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SpellForce: Conquest of Eo, il provato di un 4X che guarda a Master of Magic

Il provato di SpellForce: Conquest of Eo, un 4X che guarda a Master of Magic, ma senza rinunciare a molte delle moderne caratteristiche del genere.

SpellForce: Conquest of Eo, il provato di un 4X che guarda a Master of Magic
PROVATO di Simone Tagliaferri   —   21/12/2022

Owned by gravity è una software house specializzata in strategici a turni che ha già dimostrato il suo valore riprendendo e modernizzando con successo il classico Fantasy General, con l'ottimo Fantasy General II: Invasion, quindi immaginiamo che sia stato quasi naturale sceglierla per realizzare un 4X ambientato nel mondo di Spellforce, una serie di strategici in tempo reale ibridati a dei giochi di ruolo a cui l'editore THQ Nordic sembra voler far percorrere strade differenti, ampliandone la portata, pur facendolo rimanere nella sua nicchia di elezione.

Il risultato è davvero notevole, come cercheremo di spiegarvi nel provato di SpellForce: Conquest of Eo.

Gameplay

Ce la faremo a conquistare il mondo di EO?
Ce la faremo a conquistare il mondo di EO?

SpellForce: Conquest of Eo è la classica contesa tra maghi che, dall'alto delle loro torri magiche, vogliono conquistare il mondo. All'inizio del gioco bisogna scegliere una tra tre classi: alchimista, negromante e artificiere, ognuna con le sue scuole di magia preferite. Poi uno tra tre tipi di mappe, più o meno impegnative a seconda della rigidità del clima. Quindi possiamo giocare sui Goldenfields, generalmente amichevoli e con pochi mostri, ma con meno risorse avanzate, oppure possiamo optare per la meno amichevole Alluvyan, piena di piante ma con delle regioni periferiche più impervie, o per Draycott, la classica mappa innevata piena di minerali preziosi e terrificanti mostri. Considerate che ogni mappa offre delle grosse differenze in termini di gameplay e gestione dei nostri possedimenti, offrendo un grado di sfida molto diverso a partire dalla mera esplorazione. Peccato per la mancanza completa di opzioni di personalizzazione della partita. Comunque sia, selezionato uno tra cinque livelli di difficoltà, è ora di iniziare a giocare.

Nonostante la scarsa configurabilità di mappe e scenari, l'impronta di Master of Magic diventa evidente sin dall'inizio del gioco. Chiusi nella nostra torre dobbiamo esplorare il mondo circostante alla ricerca di risorse, unità e tesori.

La mappa di gioco è un ampio mondo aperto 3D diviso in caselle esagonali. All'inizio disponiamo di una manciata di truppe con cui esplorare e fare le prime conquiste. Lasciando il tutorial attivato ci vengono spiegati i rudimenti del gioco. In realtà SpellForce: Conquest of Eo non si discosta moltissimo da altri 4X da questo punto di vista. Possiamo quindi ampliare la nostra torre costruendo stanze che sbloccano nuove funzioni, ricercare e lanciare incantesimi, assoldare nuove unità (diverse a seconda degli accampamenti presenti nei propri territori), usare il laboratori alchemico per creare nuovi oggetti e seguire le varie missioni che ci vengono assegnate visitando villaggi e città, che aumentano la nostra reputazione con i locali, fruttandoci truppe e alleanze.

La parte più interessante e approfondita del gioco è sicuramente quella degli incantesimi, che rendono il gameplay più vario e aggiungono qualche novità rispetto alla concorrenza. Ad esempio è possibile curare le truppe, aumentare le loro resistente, evocare creature e, letteralmente, far volare la nostra torre spostando il nostro nucleo di potere per andare a raccogliere delle nuove risorse (quando in volo, si sposta come una normale unità). In questo modo possiamo anche avvicinarla ai punti più caldi della mappa, quelli dove servono sempre truppe fresche.

Sistema di combattimento

Il libro degli incantesimi è molto bello anche da vedere
Il libro degli incantesimi è molto bello anche da vedere

Come accennato, le truppe addestrabili sono di diverso tipo e cambiano a seconda degli accampamenti posseduti. Si va da dei deboli goblin a dei criminali abili negli attacchi furtivi, fino ad arrivare a unità più potenti come quelle magiche. Le creature sono tutte prese dalla mitologia di Spellforce, quindi sono molto classiche in termini di immaginario fantasy, ma gli sviluppatori sono riusciti a dotarle di abilità uniche che le rendono particolarmente interessanti da utilizzare e da combinare, nonché da sviluppare (ottengono punti esperienza dopo ogni scontro che li fanno salire di grado, eroi compresi).

I combattimenti sono stati una sorpresa. Il sistema è in realtà abbastanza classico, ma decisamente solido, con le unità dei contendenti che vengono schierate su fronti opposti del campo di battaglia, ricavato dal tipo di casella su cui si sono incontrati, e devono affrontarsi turno dopo turno cercando di prevalere. Le truppe non si muovono seguendo l'iniziativa, ma tutte insieme. Quindi prima il giocatore fa le sue mosse spostando tutte le sue unità, poi la CPU fa le sue e così via. Ogni unità dispone di tre punti azione che può spendere per il movimento, l'attacco, l'uso di abilità e magie o quello degli oggetti stipati nell'inventario.

I cambi di battaglia sono molto vari e pieni di elementi che modificano gli approcci tattici necessari per vincere
I cambi di battaglia sono molto vari e pieni di elementi che modificano gli approcci tattici necessari per vincere

Aggredire un'altra unità significa esaurire tutti i punti azione (viene portato un singolo attacco per ognuno di essi). A rendere il tutto più profondo intervengono alcuni fattori determinanti, come la conformazione delle mappe, piene di ostacoli, strozzature e coperture. Inoltre c'è da considerare anche la resistenza stessa delle unità, spesso molto elevata, che obbliga ad applicare delle tattiche più stringenti rispetto ad altri titoli simili (l'intelligenza artificiale si è dimostrata abbastanza capace da questo punto di vista). Era da tanto che non ci trovavamo davanti a un sistema capace di favorire la fluidità tattica sulla ricerca di schemi da replicare a ogni scontro. Questo mix di elementi, sommati alla varietà delle truppe addestrabili e alla scelta abbastanza condivisibile di non appesantire troppo i singoli incontri (è anche possibile farli combattere in automatico, opzione sempre utile in caso di evidenti squilibri tra le forze in campo), limitando a cinque il numero di unità di ogni esercito, crea delle dinamiche di gioco molto varie e non rende faticosa la progressione dal medio gioco in poi, quando la possibilità di usare unità più potenti allunga un poco i singoli combattimenti. Quindi eccoci ad attendere delle unità molto resistenti, bombardandole di frecce e incantesimi, oppure a posizionarci per attirare i nemici verso degli imbuti dove potremo affrontarli uno alla volta.

Grafica

Graficamente SpellForce: Conquest of Eo non è male
Graficamente SpellForce: Conquest of Eo non è male

Dal punto di vista della grafica SpellForce: Conquest of Eo è un buon titolo, in linea con altri titoli dello stesso genere. Essendo fisse, le tre mappe sono più dettagliate rispetto a quelle viste in altri 4X fantasy e offrono una geografia più articolata, che rende piacevole zoomare sui vari dettagli per ammirarne la realizzazione. Niente di troppo avanzato o trascendentale (sempre di uno strategico stiamo parlando), ma la differenza rispetto alle mappe generate proceduralmente si vede. Certo, in questo modo diminuisce non poco la rigiocabilità, il che potrebbe essere un problema, ma vi sapremo ridire con la versione finale. Considerate comunque che le partite sono molto lunghe, quindi sono garantite decine di ore di gioco. Sempre rimanendo sulla parte tecnica, segnaliamo anche le belle animazioni della unità durante i combattimenti, con dei buoni feedback dei colpi e tanta varietà. Insomma, non è un gioco spremi GPU, ma fa il suo e non delude, considerando anche che gli appassionati del genere non hanno chissà quali pretese.

SpellForce: Conquest of Eo sembra essere un buon strategico 4X fantasy, di cui si spera venga rivista la configurabilità. Offre comunque un buon sistema di combattimento e alcune varianti interessanti in termini di esplorazione e di gestione dell'espansione territoriale, che sembrano valere il prezzo del biglietto. Insomma, ci troviamo di fronte a un titolo solido, pieno di buone qualità ma anche con qualche limite, che non vediamo l'ora di vedere nella sua forma definitiva.

CERTEZZE

  • Ottimo sistema di combattimento
  • Una variante interessanti al genere dei 4X

DUBBI

  • La scarsa configurabilità