Pelham Smithers, un'analista di Bloomberg, crede che il 2019 sarà il primo anno di declino dell'industria videoludica dal 1995. Insomma, dopo circa 25 anni tornerà il segno meno.
Secondo Smithers le vendite saranno inferiori dell'1% rispetto ai 136,5 miliardi di dollari di quest'anno. A molti questo sembrerà un dato quasi irrilevante, ma non è così, visto che se le previsioni fossero correte, sarebbe il primo stop alla crescita costante che ha accompagnato l'industria dei videogiochi dal 1995 al 2018.
Smithers attribuisce il possibile calo a diversi fattori, primo fra tutti il congelamento di nove mesi dei nuovi giochi ammessi nel mercato cinese, secondo il minore interesse verso Fortnite, che è entrato in una fase calante.
Insomma, le più stringenti regole imposte dal governo cinese per l'approvazione di nuovi giochi, che hanno prima bloccato e poi rallentato l'intero processo, hanno impattato negativamente colossi come Tencent e NetEase, facendo prevedere un calo del settore mobile del 10%. I mercati USA e Giappone, fondamentalmente piatti, non sono riusciti a compensare il declino del mercato cinese, creando l'attuale situazione.
Contemporaneamente sono diminuiti i giocatori attivi in Fortnite e in altri battle royale come PUBG che, nonostante facciano ancora grandi numeri, sono entrati in una fase calante che potrebbe impattare negativamente soprattutto sui ricavi del mercato PC.
Infine, Smithers crede che il mercato console non riuscirà a ripetere l'exploit del 2018, che ha visto il lancio di blockbuster quali Red Dead Redemption 2, Spider-Man e God of War. Nel 2019 usciranno moltissimi giochi, anche molto attesi, ma niente che possa puntare a vendite simili. Comunque sia l'anno è appena iniziato e c'è ancora spazio per novità e annunci a sorpresa.
Secondo Smithers, comunque, il declino proseguirà nel 2020, a causa dei problemi di colossi come Tencent ed Electronic Arts.