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Death Stranding, Hideo Kojima loda la sensibilità artistica del pubblico italiano

Intervistato da Tgcom 24, Hideo Kojima ha toccato vari argomenti in riferimento a Death Stranding, tra cui ovviamente il tema della connessione.

NOTIZIA di Davide Spotti   —   08/11/2019

Dopo un'attesa durata più di tre anni, è finalmente arrivato il giorno di Death Stranding. L'ambizioso nuovo lavoro di Hideo Kojima ha infatti debuttato su PS4, a una settimana esatta dalla pubblicazione in rete delle recensioni.

Per l'occasione l'autore nipponico è stato intervistato da Tgcom 24 e ha toccato vari argomenti, a partire dal fondamentale concetto di connessione che l'opera intende trasmetter al fruitore.

Quando gli è stato chiesto di descrivere l'importante messaggio sociale che traspare dal racconto, l'autore giapponese ha risposto: "Ho sempre provato la sensazione di essere da solo, magari a volte perché senti che vivi in un posto orribile e sperimenti questo tipo di solitudine. E capisci che probabilmente è un sentimento condiviso da molte persone in giro per il mondo. Credo che queste persone abbiano la tendenza a giocare molto e quando giochi da solo, ti senti solo".

"Di sicuro in Death Stranding la storia e il tuo personaggio portano avanti la missione solitaria di connettere il mondo, ma a un certo punto sperimenterai la sensazione di non essere più da solo, perché come te ci sono molte altre persone che stanno giocando allo stesso modo. E allora al mattino, quando ti svegli, sentirai un po' di sollievo perché hai scoperto che in giro c'è molta gente come te che sta facendo le stesse cose e sentirai una sensazione positiva", ha proseguito, augurandosi che le persone riflettano su questi argomenti e magari provino ad avere maggiore empatia verso il prossimo.

Kojima ha affermato anche che gli piacerebbe poter un giorno incontrare di persona il regista Dario Argento, uno degli autori che più ha apprezzato nel corso degli anni. "Come giapponese magari potrà sembrare strano, ma ho visto tonnellate di film italiani, da Fellini a De Sica fino agli Spaghetti Western, così come ho letto molti libri italiani che mi hanno influenzato. Ma Dario Argento è quello che più mi ha segnato, sono un suo grande fan. I miei genitori non volevano che guardassi i suoi film perché troppo spaventosi ma a me non importava, li guardavo lo stesso".

Sull'accoglienza tiepida della stampa statunitense ha precisato: "Forse è un gioco difficile da capire per un certo tipo di critica e di pubblico. Gli Americani sono dei grandi appassionati di sparatutto in prima persona e Death Stranding non lo è, vola più in alto", per poi fare un plauso alla sensibilità del pubblico italiano e francese.

"Io cerco sempre di creare cose nuove e vanno bene le controversie, le discussione, però c'è da dire che gli italiani o i francesi hanno una sensibilità artistica diversa che permette loro di apprezzare questo genere di prodotti molto originali, non sono nei videogiochi ma anche nel cinema."