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Google minimizza l’impatto ambientale di Gemini: cinque gocce d’acqua per prompt, ma gli esperti smentiscono

Google sostiene che un prompt su Gemini consumi appena 0,26 millilitri d'acqua e 0,24 Wh di elettricità, ma ricercatori avvertono: i dati reali sono ben più complessi e pesanti per l'ambiente.

NOTIZIA di Simone Lelli   —   21/08/2025
Google Gemini

Google ha pubblicato uno studio in cui afferma che il suo assistente AI Gemini consuma per ogni prompt l'equivalente di cinque gocce d'acqua e meno energia di nove secondi di televisione. Una stima che, secondo l'azienda, riflette i progressi di efficienza raggiunti negli ultimi mesi, con riduzioni fino a 33 volte nei consumi elettrici tra il 2024 e il 2025. Ma gli esperti mettono in guardia: queste cifre sono parziali e rischiano di veicolare un messaggio fuorviante.

I conti che non tornano

Shaolei Ren, docente all'Università della California e autore di studi citati dalla stessa Google, accusa la compagnia di aver escluso dati fondamentali. L'analisi considera infatti soltanto l'acqua usata per il raffreddamento diretto nei data center, ignorando quella indirettamente consumata dalla produzione di elettricità. Proprio la crescente domanda di energia, legata ai modelli generativi, ha già spinto vari Paesi a pianificare nuove centrali a gas e nucleari, entrambe grandi consumatrici d'acqua.

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Un'altra omissione riguarda le emissioni di CO₂: Google ha riportato soltanto il dato "market-based", che include gli investimenti in rinnovabili a livello globale, ma non il "location-based", più aderente alla realtà dei luoghi dove i data center operano. In molte aree, infatti, la quota di energia fossile rimane elevata, rendendo le emissioni effettive più alte di quanto indicato.

Efficienza o paradosso?

Google rivendica un approccio trasparente, sottolineando come lo studio tenga conto anche delle macchine inattive e delle infrastrutture di supporto. Tuttavia, non ha ancora sottoposto il paper a revisione paritaria, lasciando aperti interrogativi sulla solidità delle sue conclusioni. Inoltre, ricercatori come Ren e Alex de Vries-Gao sottolineano che le comparazioni con studi precedenti non sono corrette, poiché si confrontano mediane con medie e si tralasciano fattori decisivi come il numero effettivo di token analizzati per prompt.

Google Gemini
Google Gemini

Se da un lato i progressi tecnologici riducono i consumi per singola operazione, dall'altro l'aumento esponenziale di richieste, infrastrutture e server vanifica gran parte dei benefici. Per questo, secondo gli esperti, i dati forniti da Google rappresentano soltanto la punta dell'iceberg: per valutare l'impatto reale dell'intelligenza artificiale serve un'analisi completa, che tenga conto di tutte le variabili, dirette e indirette.