Cosa vorremmo in... è una rubrica a cadenza mensile dedicata ai giochi più attesi dal pubblico. Ma rispetto alle tradizionali anteprime, essa tratta l'argomento in maniera più diffusa, immaginando come potrebbe essere un titolo, o come si vorrebbe che fosse, piuttosto di come sarà.
What Remains of Edith Finch è stato protagonista di una stagione videoludica, quella del 2017, che l'ha visto ottenere un buon successo di critica e di pubblico grazie a una storia coinvolgente e toccante, senza dubbio fra le più riuscite degli ultimi anni. Il team di sviluppo Giant Sparrow, dopo una lunga gestazione, è riuscito al tempo a realizzare un progetto capace di integrare al meglio una struttura in stile walking simulator, dunque un racconto interattivo in cui il gameplay è limitato, con una storia toccante e appassionante, in grado di tenere incollati per un paio di ore i giocatori sulla poltrona.
Il dolore dietro ai ricordi
La trama del gioco ruotava attorno alla giovane Edith Finch, che un giorno ritornava nella vecchia casa della nonna dove attraverso una serie di ricordi ripercorreva la tragica storia della sua famiglia, martoriata da una serie di morti apparentemente misteriose. Fra fantasiosi passaggi segreti che si sbloccavano con una chiave, ricordi, foto, appunti e pagine di diario, il giocatore nei panni della ragazza, praticamente l'unico componente ancora in vita della sua famiglia, "riviveva" le vicende dei suoi cari defunti, sia giovanissimi che in età avanzata. L'occasione per riparlare di questo piccolo gioiellino ci viene offerta dalla sua presenza gratuita questo mese per gli abbonati al servizio PlayStation Plus. E dal desiderio quindi di rituffarci in un'esperienza analoga, per certi versi, in un ipotetico What Remains of Edith Finch 2.
Da questo punto di vista ci piacerebbe che questo eventuale secondo capitolo ripartisse dalla splendida atmosfera del suo predecessore e che in linea di massima fosse il classico "more of the same", senza per questo rinunciare a qualche novità. E allora, in primis vorremmo un clima permeato di inquietudine, dolore ma anche dolcezza. Ovviamente all'interno di una storia inedita, carica di pathos e momenti di riflessione, che toccasse delle corde molto profonde, dove ogni racconto all'interno della trama si ponesse apparentemente come un'esperienza a sé, salvo poi rivelarsi ovviamente un tassello di un mosaico molto più ampio e articolato. Allo stesso modo gradiremmo ritrovare l'eccellente recitazione, le tante idee innovative, il design originale e sorprendente del primo, in una nuova location (o più di una) piena di segreti tali da condurre per ore l'utente in un viaggio affascinante e coinvolgente.
Più grande e più interattivo
In termini di meccaniche c'è poco invece da fantasticare: considerando il genere non possiamo certo pretendere la luna, a meno di non voler stravolgere completamente lo stile del progetto e della serie, o realizzare un prodotto diametralmente all'opposto del solito. I cosiddetti "walking simulator", o racconti interattivi, si pongono senza dubbio come produzioni ancora di nicchia, forti di una componente narrativa spesso di straordinaria qualità e di grandi atmosfere ma distanti dalla comune concezione di videogame come esperienza puramente ludica. Questo però non vuol dire che per ottenere un buon risultato con un eventuale What Remains of Edith Finch 2 bisognerebbe rinunciare del tutto alla sperimentazione e a qualche novità in termini di idee, design e situazioni. L'importante sarebbe non esagerare, inserendo magari elementi che stonerebbero col resto del contesto. In fondo basterebbe "solo" trovare qualche soluzione da implementare nel gameplay di un'opera che di base ripartirebbe certamente dal suo predecessore.
Già una mappa più grande, una serie di location più ampie e variegate da esplorare potrebbero per esempio offrire agli sviluppatori lo spunto per ideare una serie di enigmi e accessi a determinati racconti più articolati. Il resto lo farebbe ancora una volta l'affresco generale, che si comporrebbe davanti agli occhi del giocatore, la cui descrizione complessiva sarebbe resa ancora più penetrante e pervasiva dai rumori di fondo e dalla colonna sonora - quando serve la sua presenza - che si mescolerebbero in una sinfonia di sonorità ricercate e potenti. Tutto per creare una certa empatia col protagonista, altro elemento secondo noi chiave per rendere più completa e coinvolgente l'esperienza. Perché poi, a conti fatti, ciò che vorremmo rivedere in What Remains of Edith Finch 2 sono proprio quelle situazioni che tanto ci sono piaciute nel primo episodio.
La tensione di dover attraversare delle stanze o delle intere aree con la voglia, la curiosità ma anche la "paura" di scoprire il destino tragico magari di una nuova famiglia o degli abitanti di un palazzo, di un villaggio, o di qualunque luogo dove gli sviluppatori decidessero di ambientare il gioco, dovrebbero accompagnare il giocatore durante una fase esplorativa che, parafrasando quanto scrivemmo anni fa nella recensione del primo capitolo, si mantenesse interessante e suggestiva, anche e soprattutto "grazie a uno stile grafico di grande effetto, caratterizzato da un magistrale uso dei colori e da un'atmosfera impareggiabile". Questo è quanto ci è venuto in mente pensando a un eventuale What Remains of Edith Finch 2. Una manciata di idee semplici con le quali speriamo di avervi dato uno spunto per discutere ed esprimere le vostre preferenze: in tal senso, cosa vorreste vedere in un prossimo capitolo della serie?