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Wildgate: abbiamo giocato un Sea of Thieves nello spazio con un pizzico di competitivo

La formula di Sea of Thieves incontra le navicelle spaziali in Wildgate, nuovo videogioco da storici ex Blizzard che aggiunge alla ricetta un pizzico di competitivo.

PROVATO di Lorenzo Mancosu   —   25/03/2025
Key art di Wildgate

Capita sempre più spesso che grandi veterani dell'industria dei videogiochi abbandonino la loro casa storica per inseguire una nuova avventura. È un evento decisamente più raro, tuttavia, che quei veterani rispondano a nomi carichi di significato come quello di Mike Morhaime, fondatore di Blizzard Entertainment, di Chris Sigaty, uno degli storici autori di Starcraft, o di Jason Chayes, il cui ultimo progetto curato rispondeva al nome di Hearthstone. Fin dal momento della fondazione, il neonato publisher Dreamhaven è cresciuto con gli occhi del mondo puntati addosso, curiosi di scoprire se in mezzo alla sua coppia di studi proprietari si nascondesse la scintilla magica che ha traghettato la leggendaria casa di Irvine nell'Olimpo dell'industria. Nei mesi scorsi abbiamo potuto provare l'innovativo Sunderfolk di Secret Door, mentre oggi è arrivata la volta di Wildgate di Moonshot Games, la seconda produzione ufficiale dell'etichetta.

Il mantra, per gli studi al servizio di Dreamhaven, è stato uno e uno soltanto: realizzare solo e unicamente i videogiochi che si vogliono realizzare, senza preoccuparsi di nessun genere di pressione esterna. E cosa volevano realizzare gli artisti di Moonshot Games? Una sorta di folle variante nello spazio dell'esperienza resa celebre da Sea of Thieves, un turbine di situazioni emergenti e interazioni basate sulla fisica pronte a coinvolgere equipaggi composti da quattro giocatori, il tutto condito da un pizzico di spirito competitivo. Abbiamo provato Wildgate, il primo videogioco di Moonshot Games, scoprendo una formula esplosiva fondata sulla cooperazione nella quale anche il migliore dei piani malefici è destinato a fallire in maniera spettacolare.

Che cos'è Wildgate

Immaginate di prendere la struttura fondamentale alla base di Sea of Thieves, poi di trapiantarla all'interno di una navicella spaziale che naviga in un campo d'asteroidi e infine di aggiungere al calderone anche una spolverata di multigiocatore competitivo. Questo è Wildgate, un videogioco PvPvE nel quale equipaggi composti da quattro giocatori s'imbarcano su un'astronave totalmente interattiva per esplorare un angolo della galassia generato proceduralmente, nel tentativo di sconfiggere creature aliene e d'impadronirsi di uno speciale artefatto con cui saltare nell'iperspazio prima che altri prospettori possano metterci le mani sopra.

Sea of Thieves nello spazio: questo è il modo più facile per descrivere Wildgate
Sea of Thieves nello spazio: questo è il modo più facile per descrivere Wildgate

Per prima cosa gli artisti di Wildgate hanno dedicato parecchia attenzione alla costruzione del mondo: in un lontanissimo futuro, una vasta alleanza interspecie chiamata "The Accord" si è trovata ad affrontare una durissima guerra contro una razza ostile che si riteneva padrona assoluta dell'universo. Anni dopo la conclusione dei conflitti, nel mezzo dei sistemi ormai distrutti che costituiscono il "Typhon Reach" - ovvero una sorta di Triangolo delle Bermuda interstellare - gruppi di ambiziosi prospettori spaziali esplorano rottami e misteriose rovine alla ricerca di preziosi artefatti realizzati da un'antichissima civiltà aliena ormai dimenticata, mettendosi i bastoni fra le ruote a vicenda e tentando di tornare a casa tutti interi con il bottino.

Le ispirazioni mescolate dallo studio sono veramente tantissime: la gestione della navicella spaziale - pilotaggio e riparazioni comprese - ricalca perfettamente quella ad alto tasso d'interattività incontrata sui vascelli di Sea of Thieves, la scelta dei personaggi è invece ispirata alla natura hero shooter e dunque alla presenza di diversi prospettori dotati di capacità uniche, le interazioni con l'intelligenza artificiale e con gli avversari sono regolate attraverso meccaniche da sparatutto in prima persona molto curate, infine la struttura delle partite potrebbe ricordare alla lontana quella dei Battle Royale, perché lo scopo ultimo risiede nel recupero dell'artefatto o nell'eliminazione di tutte le navicelle spaziali avversarie.

In Wildgate l'arrembaggio è a gravità zero
In Wildgate l'arrembaggio è a gravità zero

Solitamente, quando ci si trova di fronte a esperienze così cariche di dinamiche diverse, il rischio è quello che si generi l'effetto "accozzaglia", ma gli artisti di Moonshot Games sono riusciti a scongiurarlo: l'elemento hero shooter funziona alla perfezione, le sparatorie sono soddisfacenti, la gestione della navicella è sorprendentemente profonda, ma è l'esperienza nel complesso a emergere vittoriosa da questo frullatore. Wildgate è un videogioco divertente, nel quale si verificano costantemente situazioni inaspettate grazie a semplici interazioni del motore fisico con gli strumenti messi a disposizione dagli sviluppatori, che nella maggior parte dei casi si risolvono in sequenze a dir poco assurde.

Struttura della partita

Prima ancora di lanciarsi nello spazio, Wildgate richiede ai giocatori di selezionare una navetta spaziale fra le diverse varianti disponibili e soprattutto il prospettore che si vuole utilizzare. Nel primo caso, ciascuna navicella è dotata di una planimetria unica, di specifici supporti per le armi e soprattutto di speciali doti innate, come per esempio la capacità di navigare decisamente più rapidamente con gli scudi abbassati che è propria della prima variante disponibile. Nel secondo, invece, si spalanca un piccolo roster di "eroi" in stile Overwatch dotati di abilità passive che sono perfettamente coerenti con la caratterizzazione estetica: c'è per esempio un robot che in quanto tale non necessita di ossigeno per sopravvivere nello spazio, il che rappresenta un bonus davvero significativo, così come è presente un alieno simile a un pipistrello che, oltre a poter contare su una maggiore velocità di movimento in microgravità grazie alle sue ali, è in grado di mimetizzarsi come un camaleonte all'interno delle navicelle.

Ogni classe e ogni nave sono dotate di capacità molto impattanti che cambiano l'approccio al mondo
Ogni classe e ogni nave sono dotate di capacità molto impattanti che cambiano l'approccio al mondo

Una volta avviata la partita, il gruppo composto da quattro giocatori viene collocato in una posizione casuale dell'ambiente di gioco: la mappa assemblata proceduralmente, oltre ad alzare il sipario su un vasto campo di asteroidi che pullula di relitti, antiche rovine e rottami risalenti alla guerra, sarà di volta in volta legata a condizioni particolari, come la presenza di meteore magmatiche o di strane specie aliene. In un'occasione, per esempio, è capitato di invadere il terreno di caccia di forme di vita simili a sanguisughe che avevano la pessima abitudine di attaccarsi alla navicella prosciugandone il carburante, dunque la generazione dell'arena riesce a portarsi appresso una buona dose di varietà e di profondità nelle minacce che ci si troverà ad affrontare.

Lo scopo ultimo dell'equipaggio è quello di fuggire dopo aver conquistato l'artefatto, la cui posizione rimane sconosciuta a tutti i partecipanti alla partita fino all'istante preciso in cui un giocatore lo trova e decide di raccoglierlo, momento in cui diventerà improvvisamente visibile sulla mappa di tutti i prospettori. Una volta recuperato l'artefatto, sarà necessario caricarlo a bordo della propria navicella e soprattutto riuscire a saltare attraverso il Wildgate, ovvero il portale di salto interstellare che consente ai prospettori di abbandonare l'arena sotto il naso degli avversari.

L'obiettivo ultimo di WIldgate è il recupero dell'artefatto e la conseguente fuga attraverso il Wildgate
L'obiettivo ultimo di WIldgate è il recupero dell'artefatto e la conseguente fuga attraverso il Wildgate

Ci sono, tuttavia, due grossi ostacoli che bisogna costantemente tenere a mente: il primo, ovviamente, è rappresentato dalle dinamiche PvP generate dalle altre squadre, che non hanno assolutamente intenzione di farsi scappare l'artefatto e tenteranno di conquistarlo con ogni mezzo necessario, mentre il secondo sta nel fatto che il Wildgate si attiva solamente dopo che è trascorso un certo lasso di tempo dall'avvio della sessione. Tutto ciò che accade dal momento del decollo fino alla fuga attraverso il Wildgate con l'artefatto - o l'eliminazione di tutte le squadre rivali - rappresenta il cuore dell'esperienza ideata da Moonshot Games, un vero e proprio vortice di situazioni inaspettate e sorprendentemente varie.

Il gameplay

La navetta spaziale, in Wildgate, non è un semplice mezzo di trasporto: esattamente come accade con i vascelli di Sea of Thieves, si tratta a tutti gli effetti di una base mobile che bisogna curare e proteggere come fosse casa propria, non solo riparando eventuali danni tramite uno strumento multi-funzione, ma soprattutto cercando e immagazzinando risorse come il carburante e il refrigerante per il reattore principale, senza i quali navigazione e combattimento risulteranno rapidamente impossibili. Dal momento che è possibile tornare in vita all'infinito a bordo dell'astronave e l'eliminazione della squadra è legata unicamente alla distruzione della stessa, ci si rende conto molto in fretta che toccherà difenderla a costo della propria vita.

La nave spaziale di Wildgate è una variante più complessa e stratificata dei vascelli di Sea of Thieves
La nave spaziale di Wildgate è una variante più complessa e stratificata dei vascelli di Sea of Thieves

La grande differenza rispetto a opere simili risiede nel fatto che è possibile potenziare attivamente la navicella, sia sostituendo le armi di fabbrica con varianti decisamente più potenti da recuperare nei meandri del campo di asteroidi, sia installando moduli aggiuntivi che ne incrementano notevolmente le capacità conferendo bonus passivi e attivi, come per esempio un meccanismo capace di folgorare con una scarica elettrica qualsiasi nemico si trovi sulla carlinga. Le battaglie, infatti, non consistono solamente di scontri a fuoco dalla distanza nei quali le bordate dei cannoni energetici si infrangono contro gli scudi deflettori, ma soprattutto di abbordaggi veri e propri nei quali gli attaccanti possono tentare di far saltare in aria il reattore principale, di installare bombe nell'abitacolo o semplicemente di intrufolarsi a bordo per gettare l'equipaggio nel caos.

Partendo da questa semplice premessa e incorniciandola in un sistema di gameplay da sparatutto in prima persona, fra l'altro impreziosito da tanti diversi archetipi di armi e di numerosi gadget con cui personalizzare il proprio stile di gioco, Wildgate si presenta dunque come una sorta di variante Battle Royale del titolo piratesco di Rare nella quale l'ambientazione svolge un ruolo fondamentale, perché l'esplorazione della mappa e il recupero di bottino sono tasselli indispensabili per arrivare alla vittoria. In mezzo alle rovine aliene, alle carcasse degli enormi mecha distrutti e alle basi militari deserte, non si potrebbe nascondere solamente l'artefatto, ma anche tutta una serie di risorse, strumenti e armamenti che si riveleranno se possibile ancor più importanti.

Wildgate offre tantissime meccaniche diverse ma riesce ad amalgamarle piuttosto bene
Wildgate offre tantissime meccaniche diverse ma riesce ad amalgamarle piuttosto bene

L'ultimo strato dell'esperienza è costituito da tutte quelle che sono le interazioni non previste: gran parte delle dinamiche più divertenti di Wildgate emergono spontaneamente attraverso l'utilizzo di determinati oggetti come per esempio i propulsori portatili, che si possono installare sulla propria navicella o su quelle nemiche per spedirle a tutta birra in una direzione casuale. Il motore fisico, infatti, si rivela un alleato imprevedibile e insostituibile, consentendo sì di lanciare le astronavi nemiche contro asteroidi magmatici, ma anche di scagliare direttamente gli asteroidi contro le navicelle avversarie semplicemente restando al timone.

Prime impressioni

Ci sarebbero tantissime altre cose di cui parlare per completare il quadro, come per esempio della presenza di un sistema di progressione basato su piccole avventure attraverso cui sbloccare nuovi personaggi, nuove armi e nuove navicelle, della componente artistica dalla quale traspare il tratto della vecchia Blizzard, ma soprattutto del comparto tecnico, che nella sua apparente semplicità si è presentato estremamente pulito e non solo sul fronte grafico, ma anche su quello delle interazioni, dal momento che capita sempre più di rado d'imbattersi in titoli di questo genere che riescano a scorrere lisci come l'olio nelle fasi di beta chiusa.

Visuale da una torretta mentre si bombarda la navicella nemica
Visuale da una torretta mentre si bombarda la navicella nemica

Ovviamente ci sono ancora un paio di domande senza risposta, di quelle che per esser sciolte richiedono necessariamente un contatto diretto con il pubblico: quanto spazio esiste, oggi, per esperienze PvPvE di questo genere? La grande varietà che caratterizza i personaggi, le navicelle, i gadget e la mappa procedurale sarà sufficiente per resistere nel lungo periodo? Dal canto suo Moonshot Games sembra avere le idee molto chiare, mira a far brillare anche oltre i confini del gameplay l'universo narrativo che ha costruito negli ultimi anni, inoltre ha già in cantiere ulteriori aggiornamenti - per esempio l'ingresso in scena di nuovi prospettori - pensati per garantire un'evoluzione alla formula. Tutto ciò detto, le vicende degli ultimi anni insegnano che titoli di questo genere si presentano al varco del mercato come se andassero incontro a una roulette russa, dunque - a prescindere dal puro e semplice divertimento - servirebbe una sfera di cristallo per poterne leggere il destino.

Wildgate è il primo videogioco di Moonshot Games edito dagli ex Blizzard di Dreamhaven e si potrebbe definire, in maniera molto superficiale, come una sorta di variante nello spazio di Sea of Thieves con una spruzzata d'ispirazione competitiva. Mescolando i tratti fondamentali dello sparatutto in prima persona basato su eroi con un sistema di gameplay costruito attorno alla gestione della navicella spaziale, lancia squadre composte da quattro giocatori in una caccia al tesoro ambientata in mezzo a campi d'asteroidi, rubando qualche idea dai videogiochi battle royale e aggiungendo interazioni inaspettate che si risolvono in situazioni davvero assurde. Se da una parte si tratta di un'esperienza tanto facile da prendere in mano quanto carica sul fronte delle meccaniche, che sono capaci di dar vita a parecchie sequenze divertenti, dall'altra il lancio di questo genere di opere è diventato simile a una roulette russa, pertanto dovrà dimostrare tutto il suo valore nel momento del contatto con il pubblico.

CERTEZZE

  • Praticamente Sea of Thieves nello spazio
  • Battaglie fra astronavi attive e divertenti
  • Le meccaniche sono tante ma tutte curate
  • Le partite risultano sempre diverse

DUBBI

  • Senza un gruppo di amici perde molto fascino
  • In questo settore c'è una concorrenza spietata