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Call of Duty: Black Ops 4, abbiamo provato il team deathmatch e controllo

Nuovo incontro all'E3 2018 con il prossimo capitolo di Call of Duty e con la sua modalità multiplayer. Ecco le nostre impressioni

PROVATO di Pierpaolo Greco   —   14/06/2018

Nel corso dell'E3 2018, il nuovo Call of Duty: Black Ops 4 si è mostrato al suo enorme pubblico in due momenti cardine della fiera. Innanzitutto sfruttando la cassa di risonanza della conferenza PlayStation 4 per fare un paio di annunci sostanziali: Black Ops 3 in regalo a tutti gli abbonati al Plus insieme alla nuova formula del season pass che diventa l'unico veicolo dei contenuti aggiuntivi visto che non saranno più acquistabili separatamente. In seconda battuta approfittando dello showfloor della fiera losangelina per portare un numero enorme di postazioni di gioco e far provare a pubblico e stampa l'ultimissima build del multiplayer di questo potenziale best-seller. Noi ovviamente non ci siamo tirati indietro davanti alla possibilità di tornare a giocare per un'oretta il frenetico shooter e cercheremo di raccontarvi con qualche dettaglio le nostre impressioni relative alla prova.

Call of Duty: Black Ops 4, abbiamo provato il team deathmatch e controllo

La prima modalità multiplayer provata: Team Deathmatch

Partiamo dai contenuti: dopo l'immancabile presentazione del gioco, ci siamo potuti esibire in un paio di partite al Team Deathmatch sulla mappa Contraband e in altrettante sfide alla modalità Controllo sul livello Frequency; in entrambi i casi eravamo cinque contro cinque. Partiamo dalla classica battaglia a squadre fatta esclusivamente di kill. Contraband è la mappa a cui è stata dedicata la maggior parte della copertura mediatica di Black Ops 4 e lo stesso trailer di annuncio la mostrava in modo estensivo. È uno scenario abbastanza ampio, pieno zeppo di vie di accesso secondarie e che alterna continuamente delle piccole stanze al chiuso ad un paio di sezioni molto più aperte dove è possibile spararsi dalla distanza approfittando di alcuni ostacoli naturali. Essendo poi ambientato in prossimità di una spiaggia e circondato da una fitta vegetazione, sono presenti alcuni corsi d'acqua in cui è possibile nuotare per accorciare sensibilmente le distanze ma rimanendo completamente allo scoperto per alcuni secondi.

Call of Duty: Black Ops 4, abbiamo provato il team deathmatch e controllo

I due scontri al meglio di tre round sono stati essenziali per confermare ancora una volta quanto scritto nell'analisi approfondita del multiplayer di Call of Duty: Black Ops 4, redatta da Tommaso Valentini durante il community event di annuncio del gioco. Questo nuovo capitolo di CoD torna ad accelerare sensibilmente il gameplay rispetto a quello di WW2 ma non modifica minimamente l'esperienza "boots on the ground", piedi piantati sul terreno, che ha fatto esaltare i giocatori dopo numerosi, troppi capitoli che tendevano a far rimanere in aria i personaggi. Quindi niente doppi salti, corse sui muri, scivolate improbabili o altre abilità estreme. Allo stesso tempo, questo aumento di frenesia è controbilanciato da un time to kill (il tempo necessario all'uccisione degli avversari) decisamente maggiorato complice sia la necessità di scaricare molti più proiettili sul nemico prima di portare a zero la sua energia vitale, sia la possibilità di curarsi al volo tramite l'abilità specifica. Di fatto, se si è particolarmente bravi a gestire il tempismo dell'azione di cura, si riesce a ridurre quasi a zero la necessità di rimanere al riparo per ripristinare l'energia, aumentando la frequenza e la durata delle sparatorie.

La novità di Black Ops 4: Controllo

L'altra doppietta di partite che abbiamo fatto erano invece basate sulla modalità Controllo. Si tratta di una novità di questo capitolo e si fonda sulla presenza di due zone disposte sulla mappa che vanno conquistate dai team. Ci sono però due elementi inediti: il punto di controllo va mantenuto abbastanza a lungo da riempire completamente la barra di progressione e, quando questo avviene, quel punto di controllo sparisce venendo assegnato definitivamente alla squadra che l'ha conquistato. In questo modo il focus della battaglia si sposta in un attimo sull'altro obiettivo. Se viene preso dallo stesso team, la partita finisce, altrimenti si procede con un normale deathmatch a squadre molto limitato nella durata. La seconda peculiarità di questa modalità infatti, è il numero limitato di respawn a cui ha accesso ogni team. Finite le vite, si perde istantaneamente.

Call of Duty: Black Ops 4, abbiamo provato il team deathmatch e controllo

La mappa in questo caso era Frequency: un livello estremamente piccolo con una struttura centrale e due piccole appendici laterali dove erano posizionati i punti da controllare. Le vie di accesso a queste tre zone sono completamente aperte e presentano un dirupo sulla parte più esterna costringendo il giocatore a muoversi rapidamente per cercare le coperture stando bene attento a non finire di sotto. L'inevitabile rapidità degli scontri veniva però smorzata dalla tendenza a confluire tutti quanti su uno dei due punti di controllo per una guerra di posizione logorante e spesso molto convulsa.

Call of Duty: Black Ops 4, abbiamo provato il team deathmatch e controllo

Per quanto riguarda i personaggi da controllare c'è molto poco da aggiungere rispetto a quanto già detto in altri articoli: Black Ops 4 è ormai paragonabile a un qualsiasi altro hero shooter alla Overwatch o Rainbow Six: Siege. Gli specialisti hanno un'abilità con un cooldown molto rapido che li contraddistingue, unita a una ultimate che si carica nel corso del match e che va utilizzata in modo estremamente tattico perché è in grado di rivoltare in un attimo le sorti della battaglia. Specie se a controllare Seraph e Battery ci sono giocatori moderatamente capaci. Siamo molto curiosi di vedere cosa riuscirà a fare Treyarch in termini di bilanciamento dell'esperienza multiplayer ma da qui al 12 ottobre, data di uscita del gioco su PC, PlayStation 4 e Xbox One ci saranno ancora numerose occasioni per provare il titolo in modo più approfondito.

Il multiplayer di Call of Duty: Black Ops 4, c'è poco da fare, continua a convincerci. Tralasciando gli immancabili dibattiti sul bilanciamento degli specialisti e sul design delle mappe che andranno avanti probabilmente all'infinito, è indubbio che il gameplay risulti immediatamente appetibile, frenetico e molto divertente. Ci vogliono pochissimi minuti a padroneggiare le abilità speciali degli eroi e la nuova meccanica di cura, ma non basteranno centinaia di ore per diventare davvero competitivi vista la profondità delle meccaniche. Ora siamo davvero curiosi di vedere qualcosa di Blackout, la modalità Battle Royale annunciata in occasione del reveal del gioco e ancora completamente avvolta nel mistero.

CERTEZZE

  • Rapido e immediato senza essere troppo caotico
  • La modalità controllo aggiunge alcune interessanti varianti sul tema
  • Ci vuole pochissimo a prendere confidenza con i vari specialisti

DUBBI

  • Visti i risultati dei nostri match ci sorge qualche dubbio sul bilanciamento
  • Non abbiamo ancora visto nulla della modalità battle royale