L'intelligenza artificiale generale (AGI) non è più soltanto un concetto da fantascienza o un obiettivo teorico. Secondo Demis Hassabis, CEO di Google DeepMind, siamo ormai sull'orlo di raggiungere questo traguardo epocale - e la società potrebbe non essere affatto preparata a gestirne le conseguenze. In una recente intervista rilasciata a Time, Hassabis ha confessato che l'accelerazione dello sviluppo dell'AI lo tiene sveglio la notte, lasciando trasparire una crescente preoccupazione anche tra i protagonisti di questo settore.
L’AGI potrebbe arrivare “entro 5 o 10 anni”
Negli ultimi mesi, i principali leader dell'intelligenza artificiale - da Sam Altman di OpenAI a Dario Amodei di Anthropic - hanno dichiarato che l'AGI è tecnicamente alla portata. Hassabis conferma questa tendenza, stimando una finestra temporale tra cinque e dieci anni per il raggiungimento dell'AGI. "È una questione di distribuzione di probabilità", ha spiegato il CEO di DeepMind, "ma sta arrivando, comunque sia, e non credo che la società sia ancora pronta."
Oltre all'aspetto tecnico, Hassabis pone grande enfasi sulle implicazioni sociali ed etiche. Una delle sue principali preoccupazioni riguarda la controllabilità di questi sistemi, nonché chi avrà accesso all'AGI. Senza una riflessione profonda e una regolamentazione condivisa, esiste il rischio concreto che pochi attori dominino una tecnologia capace di superare l'intelligenza umana in quasi ogni ambito cognitivo.
Non è l'unico a sollevare allarmi. Il ricercatore Roman Yampolskiy, esperto in sicurezza dell'AI, ha dichiarato che c'è una probabilità del 99,999999% che l'AGI possa causare la fine dell'umanità, e che l'unico modo per scongiurare tale rischio sarebbe non svilupparla affatto.
La corsa agli investimenti e il rischio dell’imprevedibilità
Nonostante i timori, gli investimenti nel settore continuano a crescere esponenzialmente, alimentando una corsa all'oro dell'AI che lascia poco spazio alla cautela. "Gli investitori stanno pompando somme enormi in un'area che è ancora grezza e senza un modello di profitto chiaro", ha aggiunto Hassabis. La contraddizione tra l'entusiasmo del mercato e i timori degli esperti rende ancora più urgente la questione della governance.
Nel frattempo, Anthropic ha ammesso pubblicamente di non comprendere del tutto il funzionamento interno dei propri modelli, un fatto che solleva ulteriori interrogativi sulla trasparenza e sulla prevedibilità di sistemi sempre più complessi.