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Che cos'è un'IA Open Source: arriva la nuova definizione e Meta non ci sta

L'Open Source Initiative (OSI) ha definito che cos'è un'IA "Open Source", ma Meta contesta i parametri perché ritenuti troppo restrittivi.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   30/10/2024
Il logo dell'Open Source Initiative

L'Open Source Initiative (OSI) ha presentato la Open Source AI Definition v1.0, un nuovo standard per definire cosa sia l'open source nel campo dell'intelligenza artificiale. La definizione, frutto di anni di lavoro e della collaborazione tra diverse organizzazioni e il mondo accademico, mira a fornire un punto di riferimento per valutare l'effettiva apertura dei sistemi di IA.

Tuttavia, Meta ha subito espresso il suo dissenso, sostanzialmente perché i suoi modelli di linguaggio di grandi dimensioni (Llama) non rientrano nei criteri stabiliti.

La definizione di IA Open Source

Ma checosa rende un'IA "open source" secondo l'OSI? La definizione si basa su tre pilastri fondamentali: l'accesso ai dettagli sui dati di addestramento, l'accesso al codice sorgente completo e l'accesso alle impostazioni e ai pesi utilizzati durante l'addestramento. Questi elementi, secondo l'OSI, sono essenziali per garantire la trasparenza, la riproducibilità e la comprensione dei modelli di IA.

Il cofondatore, CEO e presidente di Meta, Mark Zuckerberg
Il cofondatore, CEO e presidente di Meta, Mark Zuckerberg

Tuttavia, molti dei modelli più diffusi, inclusi quelli di Meta, Stability AI e Mistral, non soddisfano questi requisiti. Nel caso di Llama, per esempio, Meta impone restrizioni sull'uso commerciale, limitando l'utilizzo a applicazioni con meno di 700 milioni di utenti. Inoltre, non fornisce accesso completo ai dati di addestramento, rendendo impossibile la riproduzione del modello. Anche Stability AI e Mistral presentano limitazioni all'uso dei loro modelli per scopi commerciali, non allineandosi alla definizione di open source dell'OSI.

Le motivazioni addotte dalle aziende sono diverse. Meta, ad esempio, sostiene che problemi di sicurezza impediscono la condivisione dei dati di addestramento. Un altro punto critico riguarda la presenza di materiale protetto da copyright nei dati di addestramento, un problema che, come riportato dal New York Times, riguarda anche Meta.

La posizione di Meta, espressa dalla portavoce Faith Eischen, punta ad evidenziare la complessità del dibattito: "Non esiste una definizione unica di IA open source e definirla è una sfida perché le precedenti definizioni open source non comprendono le complessità dei modelli di IA in rapido sviluppo di oggi".

Voi che cosa ne pensate di questo dibattito? Potrà cambiare il modo in cui intendiamo l'intelligenza artificiale? Diteci la vostra nei commenti qua sotto.