelli della player base sono lontanissimi da lasciar intravedere un futuro successo.
Si entra dunque sui server, ci si mette in coda per una delle modalità di scontro al momento disponibili e, se si è molto fortunati, si viene lanciati in una partita con non più di una decina di contendenti coinvolti nella bagarre. Teoricamente avere poche persone che gironzolano per la mappa potrebbe sembrare eccellente per prendere confidenza con le non semplici meccaniche del titolo ma la verità è che ben presto ci si ritrova a vagare in solitaria per interi minuti, senza che succeda nulla per poi venir uccisi con un colpo fortuito piazzato da qualche cecchino armato di magie del ghiaccio. Si avete letto bene, magie. Spellbreak, come il nome dovrebbe avervi fatto già intuire effettivamente, si basa completamente sul lancio di incantesimi, combinabili tra di loro sfruttando appositi guanti incantati. Il guanto di sinistra indica la vostra classe e viene scelto all'inizio del match mentre quello destro può essere raccolto e sostituito liberamente durante lo scontro, frugando tra le centinaia di casse sparse per l'area di gioco.
Non mancano ovviamente forzieri contenenti equipaggiamento di differente rarità, bolle da difendere per sbloccare oggetti leggendari e non si fanno attendere nemmeno le classiche e ormai abusate statistiche legate ai punti salute e armatura, potenziabili raccogliendo vestiario in giro per la mappa. Se quindi diventa superfluo raccontarvi la meccanica base, visto che come giustamente immaginate dovrete solo sopravvivere mentre una bolla mortale si fa via via più piccola, è interessante scoprire come le magie si combinano tra di loro, dando vita ad effetti pirotecnici davvero niente male. Lanciate una bomba di veleno e poi dategli fuoco per far deflagrare l'incantesimo in un'enorme area d'effetto o ghiacciatela con un dardo gelido per ottenere uno scudo in grado di proteggervi da qualsiasi colpo in arrivo.
Ci sono otto elementi e altrettante classi, per un totale di sedici incantesimi differenti da poter utilizzare e, sebbene il bilanciamento non sia dei migliori, questo vi permette di sperimentare parecchio prima di trovare la combinazione più adatta al vostro stile di gioco. Non mancano poi potenziamenti da ottenere salendo di grado e vincendo partite e anche un livello interno al match determinato da quanti restringimenti della bolla avrete passato indenni, piccole modifiche che però non cambiano di molto la sostanza a cui siete abituati.
Davvero difficile da gestire
Il titolo di Proletariat è un concentrato di pura malvagità e skill e scordatevi di poterlo prendere in mano e padroneggiarlo come fareste con qualsiasi altro battle royale di recente realizzazione. Il sistema di combo è veramente difficile da assorbire, anche a causa di un time to kill ridotto all'osso che spesso vi porterà a morire nel giro di uno o due colpi al massimo. Se questo da una parte potrebbe scoraggiare gran parte del pubblico più casual e donare un'aura di elitarietà al prodotto, dall'altra alza l'asticella dell'abilità necessaria per gustarselo a dovere forse fin troppo in alto, rendendo Spellbreak quasi frustrante nella sua ripida curva di apprendimento.
Se per i colori, lo stile e anche l'impatto visivo tutto sembra voler andare a ricalcare pericolosamente l'impronta di Fortnite, compresa la medesima telecamera posta dietro la schiena dell'avatar, non possiamo che gongolare davanti agli ottimi effetti degli incantesimi e alle animazioni dei maghi protagonisti capaci di compiere evoluzioni in volo, scatti e teletrasporti nel tempo di un battito di ciglia. Spellbreak si gioca in maniera molto differente dagli sparatutto moderni proprio per via di una mobilità che ricorda per certi versi il volo controllato di Anthem, qui però velocizzato ulteriormente e reso ancora più arcade. Aver abbandonato Steam per approdare come esclusiva temporale su Epic Store infine, non è stata una mossa digerita benissimo dai sostenitori della prima ora e potrebbe essere un ulteriore motivo per cui la community al momento sembra girare alla larga dai server. Una maggior facilitazione del sistema di controllo potrebbe arrivare tuttavia dopo l'approdo del titolo sulle console casalinghe, già confermato entro la fine di quest'anno, magari con un sistema di autoaim pronto ad accogliere più agevolmente i novizi. Altra feature già confermata da evidenziare è il cross play e speriamo a questo punto di vedere anche il cross save per poter giocare di volta in volta sulla piattaforma a noi più congeniale.
Non ci troviamo di fronte a un titolo realmente rivoluzionario e le novità di questo Spellbreak non ci sembrano sufficienti per farlo emergere dall'orda di Battle Royale più recenti. Partendo da qui però non vogliamo nemmeno che questo titolo venga bollato come semplice clone visto che le meccaniche di combo legate alle magie (una sorta di versione semplificata di Magicka) funzionano egregiamente, seppur ancorate a un sistema di shooting davvero complesso ed estremamente esigente in termini di riflessi e precisione. La parola finale insomma spetterà come sempre capita in questi casi alla community: se i server si popoleranno e i giocatori inizieranno a confluire sul titolo, Spellbreak potrebbe avere una chance di ritagliarsi una piccola fetta di mercato ma se, al contrario, l'attenzione del titolo dovesse mantenersi sui livelli di questa closed beta (in chiusura a fine giugno) allora potremo assistere all'ennesimo fallimento anticipato di questo genere di giochi.
CERTEZZE
- Effetti e magie gratificanti da utilizzare
- Combattimento veloce e dinamico
DUBBI
- Community ridotta all'osso per il momento
- Sistema di sparo estremamente complesso da gestire