Prima della lettura della notizia, vi invitiamo a leggere l'articolo oggetto della stessa: Link
Ci abbiamo pensato un po' prima di inserire questa notizia perché, come ci è stato fatto notare, Scalfari nel suo articolo non se la prende direttamente con il medium videoludico. Il suo oggetto è evidentemente Casaleggio. Non entreremo in questa sede nel dibattito politico in corso, lungi da noi, ma vogliamo farvi riflettere su un punto preciso della questione: è ancora lecito, nel 2013, usare i videogiochi per connotare negativamente una persona, chiunque essa sia?
Scalfari lo fa senza troppe remore: "E' un gioco americano che insegna ai giocatori come si può ottenere la distruzione delle singole stelle, dei loro pianeti, delle costellazioni e delle galassie usando alcuni gas, alcune particelle elementari e alcuni campi magnetici. I giocatori usano la tastiera del telefonino nella quale ciascun numero corrisponde ai gas e agli altri elementi presenti nell'Universo per distruggere di volta in volta alcune delle sue parti i cui residui sprofondano nei buchi neri. Vince chi realizza la distruzione totale nel minor tempo possibile."
La conclusione è ovvia, quanto di una banalità disarmante: il gioco ha un'ideologia di fondo aberrante, quindi chi lo gioca divertendosi ha un'ideologia aberrante e Dio ci scampi dal vederlo un giorno nella stanza dei bottoni!
Come già detto, lungi da noi fare valutazioni di natura strettamente politica sull'articolo che lasciamo volentieri ad altri. Leggendo di quel terribile videogioco con i pianeti che vengono distrutti (qualcuno ha capito quale sia il gioco di cui si parla?), ci sono venuti in mente moltissimi altri titoli provati nella nostra vita. In Popolous siamo stati divinità e decidevamo le sorti dei nostri fedeli a suon di terremoti, vulcani e tempeste. Nella serie God of War siamo stati un tipo piuttosto irascibile e abbiamo compiuto stragi di divinità, arrivando a distruggere il mondo. In Might and Magic VI avevamo a disposizione una magia capace di spazzare via tutta la popolazione di una mappa con un singolo click, senza fare distinzioni tra buoni e cattivi. Confessiamo di averla provata, così come in Dishonored abbiamo ucciso degli innocenti, decidendo arbitrariamente di far sopravvivere delle persone abiette per puro calcolo di gameplay.
Non vi abbiamo descritto delle esperienze di gioco aliene. Anzi, crediamo che molti di voi le possano condividere con noi o ne possano condividere di simili, magari anche più controverse. Chiunque abbia un minimo di esperienza di videogiochi sa che "distruggere pianeti, universi o creare buchi neri" e così via, è abbastanza normale. Recentemente chi scrive ha giocato e finito DmC Devil May Cry trovandolo terrificante dal punto di vista della scrittura e della visione del mondo, ma divertendosi molto con le varie meccaniche di combattimento.
A questo punto urge una domanda: vi sentite delle persone indegne? Tra voi lettori ci sono studenti e studentesse, lavoratori, lavoratrici, mamme, padri, anche nonni, perché no. Sareste felici di essere connotati come "cattivi studenti" o "cattivi professionisti" o "cattivi genitori" perché avete videogiocato a uno strategico in cui si distruggono dei pianeti?
Insomma, non si deve minimizzare il ruolo dei videogiochi nell'articolo, perché l'associazione è chiara e forte e il medium videoludico viene usato come elemento connotativo negativo, c'è poco da stare a discutere. L'unica concessione è che si parla di un videogioco "cattivo", fatto che presuppone l'esistenza di videogiochi "buoni" (anche se poi andrebbe capito quali siano i videogiochi buoni per Scalfari). Scalfari non si sarebbe mai permesso di scrivere un articolo del genere (di qualità indiscutibilmente bassissima) usando come oggetto dello scandalo un fumetto, un libro o un film, ma con un videogioco per iPhone sì.
Nessuno correlerebbe un tratto negativo del vostro carattere associandolo, per fare un esempio sui molti possibili, alla lettura de Le Mille e una Notte, dove vengono raccontate storie dai valori inaccettabili ai giorni nostri, con donne picchiate, vendute e violentate senza troppe remore, da quelli che nei racconti sono gli eroi, non certo i cattivi. Avete mai letto un giornalista moderno affermare che la raccolta di fiabe orientali è la causa della condizione femminile in Italia? Eppure la cronaca recente non ci ha fatto mancare casi terribili.
È ovvio che una qualsiasi opera presenti un sistema di valori, anche involontariamente, e i videogiochi da questo punto di vista non sono da meno, ma vogliamo veramente continuare a considerarli come dei semplici bubboni culturali su un corpo altrimenti perfetto? Oppure vogliamo iniziare a considerarli un medium come gli altri e, per questo, con la stessa responsabilità e con la stessa dignità? Scalfari in questo articolo si comporta come se fosse un Cazzullo qualsiasi e non lo fa, eppure è il decano dei giornalisti italiani. Per dirla come lui, che Dio ce la mandi buona!