Call of Duty tornerà a includere una campagna in single player a partire dal prossimo capitolo, in uscita verso la fine del 2019: lo si apprende da un annuncio lavorativo pubblicato da Infinity Ward, che sarebbe alla ricerca di un narrative scripter per il progetto. Una mansione il cui ruolo appare inequivocabile: la persona in questione avrà l'incarico di scrivere la trama del gioco, e dubitiamo che tale compito possa limitarsi alla modalità Zombie.
La svolta "online only" lasciata intendere con l'annuncio di Call of Duty: Black Ops 4, in uscita a ottobre, sembra dunque lontana; e anzi è possibile che l'esperimento di quest'anno finisca per offrire fin troppo spazio a Battlefield V, che tra single player, multiplayer e battle royale non si farà davvero mancare nulla. Il rischio per Activision è che lo sparatutto DICE stavolta possa dilagare, insomma.
La produzione degli attuali videogame ha però tempistiche consistenti, e dubitiamo che la notizia di oggi testimoni una brusca retromarcia per Call of Duty, figlia magari di uno scarso entusiasmo suscitato dalla natura solo multiplayer di Black Ops 4. No, è piuttosto possibile che l'idea di un'alternanza fra capitoli con campagna in single player e altri privi della stessa fosse stata partorita già da un po', organizzando il lavoro dei team di sviluppo di conseguenza e affidando a Infinity Ward il compito di impegnarsi su tale fronte per offrire una storia all'altezza della situazione, a cui gli utenti possano guardare pieni di aspettative dopo un anno di digiuno.
Dopodiché è chiaro ed evidente che un eventuale successo clamoroso di Call of Duty: Black Ops 4, determinato magari proprio da una modalità battle royale di grande qualità, farà riflettere Activision, e non solo lei, sull'opportunità di investire tempo e denaro nella produzione di storie che si completano nel giro di quattro ore e a cui pochi utenti dedicano particolare attenzione, fiondandosi non appena possibile sul comparto multiplayer.
Uno scontro, quello fra le esperienze in singolo e online, destinato dunque a rinnovarsi nell'ambito di un filone straordinariamente popolare come quello degli sparatutto in prima persona, capace in virtù dei suoi numeri di influenzare l'andamento dell'intero mercato videoludico. Se Battlefield V riuscirà a ottenere un risultato importante, anche in virtù della sua campagna, i publisher continueranno a muoversi in quella direzione; diversamente, molte cose potrebbero cambiare.