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La morte in diretta dello streamer Jean Pormanove può costare a Kick una multa di 49 milioni di dollari

Lo streamer francese Jean Pormanove è stato torturato e ucciso in diretta su Kick, senza che la piattaforma abbia mosso un dito.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   26/08/2025
Lo streamer ucciso in diretta

Pensate di morire dopo giorni di torture in diretta streaming, mentre il pubblico paga per far continuare il più possibile il vostro calvario. No, non parliamo di una società barbara di una galassia lontana, ma della nostra, e questo è quanto accaduto allo streamer francese Jean Pormanove, deceduto nel corso di una trasmissione durata più di dieci giorni, cui ha subito diverse torture cui la piattaforma Kick non ha posto un freno. Ora la stessa rischia di pagare una multa di 49 milioni di dollari.

Il 18 agosto, Raphaël Graven, 46 anni, meglio conosciuto come Jean Pormanove, è morto nel sonno mentre era in diretta su Kick. Nei giorni e persino nei mesi precedenti, ha subito atti di estrema violenza, privazione del sonno ed è stato costretto a ingerire dei prodotti tossici per mano di due colleghi streamer, noti come Naruto e Safine.

Pormanove con un altro streamer
Pormanove con un altro streamer

Scosse dall'accaduto, le autorità francesi hanno iniziato a lavorare per "porre fine prontamente a questo selvaggio West digitale", come affermato dal Clara Chappaz, ministro per gli affari digitali e l'IA. In precedenza aveva commentato che Pormanove era stato "umiliato e maltrattato per mesi in diretta su Kick" e aveva criticato la mancanza di moderazione da parte della piattaforma, che come saprete non applica grosse censure alle sue trasmissioni.

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Stando al governo australiano, Kick potrebbe dover pagare una multa di 49 milioni di dollari per via di una legge nazionale sulla sicurezza online, che in questo caso è stato violata. Kick ha sede in Australia e proprio per questo motivo le autorità francesi non potevano fare molto. Ma l'eSafety Commissioner australiana ha confermato di aver avviato un'indagine e ha avvertito sulla possibilità di comminare la salatissima multa.

"Questo è un caso tragico in cui qualcuno ha perso la vita, e sottolinea come la creazione di contenuti più estremi, in questo caso che coinvolgono violenza effettiva, possa avere conseguenze devastanti nel mondo reale", ha detto un portavoce del commissario. Come riportato dal Sydney Morning Herald, l'organismo di controllo ha sottolineato che le piattaforme sono legalmente tenute a salvaguardare gli utenti da materiale dannoso o criminale e ad applicare i propri termini di servizio, che nel caso di Kick proibiscono "contenuti che raffigurano o incitano a crudeltà, inclusi danni significativi, sofferenza o morte". Le violazioni possono comportare, appunto, sanzioni fino a 49,5 milioni di dollari.

"Piattaforme come Kick devono fare di più per far rispettare i propri termini di utilizzo e ridurre al minimo i contenuti e le condotte dannose negli stream per proteggere tutti gli utenti del servizio", ha aggiunto il portavoce nella sua dichiarazione riportata dal Guardian. Kick potrebbe anche affrontare future restrizioni ai sensi delle nuove leggi australiane sulla sicurezza dei minori che entreranno in vigore a dicembre, che potrebbero impedire agli utenti di età inferiore ai 16 anni di accedere alla piattaforma.

Kick, nel frattempo, ha bandito gli streamer coinvolti e ha tagliato tutti i legami come l'agenzia che li gestiva, che ha creato dei post promozionali per vendere merchandise sfruttando l'immagine di Pormanove. Si sta valutando anche la possibilità di perseguire il pubblico che ha foraggiato il live stream legale, pagando per vedere torturato Pormanove.