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Quando lo spazio era il più cool

In quell'epoca capitava anche che Mork andasse a trovare Fonzie

NOTIZIA di Mattia Armani   —   23/04/2013

In questi giorni in cui emergono nuovi retroscena sul disastro causato da BP nel Golfo del Messico, e in cui il nostro governo da ulteriore prova di essere al livello di quello dei paesi che da sempre trattiamo come inferiori, è sempre più difficile mantenersi allegri e la fantasia scricchiola, ormai da molti anni, di fronte a un'umanità masochista e confusa da verità che non riesce a sostenere.

La soluzione, però, non si trova nel pragmatismo da due soldi, magra giustificazione di chi racconta bugie a colleghi, amici e vicini con la scusa di dover sopravvivere. La soluzione è la fantasia, la capacità di sognare qualcosa di meglio. Chi non ha fantasia cerca un capo a tutti i costi, una verità che sostituisca tutto, un qualcuno che si occupi dei suoi problebi e finisce per sostenere persone che non lo meritano. E, cosa ancora più importante, chi manca di fantasia per scappare dalle brutture si rifugia nella negazione e la negazione, per chi non lo sapesse, è quel tipo di fenomeno che consente a un'intera nazione di non vedere i campi di sterminio anche se si trovano a 30 kilometri da casa. Per fortuna, a ricordarci di cosa può produrre la fantasia, c'è anche la dolorosa ma piacevolissima nostalgia, in questo caso è dedicata alle emozioni che ci regalava sognare lo spazio tra un caso degli X-Files, un Explorers e una valanga di videogiochi.