Il villaggio di Willows Den, è stato raso al suolo dagli Shadowfell. Riusciti a fuggire all'ultimo momento grazie al potere dell'Aldor Dwinn, il protagonista, Pendar Calden, e i suoi compagni decidono di dirigersi verso Aldarris, detta la Città Bianca, in cerca di riparo e fortuna. L'avventura di The Telwynium inizia con il gruppo che si sta riposando intorno a un fuoco. Siamo in una foresta e l'atmosfera è placida e assorta, per dirla alla Montale, ma il luogo, disegnato nello stile delle avventure di Sierra OnLine dei primi anni '80, quindi con la grafica a 16 colori e le schermate in bassa definizione in pieno stile Sierra's Creative Interpreter 0, con richiami evidenti ai King's Quest e ai Quest for Glory, ha un che di opprimente, circondato com'è da ombre impenetrabili.
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Come detto nell'articolo, i due capitoli attualmente disponibili di The Telwynium sono completamente gratuiti. Li potete scaricare entrambi da itch.io seguendo i link sottostanti:
Lascia che ti racconti
Dopo aver finito entrambi i giochi, possiamo affermare che ciò che ci ha più coinvolti in The Telwynium è la sua capacità di raccontare così bene una storia, intessendo dei profondi rapporti tra i personaggi, tra momenti più distesi e altri molto tesi, pur essendo composto da poche schermate e non ricorrendo a chissà quali trucchi. Tutto ciò che succede sullo schermo ha un senso ed è collegato alla mitologia di questo mondo che, per la maggior parte del tempo, rimane sullo sfondo, ma è comunque sempre presente, rivelandosi piano a piano. Apprendiamo così di rapporti sentimentali e di potere tra i personaggi, scopriamo delle trame che saranno sviluppate nei capitoli successivi, assistiamo ad alcuni colpi di scena intriganti e drammatici, che sparigliano completamente le carte in tavola e portano a un'evoluzione importante della trama nel secondo capitolo, e scopriamo che quella che sembrava essere la piccola storia di un gruppo di fuggiaschi è in realtà qualcosa di più grosso.
L'aspetto visivo di The Telwynium è un fraintendimento, nel senso che il gameplay in sé è molto distante da quell'odore di Sierra che pervade il giocatore appena appare la prima schermata grafica, fondato com'è più su dialoghi e descrizioni che su puzzle cervellotici. Qualche puzzle da risolvere c'è, ma non si rimane mai bloccati e non c'è tutta quella fase di ricostruzione che caratterizzava gli antichi esponenti del genere. Qui tutto procede fluidamente, senza grossi intoppi, facendo trasparire il puro gusto del racconto che evidentemente è la molla che ha mosso gli sviluppatori. Ricorrere allo stile grafico dei classici di Sierra è più un artificio per posizionare in qualche modo il gioco, facendo capire immediatamente a chi si rivolge. Il che non è certo un male, considerando che è un'avventura che vale davvero la pena di vivere e di supportare in qualche modo.
CERTEZZE
- Un'avventura che vale la pena vivere
- Lo stile grafico retrò è una gioia per i vecchi giocatori
DUBBI
- Dove sono i nuovi capitoli?