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The Callisto Protocol, abbiamo intervistato Glen Schofield, da Dead Space alla luna di Giove

Tantissime novità sull'horror fantascientifico The Callisto Protocol: come funzionerà il game over, la sovrapposizione con il remake di Dead Space e altro ancora!

INTERVISTA di Luca Forte   —   14/06/2022

Ce ne fossero come Glen Schofield, l'uomo che ha contribuito a creare giochi come Gex, Soul Reaver, Blood Omen 2: Legacy of Kain, Knockout Kings 2003 nonché tra i fondatori di Sledgehammer Games con la quale ha dato vita a diversi Call of Duty come Black Ops, Modern Warfare 3 e il più futuristico Advance Warfare. Ma è inutile girarci attorno: il titolo che più di tutti ha contraddistinto la sua lunga carriera è l'horror sci-fi Dead Space che Electronic Arts ha prodotto e poi distrutto nel giro di pochi anni.

A distanza di diverso tempo questo artista del videogioco, artista nel vero senso della parola vista la sua formazione, è tornato con una nuova software house, Striking Distance Studios, e un nuovo progetto. Ecco la nostra intervista a Glen Schofield su The Callisto Protocol direttamente dalla Summer Game Fest che si è appena conclusa.

Stile libero

The Callisto Protocol
The Callisto Protocol

La sensazione che abbiamo avuto a inizio intervista, mentre ci scaldavamo parlando del suo recente pranzo italiano, si è lentamente trasformata in una certezza risposta dopo risposta: Mr. Schofield oggi è un uomo professionalmente libero di muoversi e agire come vuole, e lo sarà ancora di più se The Callisto Protocol si rivelerà quel successo che promette già ora di essere. Ad assistere alla nostra chiacchierata anche un PR, ma al contrario di quanto avviene sempre più frequentemente con altri personaggi di spicco dell'industria dei videogiochi, non era lui a guidare la danza ma lo stesso Schofield che, spronato a dovere, non ha avuto problemi a dirci un po' di più di quanto avesse inizialmente intenzione.

Il nostro primo obiettivo è stato capire in che modo vedesse i videogiochi di oggi che come sappiamo si sono fatti sempre più veloci, più immediati e decisamente meno profondi dal punto di vista del gameplay, anche se il trend sembra essersi invertito proprio negli ultimi anni.

La risposta che ci è stata data lascerà ben sperare chi in The Callisto Procol spera in un prodotto in grado di andare al di là delle mode del momento visto che per Schofield il suo stile creativo non è cambiato poi molto, e che in un gioco horror è possibile applicare un'infinità di strati senza rovinarne l'essenza. Il primo di questi strati è ciò che rende il suo ultimo gioco anche un'avventura di fantascienza, il secondo è definito da un sistema di combattimento che prova a raggiungere una profondità superiore a quella proposta dallo stesso Dead Space, di cui The Callisto Protocol è chiaramente un seguito spirituale.

Secondo l'autore, in Dead Space il combattimento rimaneva interessante grazie alla possibilità di tagliare di netto gli arti dei nemici, pur mantenendosi però "mono dimensionale"; nel nuovo gioco ci sono molti più modi per uccidere, ma soprattutto molti più modi per essere ucciso. Saranno presenti anche situazioni nelle quali sarà possibile morire per un singolo errore, magari non all'inizio del gioco ma prima o poi si faranno avanti delle creature alquanto brutali. The Callisto Protocol sarà un gioco difficile, su questo non ci piove.

Ricominciare daccapo

The Callisto Protocol
The Callisto Protocol

Il passo successivo è stato chiedere a Glen Schofield se vedesse in questo nuovo inizio più un problema o un'opportunità. Se da una parte è effettivamente comodo, più veloce, continuare con una lore già decisa, dal punto di vista creativo il dover ricominciare da zero può rappresentare un'occasione molto ghiotta, permettendo al team di stravolgere quel che in prima battuta non ha funzionato a dovere o più semplicemente ha imposto dei limiti dal punto di vista del game design che non erano stati preventivati. Schofield conferma la nostra impressione: se questo fosse stato un nuovo Dead Space, per lui e il resto del team di sviluppo sarebbe stato tutto più semplice: l'ambientazione sarebbe stata già decisa, parte delle meccaniche già implementate.

Quindi se pur con un po' d'amarezza per non aver potuto continuare a evolvere la sua creatura, è stato decisamente più eccitante essere liberi di ripensare il concept di gioco lavorando con un nuovo setting e dei nuovi personaggi, introducendo anche tutta una serie di meccaniche che probabilmente i Dead Space sarebbe sembrate fuori posto. Pur con degli evidenti collegamenti, The Callisto Protocol è un gioco totalmente nuovo e quando potranno provarlo se ne accorgeranno anche gli utenti.

Un approccio più narrativo

The Callisto Protocol
The Callisto Protocol

Un aspetto di The Callisto Protocol diverso da Dead Space è il modo nel quale viene raccontata la storia. Per questo nuovo gioco è stato scelto un approccio più cinematico, con diverse sequenze non giocabili, del tutto assenti nel progetto creato insieme a Electronic Arts, implementate proprio per rafforzare l'aspetto narrativo del progetto. La scelta è stata utile anche per creare personaggi più strutturati di quanto solitamente si vede nei film e nei giochi horror, dove solitamente basta un semplice pretesto - "un gruppo di ragazzi si perde nella foresta" - per avere tutto ciò che serve per arrivare ai titoli di coda.

Questa semplificazione può andare bene per uno slasher movie, ma è un qualcosa che Glen Schofield vuole evitare per The Callisto Protocol. Tra l'altro questo nuovo progetto nasce con l'idea di essere una sorta di estensione fantascientifica dell'universo di PUBG, esatto proprio il popolare battle royale, ma quando gli abbiamo ricordato questo collegamento Schofield è stato chiaro: "l'idea era quella ma in tutta sincerità non ci è mai sembrata la scelta migliore. E infatti abbiamo cambiato idea abbastanza velocemente, ma aspettato un po' troppo per comunicarlo al pubblico". The Callisto Protocol non ha quindi nulla a che vedere con il gioco che in parte sta comunque fornendo i fondi necessari per lo sviluppo di questo promettente horror.

Continuità stilistica

The Callisto Protocol
The Callisto Protocol

Dove The Callisto Protocol ha scelto una strada più canonica è nella gestione del game over, qui presente nella sua forma più classica: se muori, riparti dal checkpoint o dal salvataggio più recente. Ancora una volta invece l'interfaccia grafica non occuperà porzioni di schermo, sempre libero da inutile orpelli, ma sarà disseminata tra gli indicatori dislocati sulla tuta del protagonista esattamente come accadeva in Dead Space.

Per Schofield, una volta introdotta un'innovazione come questa non puoi più tornare indietro e davvero è impossibile dargli torto. Il nostro interlocutore ci ha successivamente confermato che dal punto di vista grafico The Callisto Protocol è praticamente completo, verrà ottimizzato ulteriormente per migliorare le performance generali ma non si sarà nessun tipo di downgrade.

La grafica è uno degli aspetti di cui Glen Schofield e il team vanno più fieri, al riguardo ha voluto sottolineare più volte lo sforzo fatto per inserire un numero vertiginoso di dettagli, con un occhio particolare sulla resa dei materiali. L'unico punto dove hanno per cosi dire risparmiato è solitamente sui soffitti, ma solo perché questi saranno in larga parte poco illuminati.

Glen Vs. Schofield

Glen Schofield
Glen Schofield

Quando il tempo a nostra disposizione stava giungendo velocemente al termine, abbiamo finalmente nominato il proverbiale "elefante nella stanza", ovvero il remake del primo Dead Space a cui sta lavorando Electonic Arts e destinato a uscire a poca distanza da The Callisto Protocol. Glen Schifield augura ogni bene agli sviluppatori ma non crede che i due giochi non avranno problemi a dividersi l'interesse del pubblico. Ci dice che è tutta la vita che lo mettono in guardia su eventuali sovrapposizioni stilistiche con altri titoli, raccontando come la stessa cosa gli accade con tutti i Call of Duty ai quali ha lavorato e persino con il primo Dead Space, che per EA ricordava fin troppo da vicino... Resident Evil?

No, a sorpresa ci viene risposto che la fonte di preoccupazione fu un titolo per noi insospettabile, ovvero Left 4 Dead che originariamente venne distribuito proprio da Electronic Arts. Sappiamo tutti come poi come andò, e la lezione è servita anche a Glen Schofield che oggi si dice impegnato soltanto a rendere The Callisto Protocol il miglior gioco possibile.

E da quel che abbiamo visto, il risultato sembra assolutamente a portata di mano.