Rivelando di aver bandito una nuova ondata di giocatori scorretti, Blizzard ha ribadito il proprio impegno contro i "cheater", nemici universali del bilanciamento videoludico, e contro i "botter" ovvero contro chi utilizza programmi per il farming automatico.
Per l'occasione la software house ha specificato le pratiche ritenute illegali che includono la possibilità di ottenere informazioni non disponibili normalmente attraverso l'interfaccia di gioco, la modifica dei file di gioco di Diablo III, l'accesso a feature o abilità che non sono integrate nel titolo, ogni alterazione al modo in cui Diablo III e Battle.net interagiscono. Quattro regole che includono praticamente tutto, dall'uso di programmi per aumentare la latenza artificialmente fino all'utilizzo di qualsiasi tipo di bot o di tool per l'interfaccia.
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